EPILOGO

141 9 0
                                    

DATA: 25 DICEMBRE 1964

               KALYPSO SI TROVAVA sulla soglia della villa, il vento freddo danzava sulle sue labbra gelate e lei stava giocherellando con le ciocche dei suoi capelli quando si ricordò dell'ultima volta in cui si trovava nello stesso posto.

               Erano trascorsi anni, ed il tempo non perdonava. Era indifferente, come lo definiva lei. Un periodo di cuori infranti e risati erano passati in un attimo. Così, come fosse niente. Il tempo non aspettava nessuno, nemmeno per coloro che trascendevano il genere umano. Dicembre l'aveva trattata nel modo giusto fino ad ora, ed oggi era un'occasione speciale per raccogliere il proprio coraggio ed affrontare i fatti.

                Una piccola mano si insinuò nella sua, e lei sorrise alla bambina ai suoi piedi. Un paio di occhi azzurri guardarono adorabilmente nei suoi neri, e lei rispose al gesto di affetto strizzando appena la manina. "Hai freddo,  το μικρσ μου?"

                La bambina avvolta in un cappotto color lavanda tese la sua mano coperta da muffola e rispose "No, Mama" ridacchiò spensieratamente.

Kalypso inalò esitante e guardò sua figlia ignara di tutto, quasi infastidita dal fatto che avesse preso molto più cose di Alex. I capelli biondi della bambina fuoriuscivano dal capellino che indossava, e lei ignorò sua madre divertendosi alla vista del prato che si estendeva di fronte alla villa.

Ci siamo. Bussò una volta alla porta di legno facendo un passo avanti, con il cuore in gola. Come previsto ci volle un po' perché la porta rivelasse un viso famigliare.

Lo stupore colorò il viso di Hank, ed il ragazzo rimase a bocca aperta. "Kalypso?"

"Ciao, Hank" lo salutò con piacere facendo un passo avanti rispetto a sua figlia, sperando almeno di coprirla con le gambe. "Come stai?"

               "S-sto bene" esitò lui inarcando un sopracciglio con un'espressione sorpresa in viso. "Cosa—"

                "Hank? Chi è?"

                Kalypso si irrigidì e si strinse le braccia attorno al torso, percependo improvvisamente il freddo sotto il suo spesso cappotto che forniva sufficiente calore – calore di cui venne privata quando lui apparve dietro ad Hank.

                "Oh"

                Kalypso si morse il labbro e sentii la gola stringersi. Era passato così tanto tempo – due anni, precisamente – eppure non molto era cambiato, almeno per quanto riguardava l'aspetto fisico.

                "Vi lascio da soli" disse Hank annuendo a Kalypso quando lei gli rivolse un sorriso a labbra serrate. Poi il ragazzo scomparve all'interno della villa.

                Per un momento si guardarono in silenzio, la tensione tra di loro era rappresentata da parole non dette e sentimenti soppressi. I ricordi che la tormentarono ogni giorno durante il tempo trascorso nella Fratellanza dei Mutanti lo fecero di continuo, in un loop eterno dietro le sue iridi guardinghe. Il conflitto era chiaro come il giorno sul viso del ragazzo, e rappresentava un misto tra passato e presente.

                Era così a disagio che la sua gola faceva fatica a deglutire, e lei sbatté le palpebre nel tentativo di allontanare il suo dubbio. Era anche molto consapevole della bambina dietro di lei, parzialmente coperta dalla sua figura.

               "È passato molto tempo"

               "Già" disse lei abbassando il capo. "Stai...bene"

fight club |ITA|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora