13. Non sei per nulla contento

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Normalmente, la parola cartolibreria indica una cartoleria autorizzata anche alla vendita di libri, un posto in pratica dove puoi trovare articoli di cancelleria di diversi generi e tutto quello che è di carta stampata. La cartolibreria Lucky Dog avrebbe dunque dovuto cambiare definizione, non perché non vi si trovassero articoli di cancelleria o libri, ma perché al suo interno conteneva molto, molto di più.

Si chiamava Lucky Dog perché la sua mascotte era il cane Lucky, un bull terrier quasi interamente nero che di solito portava un buffo cappellino a bombetta da leprecauno. Lucky, pur essendo la mascotte, non era l'unico cane presente all'interno del Lucky Dog, che era a tutti gli effetti il negozio più pet-friendly della città (comprendendo anche i pet shop, ovviamente) e parecchia gente entrava con i propri cani, motivo per cui erano state istituite delle postazioni per cani con ciotole di croccantini e acqua fresca.

Oltre ai cani, c'erano innumerevoli espositori di patatine, caramelle, chewing gum e altri snack spazzatura di ogni sorta che spuntavano dagli angoli come funghi fantascientifici e spesso venivano fatti cambiare di posizione.

Adalrico entrò passando sotto l'enorme cartello di plastica che recitava "Lucky Dog – cartoleria da leccarsi i baffi" e si ritrovò nell'ambiente stipato di giornaletti, circondato da scaffali dalla quale occhieggiavano vecchissimi numeri di Tex Willer. L'interno del negozio era diviso in tre stanze diverse che avrebbero dovuto essere, per comodità, dedicate a tre tipi di merce diversa, ma che in realtà erano un guazzabuglio di ogni sorta di bene.

Lucky, seduto accanto ad una ciotola di metallo che recava impresso il nome "Kira", scodinzolò quando vide Adalrico.

«Ciao, salsicciotto!» Lo apostrofò il wrestler, chinandosi a dargli un paio di pacchette amichevoli sul fianco «Dove hai lasciato il cappellino?».

A quelle parole, il cane saltò in piedi e corse a recuperare la propria bombetta, che era nascosta dietro un espositore di cartoline, e la depose ai piedi di Adalrico, facendolo ridere.

«Sei proprio un bravo ragazzo, Lucky!».

Il cane scodinzolò e lo seguì nella seconda stanza della cartolibreria. Andreas stava leggendo senza alcuna vergogna un numero di Teen Princess, il giornale per le ragazze che dentro sanno di essere delle vere principesse. La signora Gianna Merlo stava invece spettegolando con un'altra donna riguardo alla vita di Colin Firth.

Adalrico le si avvicinò

«Chi è Colin Firth?» le chiese

«Colin Andre Firth, semplicemente l'attore più sexy del mondo» rispose sua madre, dandosi ai capelli piccoli colpi con il palmo della mano

«Mai sentito nominare» confessò Adalrico «Ma io non guardo molto cinema»

«Ma hai tutti quei DVD!»

«Beh, io guardo solo certi tipi di film»

«Allora, Ada... Avvoltoio, ti presento la mia nuova amica Monica. Monica, mio figlio l'Avvoltoio».

Monica, il cui cognome ci è ancora oggi sconosciuto, era una signora di mezza età dalle labbra molto piene, con i capelli lunghi e palesemente tinti di nero, che indossava una gonna lunga fino a metà polpaccio decorata con enormi orchidee fotorealistiche.

«Molto piacere» Disse, con voce acutissima «Sono onorata di fare la tua conoscenza! Sono una tua fan fin dal tuo primo match!».

Adalrico le strinse la mano, sentendosi molto grande e molto forte, nonché più bello di almeno il sessanta percento rispetto al solito

«Oh, grazie» le rispose, con un sorriso caldo.

Monica ridacchiò sottovoce e si rassettò la gonna

L'Ombra di un Cappello - 1. Non sei una superstarWhere stories live. Discover now