Capitolo 28

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4 Maggio

“Potete stare tranquilli.” esordì Deaton, riponendo lo stetoscopio nella borsa nera.

Il branco trasse un sospiro di sollievo collettivo. La visita dell’uomo era stata accurata e meticolosa, era durata solo una mezz’ora, ma a Stiles erano parse ore.

“Che cos’ha?” chiese preoccupato mentre si torturava le mani. Occheggiò il moro disteso sul divano con uno sguardo agitato.

Il druido, che aveva appena finito di riordinare le sue cose, rinunciò a rassicurare il ragazzo, troppo agitato, e invece di un sorriso optò per la verità nuda e cruda. “È stato avvelenato con dello strozza lupo. La ferita ha i bordi netti e considerando quello che mi ha detto Scott l’attribuisco al pugnale del Beta.”

“Pugnale? Ma io credevo che combattessero con… gli artigli.” obbiettò il ragazzo, flettendo le dita in un’imbarazzante imitazione di una mano artigliata.

Deaton inclinò appena la bocca in un sorriso accennato. “È insolito sicuramente, ma la loro intenzione poteva essere quella di ferirvi permanentemente.” spiegò lanciando una lunga occhiata a Scott.

“E guarirà? Starà bene? Ci… ci vorrà molto? Posso fare qualcosa?” disse tutto d’un fiato Stiles, finendo col mordersi le pellicine del pollice in preda al nervosismo. Perché lì nessuno sembrava preoccupato quanto lui?

“Stiles,” lo interruppe Scott, avvicinandoglisi e mettendogli una mano sulla spalla per rassicurarlo “lo strozza lupo ci indebolisce e non ci permette di guarire velocemente, ma può essere eliminato facilmente.”

Il ragazzino trasse un sospiro di sollievo, sorridendo grato all’amico di avergli spiegato, almeno lui, cosa stesse succedendo.

“Gli ho già somministrato qualcosa che lo aiuterà, per il momento tutto quello che gli serve è un po’ di riposo.” disse Deaton, allontanandosi dal divano dove l’altro stava riposando. “Allora, chi è il primo?” domandò poi alla volta del branco, facendo già per dirigersi da Erica, ancora instabile.

                               ***

Stiles accarezzava distratto i capelli di Derek, mentre lo guardava riposare.

Quando lo aveva visto accasciarsi davanti ai suoi occhi aveva pensato di morire. Vedere la coscienza abbandonarlo, lo sguardo assente, gli arti inermi, incapaci di sostenerlo, e tutto quel sangue…

Per lui quello non era normale, per lui vedere gli amici tornare con i vestiti a pezzi e la pelle a brandelli, vederli ricoperti di una quantità tale di sangue da poter dissanguare una persona, Non. Era. Normale.

Lui non era più lo Stiles di un tempo e, che gli piacesse o meno, in tutta la sua vita non aveva mai visto qualcuno ridotto in quello stato; era stato sconvolgente e sconcertante vedere feriti i suoi migliori amici, ma niente a che fare con quando aveva visto Derek: allora era stato devastante e logorante.

Non riuscì a trattenersi e sbirciò sotto alla maglia nuova del moro, non scorgendo altro che la ferita principale, quella avvelenata, tutte le altre erano semplicemente svanite.

“Che cosa stai facendo?”

Stiles sobbalzò quando si sentì afferrare il polso con il quale teneva alzata la maglietta, seguito subito dopo dalla voce di Derek.

Voltò il viso lentamente verso il moro, colto in flagrante, e si scontrò con lo sguardo divertito del moro, anche se cercava palesemente di mantenere un’espressione seria.

“Io stavo… io stavo controllando se-”

“Ti stavi preoccupando.” lo corresse Derek, facendogli mollare la presa e tirandolo a sè per farsi dare un bacio.

Do you remember me? | SterekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora