"Assolutamente niente"

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Il mattino seguente, Remus si svegliò presto, deciso a presentarsi bene ai capi del branco.

Aveva prontamente nascosto, prima di avventurarsi nel territorio del branco, una valigia, contenente alcuni vestiti, vicino a dove lo avevano attaccato i lupi, dicendo a Katheelyn di averla lasciata cadere per sbaglio di fronte al pericolo dei predatori.

Remus recuperò la valigia, e aprendola cercò dei vestiti semplici da mettersi. Il branco non amava vestirsi in modo complicato, e a Remus andava bene così.

Non gli ci volle molto a prepararsi, e quando fu pronto, Matthew e sua moglie gli fecero strada, conducendolo al luogo delle riunioni del branco.

A Remus avevano detto di aver inviato a tutti un messaggio che li pregava di riunirsi, perché gli fosse presentato il nuovo componente del branco.

Arrivarono davanti ad una costruzione molto particolare: aveva i muri bianchi, senza nessuna crepa, due portoni a doppio battente colorati di rosso, con una maniglia argentata e l'altra dorata, e due finestre, che parevano appartenere ad un ipotetico piano superiore, anch'esse rifinite d'argento l'una e d'oro l'altra, della grandezza di... be', di una finestra.

L'edificio sorgeva sopra una piccola e poco accentuata collina, ma nonostante questo non ispirava un'aria particolarmente gentile. Sembrava abbastanza cupa, ma Remus non avrebbe saputo spiegarne il motivo.

Entrarono nell'edificio, trovandosi davanti un'enorme sala completamente spoglia. Non c'era niente, l'unica cosa visibile erano due porte, entrambe spalancate.

Remus si perse un attimo in quello spazio con lo sguardo, cercando di capire per quale motivo una stanza simile dovesse esistere.

Matthew gli sfiorò una spalla passandogli accanto, riportandolo alla realtà.
Il mago si affrettò a seguirlo.

Presero la porta più lontana dall'entrata, e si ritrovarono in una stanzetta che sembrava avere l'unica utilità di contenere una rampa di scale al suo interno.

Prima di imboccare le scale, Remus vide un'altra porta, di fronte a quella da cui era entrato, e l'ultima cosa che pensò prima di iniziare a salire fu che se avesse visto altre porte, sarebbe stato molto probabile che venire lì da solo sarebbe stato peggio di entrare in un labirinto.

Quando arrivò in cima alle scale, Remus trovò davanti a sé quello che doveva essere il branco al completo.
C'erano circa una trentina di persone, tutte sedute di fronte a Remus, dietro tavoli che correvano da metà stanza alla parete, lasciando solo lo spazio per passare.

A Remus venne in mente l'immagine di un'università.

Remus rimase lì in piedi, mentre Matthew e Katheelyn andavano a sedersi, uno accanto all'altra, sul tavolo in fila centrale, a destra.

Capì di doversi avvicinare, così si mise al centro dello spazio libero davanti ai componenti del branco.

Matthew gli fece un cenno di incoraggiamento, mentre un uomo si alzava in piedi.

«E così tu saresti il nuovo membro di questo branco.»

La sua voce non era gelida e inquisitrice come Remus si era aspettato, bensì ricca di curiosità.

L'uomo portava una camicia bianca e dei pantaloni beige con dei piccoli risvolti in fondo, che lasciavano intravedere la chiara pelle delle caviglie. Risalendo verso il viso, si notava il contrasto tra il pallore del volto e i capelli neri, che scendevano fino quasi a coprire gli occhi.

«Sono io» rispose Remus «Il mio nome è Dagon.»
«Dagon...» fece l'uomo, che pareva essere sulla sessantina «È un piacere conoscerti.»
«Anche per me, signore.»
L'uomo fece una smorfia.
«Qui usiamo nomi, ragazzo, non titoli. Chiamami Albert.»
«D'accordo. Questo significa che da adesso farò ufficialmente parte del branco?»
L'uomo sorrise.
«Dipende da te. In questo branco abbiamo regole molto severe, non tutti hanno deciso di restare. Stasera avremo la luna piena. Vedremo come andrà a finire. Emily?»
«Sì, Albert?»
«Dovresti farmi la cortesia di accompagnare il ragazzo a visitare il villaggio. Mostragli soprattutto questo edificio, e spiegagli le nostre regole. Come sai, io non posso farlo.»

La ragazza chinò il capo, rispondendo con un sì forte e chiaro, poi si alzò, mettendosi accanto alla porta.

L'uomo si rivolse al resto degli uomini e delle donne in sala.
«Credo sia giunto il momento di lasciare andare il nostro iniziato, ma prima credo sia d'obbligo dirgli i nostri nomi.»

Voci si levarono dal fondo della sala, dal mezzo e dalla cima.
Marily, Jonathan, Edward, Lewis, Frank, Theo, Philip.
E ancora: Clarisse, Alexis, Christina, Maria, Annie, Mark, Wuei, Jordy...

C'erano tantissimi nomi, alcuni inglesi, altri stranieri. E tutte le persone che li portavano erano accomunate dal fatto di trasformarsi in mostri una volta al mese.

Finiti i nomi, Remus fece per seguire Emily verso la porta, ma la voce di Albert lo bloccò.
«Devo chiederti un'ultima cosa, Dagon.»
«Quale?»
«Ripeti un'altra volta il tuo nome.»
All'inizio Remus non capì, poi un lampo di comprensione lo illuminò.
«Dagon» rispose.
«Ti ringrazio, figliolo.»
«Non è niente. Assolutamente niente.»

Allora, come al solito mi scuso per il ritardo, ma vi garantisco che non succederà più, perché ho deciso di spostare il termine di consegna a martedì.

Ora, non so davvero come ringraziarvi (perché direi che 1ooo voti sono davvero troppi per me) se non, be', ringraziandovi e basta.

Le domande arriveranno, mi serve solo di passare questa settimana, quindi scusate.

Ah, un'altra cosa: a chi di voi piace la Marvel? Perché sappiate che l'ho appena aggiunta ai miei fandom.

Domanda
Cosa vi sta piacendo di più del branco, finora? Ve lo richiederò anche in seguito, state tranquilli.

Moro

13 Anni - Remus e TonksМесто, где живут истории. Откройте их для себя