"Esaurientemente, Tonks"

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La ragazza si avvicinò al centro della stanza.

Gli altri si erano messi da parte, ognuno dopo la propria presentazione.

Era rimasta solo lei.

Remus non si era sbagliato: la ragazza aveva davvero il viso a forma di cuore.
Un particolare strano, che non aveva mai ritrovato in nessun altro volto, ma che non stonava affatto con tutto il resto.

Era vestita con un'uniforme grigio-nera, che faceva risaltare in modo quasi eccessivo i suoi capelli. Remus aveva già visto un'uniforme simile, ma non riusciva a ricordare dove.
Il ricordo era come un filo nella sua mente, che però non riusciva ad afferrare.

La ragazza prese finalmente la parola.
«Come ha già detto Alastor, il mio nome è Nymphadora. Tonks, di cognome, e a dire la verità, questo, tra tutti, è il modo in cui più mi piace essere chiamata».
Lanciò un'occhiataccia a Moody
«L'unico, in realtà».
Moody alzò gli occhi al cielo.
«Comunque, di lavoro faccio l'Auror.».

Ecco dove Remus aveva già visto quell'uniforme. Lily e James la indossavano sempre, e sebbene la cosa non fosse più obbligatoria da molto tempo, c'erano ancora persone che lo facevamo. Queste persone avevano un motivo preciso per farlo, di solito. A James piaceva lo stile, Lily le portava per la comodità che offrivano.

Remus non riuscì a trattenere la curiosità.
«Porti l'uniforme» le disse «c'è un motivo particolare? So che di norma non sarebbe necessario».
«Oh» fece Sirius «per me, suppongo.»
«E tu che c'entri?» s'intromise uno dei gemelli. «Se io avessi voluto fare colpo, sinceramente, credo che mi sarei messo qualcos'altro».
«Fred!» lo rimproverò la signora Weasley. «Non mi sembra che tu abbia alcun diritto di giudicare l'abbigliamento di nessuno! E non venire a dirmi che sei George, sono sicura che non è così!»
«Non si preoccupi, signora Weasley» fece Tonks. « E comunque, non mi interesserei mai a Sirius. Primo, perché non è decisamente il mio tipo; secondo, perché siamo cugini».
Sorrise a Sirius, che ricambiò sogghignando.
«Com'è che hai messo l'essere cugini solo per secondo?» fece, continuando a ridere.
«Facile: ci tenevo a precisare che non sei il mio tipo. Ogni tanto ti fa bene sentirtelo dire» rispose lei, con un sorriso mellifluo che andava da una parte all'altra della bocca.

Alcuni risero, altri ridacchiarono soltanto.

Remus sorrise. «Mi manca ancora una risposta, però».
«Be', sostanzialmente, Sirius ha ragione. La gente tendeva, e tende ancora, a non fidarsi di me per la mia parentela con Sirius Black, il "traditore in fuga"» disse, sarcasticamente.
«Così, per evitare che la gente non si fidi di me per questo» continuò «ho cominciato a portare l'uniforme, per marcare di più la mia appartenenza agli Auror. Ora che sappiamo la verità, potrei anche toglierla, ma ormai mi sono abituata a portarla, e non credo che smetterò.»
Guardò Remus.
«Questo risponde alla domanda?»
Remus sorrise.
«Esaurientemente, Tonks.»
La ragazza sorrise, poi guardò Moody e commentò: «Dovresti imparare da lui, Alastor.»
«Certo, Nymphadora, come no» fu la risposta.
«Non - chiamarmi - Nymphadora!»

Dette queste parole, i suoi capelli si accesero. Non nel senso che si illuminarono, ma che sembrarono prendere fuoco. Si erano infatti colorati di un rosso acceso, che avrebbe fatto a gara con quello dei Weasley.

«Sembra» commentò Sirius «che la cara Tonks si sia dimenticata di parlarci della sua capacità più importante: la Metamorphomagia.»

Tonks chiuse per un attimo gli occhi e fece tornare i capelli del "consueto" color rosa cicca.
«Sono una Metamorphomagus. Contento adesso?»
«Certamente, cugina» disse Sirius con un sorriso «Finisci pure la tua presentazione, ora.»
«Non credo di avere altro da aggiungere... Oh, aspetta. Mia madre ti manda i suoi saluti, Sirius».
«La cara Andromeda» fece Sirius «se tu dovessi scriverle una lettera, cerca di trovare il modo di ringraziarla da parte mia».
«Contaci».

«Bene» intervenne Silente «credo che possa bastare. Se non hai altro da aggiungere, Tonks, credo che Molly sia impaziente di andare a preparare la cena».
Sorrise alla signora Weasley, poi a tutti gli altri.
«Qui abbiamo finito. Potete andare».

13 Anni - Remus e TonksWhere stories live. Discover now