Sei

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Claudio

È venerdì mattina e stranamente ho dormito più del solito.
Ultimamente ho tanti pensieri che mi attanagliano la testa, ma quello che mi tormenta di più è l'essermi ritrovato a lavorare con Mario.

Non che mi dia fastidio, più che altro mi ferisce vedere il modo in cui mi evita.

Infondo come biasimarlo.

Mi strofino gli occhi ancora assonnati e noto il leggero rossore che mi provoco solo quando raggiungo lo specchio posizionato di fronte al mio letto.

Quando ho arredato casa ho esagerato e me ne rendo conto solo ora.

Ho messo specchi ovunque perché, con il riflesso del sole che entra dalle finestre, creano luminosità.

Amo il sole e la luce che emanano i suoi raggi, che si incontrano e scontrano nel bianco delle mie pareti.

E così ho deciso posizionare uno specchio proprio di fronte al letto, per svegliarmi già di buon umore e con il sorriso, nei giorni di sole.
Ma oggi non è così.
Oggi c'è il sole, ma io non sorrido.

Accendo il cellulare, e noto un messaggio da parte di Paolo.
L'anteprima non mi soddisfa così, incuriosito e sorpreso, mi appresto ad aprirlo mentre mi dirigo verso la cucina.

"Ciao Claudio, scusa se ti disturbo, ma appena puoi chiamami che vorrei parlarti."

Mi affretto a chiamarlo perché quel suo essere vago mi aveva chiuso lo stomaco.

Perché vuole parlarmi se a malapena mi conosce.

Gli squilli del telefono sembrano interminabili ed inizio a puntellare con le dita sul piano cottura della mia cucina impaziente.
Dopo pochi minuti sento finalmente la sua voce "Claudio ciao, immagino tu abbia visto il messaggio che ti ho scritto" il suo tono tranquillo mi agita ancora di più.

"Esatto Paolo cosa succede?" non riesco a mantenere la calma perché la mia mente ha già deciso che, sicuramente, Mario c'entra qualcosa con quello che Paolo deve dirmi.

"Niente di grave volevo parlare con te di una cosa ti dispiace raggiungermi al bar vicino al Romeo's?"

"Dammi 20 minuti e arrivo" non faccio in tempo ad attaccare che sono già in camera mia.

Non so perché Paolo vuole parlarmi, ma anche se il suo tono per telefono avrebbe dovuto rassicurarmi, io sono in ansia.

Dalla sera della cena non riesco ad essere tranquillo.
Lui e Mario erano troppo affiatati e a me, non so per quale motivo, il loro atteggiamento ha dato particolarmente fastidio.

Mi preparo velocemente, esco di casa e dopo una manciata di minuti mi trovo di fronte al bar.

Seduto ad un tavolo non molto distante dall'entrata vedo Paolo che mi saluta accennando un sorriso.
Mentre mi avvicino e faccio per sedermi fa segno al cameriere di portarci due caffè.

"Ei come va?" mi domanda con tono confidenziale.

"Ultimamente sono un po' stanco, ma sto bene, tu ?" glielo domando per carineria, ma in realtà non mi interessa molto.
Ora voglio solo sapere il motivo per cui mi trovo qui.

"Io tutto bene, sicuramente ti avrà sorpreso il mio invito" annuisco con la testa con fare ovvio e lo invito a continuare " volevo conoscerti un po' meglio... prima tu dove lavoravi?"

Stento a credere sia questo il reale motivo, ma sto al gioco e provo a rilassarmi.

"Ho lavorato per 3 anni in un locale, che con il tempo ha dovuto diminuire il personale e avendo un contratto a tempo determinato, sono stato uno dei primi ad essere mandato via" sorseggio il caffè che il cameriere ci ha appena portato al tavolo senza pensarci troppo  e quasi mi ustiono.

Randagi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora