7. Non sei truccato come si deve

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Adalrico uscì dal bagno, controllò che il suo costume da wrestler (con cui aveva viaggiato direttamente fino all'arena) fosse a posto e raggiunse la sua compagna di tag team proprio vicino all'entrata dell'arena-palestra.

I due sbirciarono cautamente dalla porta, stando ben attenti a non farsi vedere, per controllare quanto pubblico stava arrivando. C'erano alcuni giovanissimi, bambini dai sette ai dodici anni, accompagnati da un grosso signore pelato dall'aria distinta, e stavano entrando anche un paio di coppiette di fidanzatini che probabilmente avevano deciso di rendere quello spettacolo di wrestling la meta della loro uscita a quattro.

La Pagliaccia Assassina si ritrasse nel corridoio semibuio, facendo cenno anche ad Adalrico di seguirla. I due si chinarono l'uno verso l'altro con aria cospiratoria, più che altro perché altrimenti Adalrico non avrebbe sentito una sola delle parole che la donna stava sussurrando a voce bassissima.

«Ti ricordi tutto, vero Avvoltoio?»

«Si» mentì lui

«Ma... hai pianto in bagno?»

«No» disse immediatamente Adalrico, drizzandosi altero «Certo che no»

«E allora come mai hai tutto il mascara sbavato?».

Adalrico si toccò la faccia umidiccia. Dannazione, si era lavato la faccia in bagno e il suo trucco era economico e tutt'altro che waterproof.

«Ommioddio» Sussurrò «Che faccio?»

«Dai, che forse hai due minuti per rifarti il trucco» sghignazzò la Pagliaccia, la cui maligna faccia da clown era come sempre impeccabile come un'opera d'arte

«Dici?»

«Solo se corri. Sbrigati, sbrigati!».

Adalrico fece per correre verso i bagni, poi si fermò, raggelato dal pensiero di non avere con sé il trucco.

«Non ce l'ho!» Esclamò, sconsolato «Che faccio? Lo lavo via tutto?».

La Pagliaccia Assassina lo guardò con faccia seria. Sotto la luce giallastra del corridoio, il suo volto sembrava sovrannaturale e pericoloso e Adalrico deglutì, chiedendosi se sarebbe mai riuscito a fare lo stesso effetto.

«Sei il tizio meno professionale di tutto il wrestling del mondo, lo sai questo?» Disse lei «Sei fortunato che ci stai meglio con il mascara sbavato che senza, altrimenti mi rifiuterei di combattere con te»

«Cosa?» fece Adalrico, che pensava di non aver capito

«Dannazione, stai meglio così che come prima. Sembra intenzionale. Lascia il trucco così com'è»

«Sei sicura? Perché posso sempre...»

«Avvoltoio!»

«Si?»

«Se vuoi combattere con me, adesso questo è il tuo trucco da ring. Fa tanto "il Corvo", sai, quel film con il figlio di Bruce Lee...»

«Certo» lui annui: aveva visto l'intera collezione di film del Corvo

«Solo che è più... underground, il tuo» la Pagliaccia Assassina sollevò le mani, contratte come artigli, e guardò come incorniciavano la faccia del suo compagno di team «Più cattivo. Più trasandato. Mi piace, devi avere sempre questo».

Adalrico ne fu irritato: lui non voleva avere un aspetto trasandato, voleva essere maestoso, ma non ribatté visto la Pagliaccia aveva comunque intenzione di combattere in coppia con lui.

La palestra iniziò ad essere più piena.

«C'è gente, là fuori» Disse Adalrico, aggiustandosi il colletto del cappotto

L'Ombra di un Cappello - 1. Non sei una superstarOnde as histórias ganham vida. Descobre agora