Zero 2.0

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Premessa II

Claudio

Il freddo di dicembre si infrangeva contro il mio viso ancora leggermente accaldato.
Erano le quattro del mattino quando misi piede fuori dal Berfi's.
Io e Mario come al nostro solito eravamo andati a ballare ed avevamo alzato un po' il gomito.
La serata era passata tra balli, risate e qualche cocktail di troppo, o almeno per Mario.
Lui non aveva mai retto più di tanto l'alcol.
Ci stavamo avviando verso la mia macchina, ed io avevo il suo braccio attorno al collo per sorreggerlo visto che, non era in splendida forma e continuava a farfugliare parole senza senso facendomi sorridere.
Alternava momenti di lucidità a momenti di delirio totale, dovuti al troppo alcol in circolazione nel suo corpo.

Una volta arrivati davanti all'abitacolo vedo Mario girarsi verso di me e guardarmi con gli occhi lucidi.
"Sono gay Cla" mi dice improvvisamente credendo di farmi chissà quale rivelazione.

Come se già non ne fossi a conoscenza.

"Mario.." gli accarezzo una guancia mentre mi esce spontaneo un sorriso "questo me lo hai già detto due anni fa" lo stringo un po' di più perché lo vedo barcollare "dai andiamo a casa, con stasera abbiamo capito definitivamente che l'alcol non fa per te " mi volto per aprirgli la portiera dell'auto quando mi afferra debolmente il braccio sinistro e mi volta posizionandosi davanti a me.

"Claudio.." si avvicina per accoccolarsi con la testa nell'incavo del mio collo.

Faceva sempre così da quando eravamo piccoli.

Mario cercava costantemente affetto che io a volte faticavo a dargli perché, essere così fisico, non faceva parte del mio carattere.
Ma gli volevo bene, un bene vero, sincero e profondo.
Un bene speciale che non avevo mai provato per nessuno.

Gli inizio a carezzare i capelli scompigliandoli leggermente.
" Dai Mario.." lo sento mugugnare un po'.

Torna a guardarmi negli occhi, e lo fa come se volesse dirmi qualcosa, ma non ha il coraggio di farlo.
È lo stesso sguardo di due anni fa, ma a tratti più impaurito.

Prende il mio viso fra le sue mani "Cla.."

Inizio a preoccuparmi e lo guardo confuso " Ei che succede?" gli domando dolcemente quando si getta di nuovo addosso a me.
Ed io capisco che mi sta chiedendo un abbraccio e glielo concedo.

Sorrido perché Mario ubriaco è incapace di pensare o agire, ma resta comunque il solito coccolone.

Poi improvvisamente si scioglie dal mio abbraccio e punta i suoi occhi nei miei, catturando la mia attenzione e confondendomi ulteriormente.
Non capisco cosa c'è nel suo sguardo, ne cosa sta cercando di dirmi.

La mia confusione si trasforma in caos quando si avvicina al mio viso e me lo sussurra direttamente sulle labbra
"Io.." non finisce la frase che le sue labbra accarezzano le mie.
Resto per un secondo immobile, incapace di spingerlo via.

Mi passa nel cervello di farlo, ma non lo faccio.

Vorrei, ma le sue labbra sono dolci e, forse, mi sono già abituato a quel contatto.
Quel profumo, che riconosco alla perfezione, adesso non lo sento più vicino, ma addosso.
È entrato dalle narici ed è arrivato dritto fino allo stomaco.

Quando sento Mario chiedere accesso alla mia bocca resto paralizzato e non capisco più niente.
Sto per cedere alla sua tacita richiesta, ma non so nemmeno il perché.

Forse è l'alcol a farmi questo effetto.
Si, sono più lucido di lui, ma ho comunque bevuto seppur nei limiti.

Il suo respiro caldo che si infrange contro la mia pelle è una sensazione nuova e piacevole. 

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