Venticinque

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Claudio

Ieri sera non ce l'ho fatta più, ho raggiunto il limite e sono scoppiato a piangere fra le sue braccia.

Mi manca il mio Mario, quello che ha lottato per il suo amore e per il mio.
Quello che ora quasi non riconosco più.

Ho paura di perderlo, sopratutto se penso possa accadere per qualcosa di cui non sono a conoscenza, e questo mi fa rabbia.

Da qualche giorno stavo pensando di andare a parlare con i miei per raccontargli quello che di recente nella mia vita è cambiato.
Ammetto di avere paura e vorrei tanto che Mario venisse con me, ma so che in questo momento avanzare una proposta di questo genere sarebbe poco opportuno, perciò decido di fare da solo.
Magari lo apprezza, magari cambia qualcosa.

Forse con questo passo potrei fargli capire che non è mai stato un gioco e che ormai il mio cuore è incatenato al suo.
Forse potrei spingerlo a riavvicinarsi a me.

Sembro disperato, ma non so più cosa fare ne come comportarmi.

Lui è in negozio da qualche ora ormai, così decido di approfittarne per andare a pranzo dai miei e provare a parlarci.

Quando ho chiamato mia madre, poco fa, l'ho colta di sorpresa visto che raramente riceve mie telefonate.
Tuttavia è un po' di tempo che neppure lei ne fa a me.

I rapporti si sono un po' allentati, ma nessuno ha provato a riannodare il filo che il tempo stava spezzando.

Le ho chiesto se potevo andare a pranzo da lei e, con mio sollievo, ha risposto in modo positivo e con entusiasmo.

A Mario ovviamente non dico nulla, tanto per l'ora in cui rientrerà a casa io dovrei già essere tornato.
Decido di lasciargli solo un biglietto sul tavolo della cucina.

"Sono uscito a fare dei giri, torno presto.. ti amo"

Forse quel "ti amo" ora come ora è inutile e per lui di poco peso, ma io sento il bisogno di ricordarglielo.
Sento il bisogno di fargli sapere che se ho imparato il senso di quelle parole e quanto possano bruciate sulla pelle, è solo grazie a lui.

Voglio che lui sappia che se le nostre strade sono destinate a dividersi, io continuerò ad amarlo e a custodire gelosamente nel cuore tutto quello che mi ha dato.

Mi avvio con la macchina e quando sono a pochi km da casa dei miei inizio a percepire la paura.
Tremo per l'ansia e a dire il vero, non so nemmeno in che modo affronterò il discorso.
Non ho preparato nulla, continuo solo a ripetermi che Mario sarebbe fiero di me, e continuo a sperare che tutto vada bene.

Parcheggio sotto casa dei miei e dopo aver suonato entro.
La forza e il coraggio in questo momento, sono direttamente proporzionali all'amore che provo per lui.

*

Sto tornando a casa quando mi rendo conto di averci messo più del previsto.

Vedo che sul telefono ci sono due notifiche a segnalarmi due chiamate perse da Mario, quindi mi affretto a richiamarlo.

Uno squillo, due squilli e finalmente risponde.

"Cla dove sei?" il suo tono è dolce, ma nasconde quel qualcosa che non riesco a spiegarmi.

"Ei sto tornando.."

"Ok.. a tra poco." mi rattristo un po' perché mi ferisce il fatto che voglia tagliare corto.

Sto per riagganciare quando "Claudio.."

Randagi Where stories live. Discover now