"Non mi dispiacerebbe lavorare con te"

1.7K 94 18
                                    

Mentre Sirius lasciava la stanza, sia Remus che Tonks si interrogavano sul possibile senso di quella strana frase.

«Che intendeva?» chiese Tonks.
Remus si strinse nelle spalle.
«È Sirius. Può essere che non intendesse niente.»
Guardò Tonks con le sopracciglia aggrottate.
«I capelli rossi sono volontari?»
Tonks lo guardò.
«Ho i capelli rossi?»
«Be', sì. A meno che non abbiano cambiato il nome dei colori.»
«Non me ne sono accorta. Da quando li ho così?»
«Più o meno da metà cena.»

Tonks cercò di andare in avanti, ma il piede agganciò il tappeto che si trovava a terra, e Remus si ritrovò di nuovo a prenderla al volo.
Rise. Tonks sbuffò.
«Non è divertente! Smettila di ridere!»
«Va bene, va bene, la smetto. Bella caduta, però.»
I due si guardarono, mentre Tonks si rialzava.
All'inizio cercarono di trattenersi, poi scoppiarono a ridere.
«È sempre così per te?» gli chiese, tornando leggermente più serio.
«È da quando mi ricordo che mi capita di inciampare. Ho seriamente preso in considerazione la possibilità che mi bocciassero, all'esame degli Auror. Non c'è verso di fare appostamenti, se ci sono io nei paraggi. Quanto alla domanda "dell'essere sempre così"» sorrise «Be', diciamo che di solito non c'è qualcuno che si assicura che io non finisca faccia a terra.»
Remus rise.
«Sempre lieto di essere d'aiuto. Ma tornando ai capelli rossi, che mi dici?»
«Stavo cercando di arrivare a prendere lo specchio là sul mobile...»
«Ferma, allora, ci penso io»
Tonks fischiò.
«Allora è vero che una delle caratteristiche dei Grifondoro è la cavalleria.»
Remus si girò, guardandola falsamente sorpreso.
«Scherzi? Guarda che se rompi uno specchio sono 7 anni di sfortuna!»
La ragazza alzò gli occhi al cielo.
«E suppongo che questa sia un'allusione alla mia poca destrezza. Ah-ah. Muoio dal ridere.»

Remus le portò lo specchio, tenendoglielo davanti al viso.
«Eh, sì. Sono proprio rossi»
Schioccò le dita facendoli ritornare rosa.
«Stavo così male, comunque?»
Remus fece una smorfia.
«Somigliavi a Lily. Questo lo hanno notato tutti.»
«Ah» fece lei «Mi dispiace»
«Non scusarti» le disse Remus «Non l'hai fatto apposta. Non è stato un bel ricordo, però.»
Tonks fece una smorfia.
«È difficile controllarsi. Se mi dovesse capitare di nuovo, potresti dirmelo? Anche davanti agli altri, basta che tu me lo dica.»
«Va bene, non preoccuparti. Ti guarderò i capelli.»
Tonks rise di nuovo.
«E le spalle? Mi guarderai anche quelle?»
«Oh, certo» fece Remus sorridendo «Quello era sottinteso.»

Remus si chiese se avrebbe potuto farlo davvero. Aveva un'idea di ciò che Silente avrebbe potuto chiedergli, e di certo non avrebbe portato Tonks con se.
Non avrebbe portato nessuno con sé.

Ma se gli fosse capitata qualche altra missione, a Remus non sarebbe dispiaciuto svolgerla con quella ragazza. Gli era sembrata intelligente, e poi era passato davvero tanto tempo da quando aveva potuto passare del tempo con qualcuno che non aveva paura di lui. Per quanto riguardava le donne, l'unica che l'aveva accettato subito era Lily.
Si chiese se i capelli rossi di Tonks fossero stati solo una coincidenza.

«Non mi resta che augurarti la buona notte, Tonks.»
«'Notte.»

Remus si avviò verso la porta, pensando alla camera che Sirius gli aveva descritto durante la cena, insieme al come arrivarci.

«Remus?»
L'uomo si girò.
Tonks era appoggiata allo stipite della porta sul lato opposto della stanza.
La luce della luna, filtrata dalla finestra, le riempiva il viso, rendendolo pallido, quasi perlaceo. Teneva le braccia incrociate e guardava Remus.

Inclinò la testa da un lato.
«Non mi dispiacerebbe lavorare con te.»
Senza aspettare una risposta, la ragazza si girò e uscì dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle.

Remus si infilò entrambe le mani in tasca, guardando il punto della stanza dal quale se n'era andata Tonks.
«Neanche a me.»
Detto questo si infilò nel buio corridoio della casa, scomparendo alla vista.

13 Anni - Remus e TonksWhere stories live. Discover now