VII

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Circa un mese dopo si ritrovò piantato davanti allo specchio, in camera sua, ad imprecare senza sconti contro il suo stesso riflesso

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Circa un mese dopo si ritrovò piantato davanti allo specchio, in camera sua, ad imprecare senza sconti contro il suo stesso riflesso. Si era già cambiato quattro o cinque volte e ancora non era riuscito a trovare un abbigliamento che lo facesse sentire a suo agio. Niall apparve sotto all'uscio della porta - dimenticava sempre di chiuderla - una spalla poggiata ad uno stipite e le braccia conserte.
«Da tre mesi a questa parte credo di non riconoscerti più Tommo». Intercettò lo sguardo del biondo attraverso lo specchio e sbuffò, senza dar peso alle sue parole.
Niall non era mai sembrato tanto serio come in quel momento.
Bastava dare uno sguardo in giro, nella stanza, per capire quanto vere fossero le parole del suo amico.
Louis non era cambiato ma la sua vita si era arricchita di così tante nuove e sorprendenti sfaccettature che agli occhi di chi lo ricordava appariva come una persona totalmente nuova.
Impilati in un angolo, accanto alla finestra, vi erano libri che non avrebbe mai considerato senza il consiglio di Harry, così come gli album di musica classica che il ragazzo stesso gli aveva regalato, per arricchire la sua conoscenza musicale. La sua playlist non era composta più da sole canzoni rock ed elettroniche, ma anche da composizioni classiche che lo avevano colpito a primo ascolto. Louis aveva scoperto di amare il violino, di adorarne il suono che sapeva come sfiorargli l'anima, un po' come succedeva ascoltando Harry parlare delle sue giornate e dei progetti per il futuro.

Louis sbuffò per l'ennesima volta e stufo anche dell'ultima maglia provata se la tirò via da dosso gettandola malamente sul letto, dove già giacevano una moltitudine di abiti abbandonati in precedenza.
«Niall non so che cosa mettere e sto per spaccare qualcosa».
L'amico rise, scuotendo la testa. «Se tre anni fa mi avessero detto che un giorno ti avrei trovato nel panico davanti allo specchio incapace di scegliere cosa mettere per una serata al teatro, sarei sul serio morto dalle risate». Se quello era il suo modo di aiutarlo, be', poteva anche andarsene a fanculo, pensò Louis alzando gli occhi al cielo.
«Ce l'hai davanti agli occhi l'abbinamento perfetto, guarda». Niall lo affiancò davanti all'armadio e dopo avergli dedicato un'occhiata da cima a fondo annuì, sicuro che ciò che avrebbe scelto per lui gli sarebbe piaciuto. Gli allungò un paio di jeans neri e stretti, simili a pantaloni classici, e una camicia bianca, per poi sparire dicendogli di aspettare. Dopo solo una manciata di minuti ritornò con una giacca nera dal taglio né troppo classico e neppure casual.
«Con questa sopra sei a posto. Ovviamente metti gli scarpini lucidi sennò mi smonti l'outfit che ti ho creato». Lo disse con così tanta convinzione che Louis cacciò uno sbuffo ilare.
«Da quando sei un esperto di moda?» gli domandò, provando la giacca che gli cadeva perfettamente sulle spalle.
«Da quando vai a vedere balletti al teatro?» lo canzonò l'altro, per poi aggiungere con un gran sorriso: «Avere una ragazza fashion blogger a lungo andare ti travia il cervello».
Risero entrambi, due paia di occhi azzurri e blu ad illuminarsi come stelle, l'affetto di un'amicizia che mai niente avrebbe potuto scalfire. Louis si vestì seguendo minuziosamente ogni consiglio del suo amico e guardandosi allo specchio trovò persino azzeccato il cravattino bordeaux che, paradossalmente, gli conferiva una nota di colore casual niente male. Con un po' di gel e lacca riuscì a tirare in alto il ciuffo da adolescente così che sembrasse più maturo e attraente.

Inchiostro invisibile su pagine già scritte | Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora