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«Non sono ubriaco»

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«Non sono ubriaco».
Lo disse con convinzione, con tono fermo e impeccabile, peccato che a contraddire la sua affermazione ci fosse stato il fatto che per poco non finiva disteso sul pavimento del locale.
«D'accordo, forse solo un poco ma è colpa dell'invisibilità degli alcolici». Eleanor alzò un sopracciglio e lo costrinse a seguirla al suo tavolo, staccandolo con non poca difficoltà dal bancone del bar.
Louis sembrava averci messo le radici e per Eleanor fu quasi come sradicare una quercia secolare dal suo terreno.
«A proposito, sai perché si chiamano super alcolici?» domandò Louis, di punto in bianco. La sua amica gli sorrise come se fosse stata sua madre - no, sua madre si sarebbe arrabbiata se lo avesse visto in quello stato - come una sorella affettuosa e lo spronò a parlare.
Lui si fermò nel bel mezzo della sala e disse: «Perché sono invisibili». Il modo in cui pronunciò quella parola fece scoppiare a ridere Eleanor. Alla fine non era ubriaco marcio ma Louis si divertiva un sacco a lasciarsi andare ed essere più amichevole, meno lupo solitario insomma, quando aveva in corpo abbastanza alcool da poterci riuscire.
Avevano raggiunto il loro tavolo, per fortuna c'erano anche Liam e Sophia - tornati dalla loro luna di miele, o era stato solo un viaggio qualsiasi? - a Louis girava troppo la testa per ricordarlo, quando finalmente poté riprendere fiato. Non avrebbe bevuto più nulla quella sera, solo acqua tonica. Erano di nuovo all'Heroes, Sophia si era offerta di riservare gran parte del locale ad Eleanor per la sua piccola festa di laurea tra amici; c'erano parecchie persone che Louis non aveva mai conosciuto prima, molti compagni di università della ragazza e la parte più giovane della sua famiglia, prevalentemente cugini.
C'era anche Greg, ovviamente, come se il ragazzo avesse potuto farsi sfuggire l'opportunità di stare con lui anche in quella circostanza. Non che a Louis dispiacesse, tutt'altro, ma aveva addosso uno strano sentore da quando era iniziata quella serata, una voce insistente che gli dava costantemente il prurito e che solleticava la sua ansia (forse era solo colpa del locale, poiché ad esso Louis non poteva fare davvero a meno di associare determinati momenti della sua vita).
«Sei sexy con gli occhiali da vista, te lo hanno mai detto?»
Louis si voltò verso il ragazzo apparso al suo fianco. «Un'infinità di volte».
Il suo tono parve un po' acido ma Greg non sembrò accorgersene. Quella sera Louis aveva indossato uno degli abbinamenti creati apposta per lui da un Niall alquanto esaltato, qualcosa di veramente particolare che non avrebbe mai pensato di poter indossare un giorno. Sembrava essere un perfetto mix tra un docente sexy e uno spogliarellista, i capelli tirati all'insù in un morbido ciuffo e i suoi occhiali che gli conferivano tutte le volte una strana area intellettuale che tuttavia gli donava parecchio.

«...sì, mi è parso di capire che ci sia un'altra festa di laurea al piano di sopra, stanno facendo un casino tanto sono ubriachi».
«È Max, mi aveva chiesto se potevano unirsi a noi per i festeggiamenti ma ho preferito lasciare le cose così...»
Eleanor rispondendo a Liam lanciò una strana occhiata cauta verso Louis, che aggrottò le sopracciglia ancora un po' frastornato dell'alcool per cogliere appieno le parole della ragazza. Dal piano di sopra, era vero, nonostante il volume potente della musica sembravano provenire urla e cori di ogni tipo, non si poteva di certo dire che non stessero divertendosi. Louis sentì il respiro fresco di Greg solleticargli un orecchio, mentre con il suo cocktail tranquillo alla frutta, niente di alcolico, lanciava un'occhiata in giro.
«Mi accompagneresti al bagno?» domandò con una punta di malizia il ragazzo, sfiorandogli con le dita la pelle del collo. Louis rise piano, solleticato da quel tocco e dalla richiesta tanto sfacciata dell'altro. Si ritrovò ad annuire, divertito, e dopo aver ingollato l'ultimo sorso del suo drink afferrò la mano di Greg per essere condotto attraverso la folla che quella sera gremiva il locale.
L'aria era satura di profumi di ogni genere, dell'odore di alcool e di fumi sintetici e respirare in certi momenti era davvero un'impresa titanica. Quando giunsero nei bagni a Louis parve di essere finito in una dark room.
«Sicuro siano questi i bagni, no perché...» lasciò sfumare la frase con un ghigno divertito, osservando i corpi avvinghiati di alcune persone baciarsi sfrenatamente, nella penombra di quell'angolo. Greg rise annuendo e senza aspettare oltre se lo trascinò addosso, per baciarlo come ancora non avevano avuto modo di fare da quando si erano incontrati quella sera. Le mani di Louis corsero tra i capelli corti, troppo corti, dell'altro afferrandoli e tirandoli per quanto gli fosse possibile, le labbra di Greg lambivano le sue e succhiavano la lingua, il collo, facendolo ansimare piano. In un attimo, non appena si liberò un cubicolo abbastanza largo e decisamente pulito, per essere un bagno di un locale, Louis si ritrovò trascinato lontano da possibili occhi indiscreti. Greg non perse tempo e dopo aver richiuso dietro di loro la porta, si inginocchiò slacciandogli i jeans scuri, troppo stretti, afferrando nelle mani i suoi glutei sodi e gemendo qualcosa simile a «adoro il tuo culo» che fece ridere Louis.
Le guance di Greg non erano glabre e le sue labbra non erano morbide e piene, ma sottili. La sua lingua, tuttavia, ci sapeva fare e ci mise davvero pochissimo tempo a venire, con un gemito lungo e abbastanza rumoroso che si sfumò in una risata alticcia quando Greg provò a zittirlo schiacciandogli una mano sulla bocca e rischiando così di fargli cadere gli occhiali nella tazza del water. Quando uscirono da quel cubicolo, tirando persino lo sciacquone, si incastrarono nei loro stessi passi e la porta tornò a chiudersi con un tonfo secco, coperto dalle loro risa ubriache.
Il respirò di Louis si arrestò quando gli occhi incontrarono uno sguardo di smeraldo nel riflesso dello specchio. La lucidità tornò ad impossessarsi di lui con una velocità meschina e con la consistenza di chiodi arrugginiti bucò la bolla di finzione in cui, per proteggersi dai sentimenti e dalla mancanza insopportabile, aveva deciso di rifugiarsi per tutto quel tempo. In quei due occhi dalle iridi verdi e cangianti di emozioni diverse e tutte contrastanti, Louis parve scorgerci incredulità, delusione, gelosia e perfino rabbia.
Lo detestò perché dopo quasi due mesi trascorsi lontano da lui e da tutto ciò che lo lo teneva legato al suo ricordo, si rese conto che fingere era stato del tutto inutile perché ritrovarselo davanti faceva ancora male, terribilmente. Per la seconda volta nella sua vita gli parve di sentire il mondo sbriciolarsi fino a gravargli con tutto il suo peso sulle spalle; ogni finzione sparita, ogni bugia annientata, ogni certezza crollata nella luce di un unico sguardo.

Inchiostro invisibile su pagine già scritte | Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora