9. Non sei poi così male

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In molte federazioni di wrestling, gli arbitri non erano difficili da superare e quando arrivava un'interferenza bastava colpirne uno una volta per lasciarlo disteso e spaventato al suolo, incapace di reagire in qualunque modo, oppure lo si poteva spaventare e far fuggire via.

L'arbitro della WICA era una massiccia eccezione a questa regola.

Franco Franchini, unico giudice di gara della Wrestling Italiano Che Ammazza, non era un bestione e non vestiva come un metallaro, inoltre ad una prima occhiata non sembrava particolarmente forte: era un uomo di media altezza, con i capelli grigi e un filo di barba sfatta, che vestiva la classica divisa a righe degli arbitri e che non rompeva mai le regole. Ci si potrebbe allora chiedere come mai tutti erano così intimiditi da lui e la risposta sarebbe stata: Franco Franchini era l'arbitro perfetto.

Sotto il suo naso, nessun match si era mai svolto irregolarmente e ormai il pubblico tifava più per lui che per gli altri wrestler e quando qualcuno cercava di fare un'interferenza tutti non vedevano l'ora di osservare come Franchini avrebbe gestito il match perché fosse pulitissimo.

Franchini aveva principalmente tre armi potentissime:

a. Il Ruggito Franchini, ovvero la sua capacità di urlare con voce leonina a volume altissimo e con grande aggressività con cui, si racconta, fosse capace di spaventare i mastini napoletani e tutti i postini del mondo.

b. La Tirata Franchini, mossa infallibile con cui fulmineamente afferrava l'orecchia del malcapitato o della malcapitata e con forza irresistibile trascinava via la persona che, se opponeva resistenza, rischiava di strapparsi un'orecchia.

c. La Raffica Franchini, arma rarissima da vedere dal vivo perché assai temuta, che consisteva in una raffica di testate che colpivano il malcapitato su tutto il corpo e lo costringevano, o per si o per forza, a spostarsi di lì.

Giggina la Darkettona si diresse verso il ring sventolando la mazza da baseball, lanciando sguardi di fuoco ai fratelli Lava Lamp. Ma lo sguardo più infuocato di tutti era quello di Franco Franchini, che stava vedendo un'atleta non autorizzata avvicinarsi al suo ring e questo lo faceva uscire di testa più di un cane da pastore dell'Asia centrale non socializzato che vede un ladro per la prima volta.

«VATTENE VIA!» Ruggì l'arbitro, sporgendosi fra la seconda e la terza corda e mostrando i denti.

Aveva canini formidabili e appuntiti che spaventarono non poco Giggina la Darkettona. Approfittandone della distrazione di Franchini, la Pagliaccia entrò nel ring e cercò di colpire con dei calci Romano, il quale si spostò due volte prima di bloccarle il piede con una mano e spingerla indietro.

«Franchini, Franchini, cambio illegale!» Gridarono molti nel pubblico e l'arbitro si girò verso la ragazza come una furia, ruggendole contro

«FUOOORI!»

«Io non rispetto le reg-» iniziò a dire la Pagliaccia, puntandosi un pollice al petto, il tutto mentre teneva una gamba alzata con il piede strettamente nella presa di Romano, ma non riuscì a terminare di parlare perché l'arbitro le afferrò un'orecchia e la spinse fuori.

Il Lava Lamp la lasciò andare e, ridacchiando, la salutò aprendo e chiudendo la mano, come avrebbe fatto un bambino.

La Pagliaccia Assassina fu costretta dietro le corde, attaccata al paletto. L'Avvoltoio ne aveva approfittato per rialzarsi e ora si stava scagliando contro Romano, con Giggina la Darkettona che cercava di nuovo di salire sul ring.

Potreste allora pensare che fosse assai difficile per Franchini tenere fuori dal ring entrambe le donne, la Pagliaccia e Giggina, poiché non poteva sdoppiarsi. Stareste allora sottovalutando i superpoteri di un arbitro perfetto.

L'Ombra di un Cappello - 1. Non sei una superstarDonde viven las historias. Descúbrelo ahora