4.Non sei sincero

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Adalrico stava dunque mangiando insieme al suo gatto e riflettendo sul senso della vita, ma proprio quando stava per arrivare all'illuminazione che avrebbe dato una svolta alla sua intera esistenza, conferendogli il potere di ottenere tutto ciò che desiderava, sua sorella Asia aprì la porta lasciando entrare il rumore dell'aspirapolvere che spaventò Kane, il quale a sua volta si abbarbicò con gli artigli sul braccio nudo del povero ragazzo (che portava un pigiama a maniche corte), provocandogli dieci piccole ferite assai dolorose che lo distrassero dalla sua meditazione.

Adalrico lanciò un urletto e si girò in fretta verso la sorella

«Chiudi la porta! Chiudi la porta!» gemette.

Asia la richiuse con una lentezza spropositata, ridacchiando. Potreste pensare dunque che Asia fosse una ragazzina un po' sadica. E avreste ragione.

Finalmente Adalrico riuscì a staccarsi il gatto dal braccio e a rimetterlo sulla sedia, poi si rimirò sconsolato il braccio sanguinante.

«Non dovresti dargli da mangiare il pane» Lo redarguì Asia «I gatti sono carnivori»

«Ma a lui piace» Adalrico si tamponò le ferite con un fazzoletto «Che male può fargli qualche briciola?»

«Non lo so... ho letto che quello che mangiano ha effetti sul carattere e questo è il gatto più fifone che abbia mai incontrato»
«Non è vero! Ha paura solo dell'aspirapolvere»

«E dei topi» ridacchiò Asia, sedendosi accanto al fratello per tagliarsi un pezzo di baguette.

Era vero, Kane aveva paura dei topi, ma non perché fosse davvero un gatto fifone, bensì perché da cucciolo aveva avuto un'esperienza piuttosto brutta con un ratto che aveva avuto intenzione di mangiargli la faccia. Era un micino di appena cinque settimane quando, passando attraverso il tunnel abusivo creato dal padre di Adalrico, era entrato nella panetteria e da lì si era diretto sul retro, dove vi era la dispensa. Sperduto fra sacchi e sacchi di farina, il gattino vagò al buio rischiando di cadere fra le trappole per topi che erano state accuratamente disposte nei punti strategici, ma riuscendo miracolosamente a non finire in nessuna. Miagolando disperato, Kane provò a ritornare sui suoi passi per uscire da quello strano mondo buio, ma d'improvviso aveva sentito un odore nuovo, quello del pelo sudicio di un ratto, e poi era stato afferrato da zampette nude e morso sul collo.

Per fortuna, le sue grida terrorizzate avevano attirato Antonio Merlo, che aveva eroicamente scacciato il topo lanciandogli una ciabatta e salvato il micino. Da allora, Kane si mostrava spaventato dai topi di qualunque forma e dimensione e nel tempo era arrivato persino ad avere paura di quelli finti.

Adalrico non era particolarmente contento quando gli ricordavano questo tratto della personalità del suo felino domestico, che nella sua mente era una specie di piccolo leone invincibile.

«Lo sai benissimo perché ha paura dei topi, signorinella» Disse, con la voce arrochita di minaccia

«Non usare il tuo undertono con me, fratellone» rispose Asia, decisa «Lo sai che funziona solo con i bimbi piccoli e con Alessandro»

«Il mio... cosa?»

«Il tuo undertono. Quando fai finta di essere Undertaker perché pensi di fare paura»

«Non stavo affatto usando il mio "undertono"» si schermì Adalrico, tornando a fare la voce normale

«Si che lo stavi facendo. Lo fai sempre quando devi difendere quel gatto. E anche quando non vuoi che ti rubino i crackers»

«Non imito Undertaker, è solo che... mi viene quella voce perché sono arrabbiato» cercò di spiegare lui, ma sua sorella prese a ridere

«Lo fai quasi uguale. Fai finta di essere lui»
«Non è vero»
«Si che è vero»

L'Ombra di un Cappello - 1. Non sei una superstarWhere stories live. Discover now