"Ho vinto"

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Remus aprì gli occhi e li fece ruotare, guardandosi intorno.

Ciò che aveva di fianco era sfocato, quello che aveva di fronte anche. Non riusciva a distinguere niente.

Le sue orecchie erano ovattate, sentiva dei fruscii come unici rumori, e nient'altro. Non sentiva nemmeno il battito del suo cuore.

Non riusciva a concentrarsi, era come se il mondo intorno a lui non esistesse, come se non fosse reale, come un sogno, un qualcosa di inafferrabile. Come se non potesse fare niente, solo stare a guardare, ad osservare il tutto, quasi stesse vedendo un gruppo di immagini scorrergli davanti al viso.

No, non immagini: sensazioni, percezioni... Forse non esiste e non esisterà mai una parola per descriverle.

Remus chiuse gli occhi, ritenendoli inutili. Cercò di concentrare tutto sé stesso nell'ascoltare, ma cosa, non lo sapeva neanche lui.

Qualcosa gli giunse all'orecchio, ma gli parve che arrivasse da lontano, troppo lontano...

Cosa poteva essere? Forse una voce, magari qualcuno che lo chiamava? No, forse era più rude... Un urlo? Sì, forse... O forse no.
Forse non era niente. Forse era qualcosa.

Remus sorrise. Di colpo, gli riuscì di sentire ciò che aveva udito.
Era un rumore e un silenzio. Era un
urlo e un richiamo. Era tutto e niente.

Remus spalancò gli occhi.
Di fianco a lui, di nuovo, non c'era niente. Di fronte, un Lupo Mannaro si stagliava contro il cielo stellato: una figura gigantesca e oscura, spaventosa.

In mezzo a loro, Stephan era steso a terra, bloccato dall'Incantesimo di Greyback, che adesso si era proteso verso il cielo, lanciando un ululato agghiacciante.

Il Lupo tornò a guardare Remus, il nero dei suoi occhi in quelli dell'altro.
Ringhiò piano, puntandolo col muso, accovacciato, pronto ad assalirlo.

Dall'altra parte, Remus lasciò per un attimo che il suo cervello potesse elaborare il tutto, rendendolo in grado di combattere lucidamente.

Si trasformava praticamente da quando avesse ricordo, ma mai lo aveva fatto in quel modo, di certo non con quello scopo.

Anni di trasformazioni incontrollate non gli avevano certo insegnato come muoversi con quel corpo, che sebbene forte, era anche completamente diverso dal suo, a partire dalle dimensioni.

Era probabile, pensò, che per i primi minuti avrebbe avuto ben poco controllo del suo "nuovo" corpo. Movimenti impacciati, spreco di forza, mancata coordinazione. Il suo avversario, invece, non se ne sarebbe minimamente preoccupato, in quanto il suo istinto lo avrebbe guidato, facendolo muovere meglio di come Remus avrebbe potuto fare anche da abituato.

Vista così, pensò ancora Remus, la battaglia sembrava impari e già persa in partenza.

Ma l'uomo si adatta, cambia a seconda della situazione, impara sempre qualcosa si nuovo dalle sue esperienze.
Questo era il motivo per il quale l'uomo era in grado di portare la sua supremazia sul mondo, ovvero, sapeva cambiare.

A Remus bastavano questo e il saper ragionare, un'arma che Greyback non poteva battere con il solo e semplice istinto.

Questo sarebbero stati i motivi per cui Greyback avrebbe perso.

Difatti, quando Greyback si slanciò in avanti contro Remus, quest'ultimo subì i suoi colpi durante le prime fasi dello scontro, ma poi riuscì a capire come muoversi con quel corpo, e cominciò, pian piano, a mettere appunto una mossa astuta.

Concentrando su di sé tutta l'attenzione del Lupo Mannaro, Remus cominciò a portare i suoi movimenti, e in particolar modo le sue schivate, verso una direzione ben precisa, spostando con sé anche il suo avversario.

Gli attacchi di Greyback erano potenti e le sue mosse veloci, il suo istinto era molto più votato all'attacco che alla difesa, e riusciva a mettere Remus in difficoltà.

L'indole di Remus non era così combattiva, così volenterosa di colpire a morte il suo avversario, ma doveva ammettere che la battaglia, almeno un po', lo entusiasmava. Colpa dell'adrenalina, che fa sentir poco persino la più atroce delle sofferenze, e del fatto che stava cominciando a portare a termine il suo piano. Questo lo faceva sentire bene, lo esaltava, gli faceva pensare che aver preso la pozione in quel frangente fosse stata la scelta giusta.

Quando Remus smise di allontanare il Lupo da Stephan, iniziò la vera battaglia.

A prendere l'iniziativa fu Remus, che si slanciò in avanti con un braccio proteso. Greyback schivò l'attacco gettandosi a terra, mentre Remus tirava indietro l'altro braccio per sferrare un altro colpo. Greyback schivò anche quello rialzandosi, poi sferrò un pugno contro Remus, che lo bloccò con la sua mano, chiudendo il pungo di Greyback in una morsa ferrea. Fece per girarglielo, ma l'avversario gli sferrò un calcio su un fianco che lo lasciò senza fiato, e contemporaneamente lo costrinse a lasciare la presa. Greyback fece per tirargliene un altro, ma Remus ebbe la prontezza di rotolare all'indietro, evitandolo.

Gli venne da chiedersi se anche Greyback non avesse preso una qualche pozione. Quel combattimento gli sembrava troppo "umano". A partire dal fatto che nessuno dei due stava usando le proprie zanne per attaccare. Ma dopotutto quello era Greyback. Non avrebbe mai utilizzato una pozione del genere. E infatti, un attimo dopo, il Lupo cercò di azzannargli il collo, gesto che infastidì non poco Remus, poiché per evitare una bella cicatrice dovette rotolare sul fianco, già dolorante per il calcio di prima.

Vedendo che per il momento non era in grado di mettere al tappeto il Lupo, tornò brevemente al suo piano originario.

Allontanò il più possibile Greyback da Stephan, che nel frattempo si era liberato dall'Incantesimo, poiché chi l'aveva lanciato non era più, almeno probabilmente, vivo.

Gli fece cenno di allontanarsi, ma il bambino rimase dov'era, così Remus mandò un ringhio nella sua direzione.
Il bambino si allontanò, ma quel momento di disattenzione causò a Remus una ferita, provocata da uno degli artigli di Greyback, che gli squarciò la carne di una parte piuttosto ampia dell'addome.
Remus digrignò i denti, ringhiando per il dolore e diede una spinta decisa al corpo di Greyback, che rotolò per terra grazie alla sua forza.

Barcollò all'indietro tenendo una mano sulla ferita, vedendo il sangue scorrergli tra le dita.

Concentrò lo sguardo di nuovo su Greyback, che si stava rialzando, stagliandosi con la luna sullo sfondo del cielo, ben lungi dallo scomparire.

Si permise di alzare per un attimo lo sguardo e vide Stephan allontanarsi di corsa da lì.

Sorrise nonostante il dolore.
Ho vinto.

E con questo pensiero si preparò ad affrontare di nuovo Greyback.

Buongiorno, gentaglia!

Ho voluto descrivere Remus come se fosse un umano, ad esempio quando sorride, o quando mi riferisco a parti del suo corpo chiamandole come le parti del corpo di un umano... Lo so, non sono prettamente normale.

Comunque, noi questa settimana abbiamo la Settimana dello Studente (scusate la brutta costruzione frase), che praticamente sarebbe una settimana dove non facciamo un cazzo e partecipiamo a degli stupidi corsi mentre gli insufficienti devono sottostare alle lezioni di recupero.

Va be', di certo non ve ne frega niente. Addio.

Moro

P. S.
Piaciuto il capitolo?

13 Anni - Remus e TonksWhere stories live. Discover now