8. La mamma fa pensieri perversi su me e Matteo.

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"Luna...!"
Alzo la testa e sobbalzo. All'entrata della cucina c'è un uomo. Non vedo il volto, ma dalla voce capisco che non è giovane.
"Chi è lei?"
"Forse tu non ti ricordi di me.. Sol."
Che, aspetta. Come fa a sapere il mio nome?
"Chi. è. lei?"
Gli ripeto con un tono di voce leggermente impaurito.
Accende la luce. Quel che vedo è un volto anziano e gentile, che mi sorride amorevolmente.
"C-ci conosciamo?"
Chiedo guardandolo attentamente. Ha dei lineamenti familiari.
"Papà! Dove sei?"
Urla mia zia Sharon dal salotto. Quando mi arriva di fronte si blocca.
"Luna! Che bello, sei già qua? Papà, sono le tre del mattino, dovresti dormire!"
Papà?
"Sì, Sharon, ma ho sentito dei rumori fuori e sono venuto a controllare! Poi ho incontrato Luna e...!"
Io guardo senza dire una parola, non capendo. Chi è padre di chi? E.. Come fa a conoscere il mio nome?
"Te ne avrei parlato domattina Luna. Ma mio padre"
Gira la testa verso l'uomo anziano
"È molto portato per farsi gli affari altrui!"
Sorrido.
"Tesoro, non è che mi porteresti un buon The caldo?"
La zia sbuffa
"Papà, sono le tre di notte!"
" Lo so. Ma... Voglio un The caldo!"
"Chiedilo ad un dipendente!"
L'uomo si guarda in giro.
"Qua vedo solo te, e Luna. E Luna è troppo stanca per preparare quel che vorrei. Non è così? "
Lo guardo, e noto che la sua faccia si muove di meno di mezzo millimetro, annuendo.
"Sì"
Sbadiglio.
"Sono molto stanca zietta!"
Lei mi guarda.
"Bene, allora va a letto!"
"Ma Sharon, su! Luna deve sapere!"
"Sapere cosa?"
Chiedo.
"Domattina ne parleremo. Ora porta quel ragazzo, come hai detto che si chiama? Va beh, non mi importa; nella stanza degli ospiti, e fila a dormire!"
Mi giro e vedo Matteo sulla soglia della porta, a guardarmi.
"Ok zia."
Dico svogliata. Che mi deve dire di così importante?
"Andiamo Matteo! "
Lui mi guarda e mi segue a ruota su per le scale.
"Quanti cavolo di vestiti ho dentro 'sta valigia?"
Chiedo rivolta a me stessa, tentando di sollevare la mia valigia colorata.
Matteo ridacchia, ormai giunto alla fine della scala.
"Aspetta, ti aiuto io!"
Si posiziona di fianco a me e mi prende la valigia.
Io Sbuffo mettendomi le mani sui fianchi.
"Non avevo bisogno del aiuto!"
Dico a Matteo, che è già a fine scala, un'altra volta.
"Ah, no?"
Mi dice lui ironicamente.
"Avevo la sit..."
Non riesco a terminare la frase, inciampando sull'ultimo gradino, e cadendo sopra Matteo.
"Avevi la situazione sotto controllo, stavi per dire?"
Roteo gli occhi
"Sì!"
Lui ridacchia
"Alzati, nana!"
"Non sono nana! Sono semplicemente... Diversamente alta!"
Scuote la testa divertito.
Mi alzo e aiuto Matteo, porgendogli la mano. Lui l'afferra e si alza.
"Grazie..."
Dico a bassa voce guardando in basso.
"Come?"
Alzo lo sguardo.
"Lo so che hai capito!"
Lui sorride. Come glielo cancellerei a volte quel sorriso dal suo volto.
"Hai ragione, solo voglio sentirmelo ridire. Magari aggiungi anche un "Grazie Matteo per avermi salvata per la trecentesima volta!"
Alzo gli occhi al cielo.
"La tua camera è quella in fondo al corridoio a destra, attento a non svegliare nessuno!"
Gli dico aprendo la porta della mia camera, per poi chiudermela alle spalle.
A volte sei cattiva.
Aw grazie!
Resto a guardare la mia camera sulla soglia della porta. Sembra che Amanda fosse stata informata del mio arrivo, in quanto tutto è in ordine. Ah, se non ci fosse Amanda come farei...
Non faresti. Vivresti nel caos più totale e moriresti sotto una pila di vestiti puzzolenti.
Siamo ottimiste, devo dire.
Sospiro e porto la valigia ai piedi del letto, per poi aprirla. Dopo svariati minuti di ricerca, trovo ciò di cui avevo bisogno: il mio pigiama con gli unicorni.
Me lo infilo, e mi stendo sul materasso del mio letto.
Estraggo dalla borsa a tracolla che avevo appoggiato sul comodino, il mio telefono, e noto un messaggio da Simon.
Da Simon: Ehy babba, sta tranquilla. Ci vediamo tra meno di due settimane.
Da Luna: ma tu già mi manchi. È questo il fatto...!
Premo il pulsante di invio, e il messaggio parte.
Non mi aspetto che mi risponda subito. Lì in Messico non sono le tre del mattino. Sarà tipo.... Non so... Mezzanotte forse? Va beh, non è questo che mi interessa ora.
Abbasso la suonerie e vado sotto le coperte.
Me le faccio arrivare fin sopra le labbra.
Mi ricordo ancora di quando, l'anno scorso Matteo si è fermato qua a dormire. Ho detto che era un ragazzo d'oro. Sì, appunto. Era. È strabiliante come le persone possano cambiare, così, senza una spiegazione.
Chiudo gli occhi, e Spengo la luce.
Sento il telefono vibrare, lo prendo e leggo il messaggio che mi ha mandato il mio migliore amico.

~~~ ~~~ ~~~ ~~~
Apro lentamente gli occhi.
Il sole penetra nella stanza dalle piccole fessure della tapparella. Non ricordo di essermi addormentata. Mi siedo sul materasso e tropiccio gli occhi. Il telefono è sulle mie gambe, spento.
Lo prendo e lo appoggio sul comodino bordeaux di fianco al letto, dopodiché mi alzo.
Mi dirigo verso la porta della camera, quando noto che la stanza in cui mi trovo io ora, non è la mia.
In effetti il mio comodino è azzurro e... Ma dove diamine sono?
Mi guardo intorno, e nel letto dove riposavo poco prima, vedo Matteo.
Accendo la luce, svegliandolo.
"Luna? Che fai qua?"
Mi chiede alzandosi dal letto, con i capelli arruffati.
"Non lo so! Matteo, mi sono svegliata qua!"
Sbarro gli occhi.
"Che?"
Non ricordo un dannato niente, solo di aver letto il messaggio di Simon, che mi dava la buonanotte.
"Perché eri qua?"
Che intelligentone.
"Non lo so! Matteo, lo stavo chiedendo a te!"
Lui sospira.
"Hai camminato nel sonno..."
Lo guardo
"Quindi tu lo sapevi!"
"No, ho solo fatto un'ipotesi! "
Bah.
"Possibile. Beh, vado giù. Scusami per averti svegliato"
Apro la porta e scendo le scale, trovandomi in cucina.
"Luna, che ci fai già sveglia? Sono le 9, pensavo di trovarti qui alle 11, come tuo solito."
Mia mamma mi sorride, e porta un piatto bianco al tavolo.
"Buongiorno anche a te!"
Le dico.
"Ci siamo svegliate con la luna storta, Luna?"
Io sbuffo
"Scusa mamma, è che penso di aver camminato nel sonno..!"
Lei si avvicina al tavolo con una padella in mano, facendo scivolare nel piatto due pancake nel piatto.
"Siediti..."
Mi invita.
"Perché pensi di aver camminato nel sonno?"
Alzo le spalle.
"Stamattina mi sono ritrovata nel letto di Matteo..."
Dico a bassa voce, sedendomi al tavolo.
"Oh... E non avete fatto niente, vero?"
Sbarro gli occhi.
"Mamma!!"
"Beh, siete fidanzati!"
Si difende lei.
"Oh ti prego!"
Le dico io. Come le possono venire in mente pensieri del genere?
"Dai, mangia! Ti sentirai meglio"
Addetto un pancake
"Ma io shto bene!"
Dico con la bocca piena.
"Mi passi il miele?"
La mamma scuote la testa divertita.
"Hey, il miele fa bene!"
Finisco la mia colazione con la mamma di fronte, che mi guarda come se avessi cinque anni.
Poi mi ricorda che mia zia voleva parlarmi, e quindi vado in salotto, dove la trovo leggere.
"Buongiorno zia!"
Dico allegra. Lei sospira
"Luna, sei in pigiama!"
Mi guardo i vestiti.
"Sì, va beh. Che volevi dirmi?"
Le chiedo saltellando eccitata. Se mi ha fatta tornare qui dal Messico, dev'essere importante.
"Luna, vieni a tavola."
Sì alza dla divano, dirigendosi verso il grande tavolo marrone.
"Mio padre, te lo ricordi?"
Annuisco.
"Ecco, lui. Luna, quando ero giovane, non c'è mai stato per me. Era sempre in viaggio, e le poche volte in cui tornava a casa, stava solo con Lilly, tua madre."
"Oh.."
Non dev'essere bello.
"È per questo che non volevo che venisse. Ma è più testardo di te, e quindi eccolo qua. Luna, lui è tuo nonno..."
Sorrido. Giusto, se è il padre di mia zia, e quindi di mia madre, è mio nonno! Come ho fatto a non pensarci prima?
"Fantastico!"
"Ora però vai a cambiarti. Quando si sveglia te lo dico!"
La ringrazio e torno dalla parte dei dipendenti.
"Luna, va a svegliare Matteo, o la colazione finisce, con l'arrivo di Tino e Cato!"
Annuisco e sbuffo.
Salgo svogliatamente le scale, e arrivo davanti alla camera dove dorme Matteo. Busso, ma non mi risponde nessuno. Apro lentamente la porta e sorrido alla scena. Matteo dorme, i capelli spettinati e le coperte che non lo coprono più di tanto.
Si è addormentato in poco tempo, deve aver molto sonno.
Ridacchio.
Mi avvicino al letto, e mi siedo di fianco al chico fresa, dopodiché gli scuoto il braccio dolcemente.
"Matteo"
Sussurro.
"Ehy, svegliati! La colazione è pronta!"
Nessun segno di vita.
Mi sdraio accanto a lui e mi avvicino al suo orecchio.
"Matteito."
Finalmente apre gli occhi.
"Dico nuovo qua?"
Mi chiede con voce spezzata dal sonno.
"Già!"
Gli lascio un bacio sulla guancia, mentre lui sorride.
"Pensavo fossi arrabbiata con me..!"
"Oh, lo ero eccome! Ma così sei troppo dolce, e... Non ho potuto resistere!"
Lui ride leggermente.
"Scusami."
Faccio spallucce
"Non importa, davvero."
Lui si siede e mi guarda.
"Che c'è?"
Dico ridendo.
"Sei bellissima."
Gli Sorrido dolcemente e mi siedo vicino a lui, per poi abbracciarlo.
"Tra due giorni è capodanno. Che facciamo?"
Mi stringo nelle spalle.
"Potrei chiedere a mia zia se possiamo fare una festa qui."
Lui annuisce.
"Buona idea."
Si alza e andiamo insieme in cucina, dove fa colazione.

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Zao!
Ok, lo so che non aggiorno da molto, ma non avevo moltissima ispirazione...
Per di più sono tornata in Italia, che pelloh!!
E nada, ci vediamo nel prossimo capitolo che, tra parentesi, sarà più bello di questo, perché questo fa veramente schifo.
Stellinate e commentate.
Tanti unicorni,
Alice.💙

insieme possiamo volare - lutteo 2 Where stories live. Discover now