XXX (ultimo capitolo)

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[consiglio: ascoltare Diphylleia Grayi (skeleton flower) di Jonghyun. Hai fatto un buon lavoro]










«-hyung»
«Taehyung»
«Taehyung!»

Qualcuno iniziò a scuotere il suo corpo, ma le lacrime copiose non accennavano a fermarsi e le sue urla non si placavano.
Chiamò il nome del giovane umano molte volte finché non sentí la gola bruciare, finché non sentí i sensi offuscarsi, finché le sue lacrime non gli appannarono la vista, finché il suo petto non iniziò a far male.
Chiamava il nome di Jimin mentre vedeva il suo corpo inerme al suolo.

«Taehyung

Qualcuno urlava il suo di nome, ma lui non riusciva a pensare a nulla se non al suo angelo e al suo corpo freddo e alle sue mani violacee e alle sue labbra schiuse che non avrebbero mai più ricambiato i suoi baci e ai suoi occhi vitrei e...Lui.
«Sono un mostro, sono debole»

Il ragazzo pianse ancora, alzó il capo verso un cielo che non aveva più speranze per lui, continuò a piangere chiedendo perdono.
Il suo corpo divenne debole.
La sua mente fragile.

«Taehyung

I suoi sensi erano offuscati, un po' a causa delle troppe lacrime e un po' per la stanchezza, ma ne era sicuro: qualcuno lo stava chiamando.
Taehyung era troppo stanco per rispondere.

D'improvviso tutto cambiò.
Il suo corpo, scosso da brividi, venne stretto da due minute braccia che lo circondavano.
La persona in questione era la stessa che lo stava chiamando.

Si trovavano in ginocchio ora, l'uno di fronte all'altro.
Quelle braccia lo stringevano così forte che sentí il respiro mancargli e mai ne fu così felice.
Avrebbe tanto voluto "staccare", era stanco.

«Uccidimi ora, uccidimi e falla finita, uccidi e non farmi soffrire più, uccidimi e placa tutto questo dolore»

Continuò a piangere sulla spalla di quel qualcuno che aveva un profumo così famigliare che lo fece gridare di dolore ancora e ancora e ancora.
Le parole che aveva pronunciato non vennero ascoltate, sembrava che quel qualcuno stesse piangendo per lui e con lui.
Si dimenò, provó a staccarsi, colpí quel petto con leggeri e deboli pugni, ma quel qualcuno non era intenzionato a lasciarlo andare.
Il ragazzo si arrese, ormai a corto di energie, così poggiò la fronte sulla spalla di quella persona, iniziò a far cadere altre lacrime e, pronunciando parole sconnesse, chiuse per un momento gli occhi contornati dalle lunga ciglia che intrappolavano lacrime salate.
«È a causa mia, è a causa mia, è a causa mia»
Quel qualcuno iniziò a pronunciare dolci parole confortevoli, come risposta, che arrivavano alle orecchie del ragazzo, ormai senza forze, come dei leggeri petali delicati portati dal gelido vento.
«Sono qui»
«Ci sono io per te»
«Resterò al tuo fianco»

Tutto mutó: il gelido vento spazzò tutto.
Non c'era più il corpo freddo di Jimin e il sangue scarlatto era come se non avesse mai fatto la sua entrata.
Taehyung sentí due mani posarsi sulle sue guance: un dolce calore che avrebbe voluto sentire per sempre, ma che sapeva di non meritare.
«Non avere paura, ci sono io. Apri gli occhi, Tae»
Condizionato da quella dolce voce, fece come gli era stato consigliato e...
Si trovò dinanzi il ragazzo del quale era innamorato.
Solo lui.

Taehyung era senza parole.
Non riusciva a guardarlo davvero, lo vedeva ma non lo guardava veramente.
I suoi occhi erano fissi in quelli del giovane di fronte a lui, ma la sua mente non riusciva a trovare un senso logico.
Poi, come per magia, tutto acquistó un senso.
Tutto fu collegato.
Loro.

BECAUSE OF YOU - VMDove le storie prendono vita. Scoprilo ora