Capitolo 15

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Sophia il giorno dopo andò a casa di Carl dopo scuola, pronta per il primo segreto che il ragazzo le avrebbe rivelato; era curiosa, come quando lo aveva visto per la prima volta. La ragazza si tolse lo zaino, sedendosi poi sul divano; lui la seguì successivamente, dopo aver posizionato lo zaino in cucina.
"Okay, con cosa preferisci iniziare? Come vuoi procedere?" Le chiese il ragazzo, sistemandosi meglio accanto a lei; non aveva mai azzardato tanto con una persona, aveva sempre avuto troppa paura, ma quella volta aveva deciso di cambiare, sarebbe stato diverso con Sophia. Doveva esserlo.
"In che senso?" Gli domandò di rimando la ragazza, inclinando appena la testa di lato.
"Cioè, vuoi che ti parli della mia vita in modo confusionale, o in ordine cronologico?" Ribattè lui deglutendo a fatica, sentendo la paura cominciare ad impadronirsi del suo corpo; si sfregò le mani sui pantaloni, cercando di scaricare la tensione.
Sophia gli strinse la mano per cercare di calmarlo, sussurrandogli: "Stai tranquillo, non avere paura."
"È solo che..." Alzò l'occhio al cielo, facendo qualche respiro profondo prima di dire: "È solo che non ho mai fatto niente del genere, non ho mai detto a nessuno della mia vita; è solo strano, tutto qui." Si voltò a guardarla meglio negli occhi, afferrandole le mani; azzardò un sorriso prima di aggiungere: "Odio i cambiamenti, se ancora non si era capito."
"Ma i cambiamenti sono obbligatori;" rispose lei, scuotendo la testa e scrollando le spalle, fissando lo sguardo sulle loro mani unite. "non siamo sempre noi a decidere se cambiare o no, ma bisogna farlo." Rialzò lo sguardo. "E poi, possono portare dei lati positivi con loro, chi dice che devono essere sempre negativi?" Gli sorrise, facendo allargare il sorriso che Carl aveva in viso. "Facciamo così:" Aggiunse dopo qualche secondo Sophia. "io ti faccio le domande, almeno inizialmente; quando le avrò finite e ci saranno delle cose che ancora non so, me le dirai tu." Propose, mentre il ragazzo annuiva con energia e le faceva segno di fare pure la domanda.
"Perché finalmente non mi parli di cosa è successo al tuo occhio?" Chiese lei, mentre entrambi scoppiavano a ridere, facendo ulteriormente risultare la testardaggine della ragazza.
"Vuoi davvero saperlo?" Domandò lui, ricevendo un pugno sul braccio da parte dell'altra. "Ahia! E va bene, te lo racconto, ma non diventare violenta adesso!" Scherzò Carl, facendo scuotere esasperata la testa alla ragazza.
"Era solo un pugnettino; che femminuccia che sei." Ironizzò, facendogli segno di andare avanti e cominciare a raccontare.
"E va bene, se proprio ci tieni..." Il ragazzo fece un respiro profondo, tornando all'improvviso con un espressione seria in volto. "È successo qualche anno fa. Avevo circa sedici anni." Cominciò lui, poggiando la schiena sul morbido schienale del divano e guardandosi le mani in grembo. "Abitavamo ad Alexandria, la città in cui abbiamo vissuto di più -quasi tre anni-; avevo appena conosciuto Sarah. Era fidanzata a quel tempo con un ragazzo di nome Ron, un anno più grande di me."
Sophia si sistemò meglio sul divano, voltando tutto il corpo di lato, rivolto verso di lui; gli posò una mano sul braccio, dandogli una piccola stretta.
"All'inizio non c'era niente tra noi due, anzi, lei mi odiava; ma lui era geloso, quasi... Possessivo, direi." Carl scosse la testa, come se fosse incredulo di ciò che aveva appena detto. "Sua madre aveva una pistola in casa perché il marito la picchiava ed era violento; voleva solo proteggere i suoi figli, non avrebbe mai potuto pensare che suo figlio l'avrebbe usata per qualcos'altro." Sfiorò la benda sull'occhio, sentendo un leggero dolore pizzicargli. "Dopo circa una settimana la mia amicizia con Sarah era aumentata, così come la possessione di Ron nei suoi confronti; era un normale giorno di scuola quando accadde tutto." Fece un respiro profondo e deglutì, prima di cominciare a raccontare la storia effettiva: "Stavo parlando con Sarah in classe durante l'intervallo; quando Ron è tornato dal bagno sembrava tranquillo, almeno fino a quando non ha tirato fuori una pistola, per poi puntarmela contro. C'erano persone che urlavano, correvano e professori che dicevano di chiamare la polizia; intanto io mi sentivo come in una bolla: non c'era nessun'altro, solo io e Ron." Carl chiuse l'occhio, rivivendo l'episodio come se stesse accadendo in quel momento. "Provai a dirgli di non farlo, ma non mi ascoltò; continuava a ffissarmi e a dire che era colpa mia se si era arrivati a quel punto. Solo colpa mia." Fece una pausa, appoggiando la testa all'indietro. "All'improvviso sentimmo delle voci: dei poliziotti si stavano avvicinando. Ron si fece prendere dall'agitazione: mi puntò contro l'arma, pronto a spararmi; probabilmente sarei anche morto, ma i poliziotti lo uccisero prima che lui potesse farlo con me." Ritornò con il viso in avanti, poggiandosi una mano sul bendaggio. "Un colpo riuscì a partire lo stesso, però: mi c'entrò in pieno l'occhio destro, facendomi svenire; rinvenni in ospedale durante la notte, con mio padre e Michonne al mio fianco."
Il silenzio fece capire a Sophia che aveva finito di raccontare; la ragazza gli girò il viso verso di lei -mentre la mano del ragazzo scivolava dalla benda sul suo grembo-, prendendolo tra le mani e spostandogli dal viso il ciuffo che era caduto sul bendaggio.
"Non so che cosa si possa provare a vivere un'esperienza del genere;" disse lei, rivolgendogli un piccolo sorriso dolce, concentrando i suoi occhi in quello di lui. "ma sappi che mi dispiace per quello che ti è accaduto. Solo ora mi rendo conto di quanto fossi stata insensibile quel giorno a chiederti dell'occhio, scusa."
"Non è colpa tua, non potevi sapere." Tentò di rassicurarla Carl, mentre Sophia avvicinava le loro labbra in un piccolo bacio, leggero e delicato, ma allo stesso tempo dolcissimo e pieno di significato.
"Avrei potuto essere un po' più delicata io." Ammise un secondo dopo la ragazza quando si furono staccati, mentre il ragazzo le accarezzava una guancia. "Prometto che cercherò di farti soffrire il meno possibile." E detto questo, racchiusero le labbra un un ennesimo bacio.

ANGOLO AUTRICE
Hola gente! Scusate l'orario, ma ho potuto pubblicare solo ora perché sono dovuta andare all'allenamento di pallavolo e ho avuto troppo da studiare in tutti sto giorni.
Piaciuto il capitolo? Spero di sì.
Buonanotte piccoli e grandi lettori.

A New Life || Carl Grimes ||IN REVISIONE||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora