CAPITOLO NOVE

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DATA: 20 OTTOBRE 1962

            "ALLORA, CHARLES MI HA DETTO che stai diventando pappa e ciccia con Summers" disse Raven, raggiante.

            Alex, Hank e Charles erano al rifugio e stavano testando l'armatura di Alex, quindi lei, Sean e Raven erano in cucina, e come al solito di Erik non c'era traccia. Raven si sedette sul bancone della cucina crogiolandosi nella luce raggiante del sole che filtrava dalle veneziane, ed osservò Kalypso che svolgere il proprio rituale mattutino.

             Sean quasi si strozzò sul suo caffè altamente zuccherato, sventolandosi il viso che si faceva sempre più rosso. "Per favore non usare mai più il termine 'pappa e ciccia'"

             "Oh, sta zitto, Cassidy. Faccio quello che voglio" disse Raven incurante, rivolgendo un ghigno scettico a Kalypso. Aiutandosi con la sua nuova ciotola di biscotti al cioccolato che Erik aveva nascosto nella mensola più alta, Kalypso ignorò la verità dietro le parole di Raven e finte disinvoltura—era un'impresa facile perché stava già dando le spalle agli altri mutanti.

             "È così?". La ragazza dai capelli rossi, la compostezza incomprensibile ed il sangue freddo non rivelava niente. Raven pensava che quella fosse la parte più frustrante di Kalypso. Nessuno, se non Charles – ed ipoteticamente Alex – sapevano cosa stesse pensando. Quella ragazza avrebbe potuto pianificare un massacro mentre beveva una tazza di tè, ma nessuno sarebbe stato in grado di capirlo grazie alla sua impassibilità.

              "Mhm"

               "Forse hai ragione" fece spallucce, un gesto che faceva molto spesso ultimamente. "È un bravo ragazzo, immagino"

               Bravo ragazzo, mimò Sean in tono canzonatorio aggiungendo le virgolette mentre si voltava sulla sedia per guardarli in faccia. Raven ridacchiò, e Kalypso non riuscì a trattenere un sorriso a labbra serrate. Momenti come questi erano rari, specialmente con tutto il problema della popolazione americana sul filo del rasoio – quotando Moira; ma quando questi momenti si presentavano potevano fare finta che la vita fosse normale e tendevano a curare le loro anime disperate con un pochino di speranza.

             "Non parlare con la bocca piena" lo riprese lei con ancora un sorriso in viso. "È disgustoso"

             "Non tanto disgustoso quanto tu e Summers che ci date dentro – ow! Che ti succede?" Sean si tenne il capo, il dolore scolpito in viso. Raven era in piedi dietro a lui ed aveva un cucchiaio di legno in mano. Guardava il ragazzo dai capelli ricci e lo additò con il succitato cucchiaio in modo accusatorio.

             "Devi essere per forza così crudo?"

             "Gesù, donna, era uno scherzo!"

              Kalypso alzò gli occhi con celata allegria e si allontanò dalla cucina, ignorando le lamentele di Sean nei confronti dei rimproveri materni di Raven. Il mondo sarebbe potuto terminare in fuoco e fiamme, ma Raven avrebbe ancora avuto il coraggio di trovare un milione ed una ragione a giustificare il fatto che Sean fosse un coglione senza filtri.

              Kalypso decise di andare sul tetto, facendo tre passi alla volta mentre sorreggeva in mano una quantità malsana di carte di cioccolatini al cioccolato. Ieri Charles le aveva insegnato come usare una suddivisione della sua abilità. Le aveva detto che era come un muscolo – un muscolo molto flessibile e sufficientemente versatile per fornire altri usi – e che se si fosse concentrata abbastanza, sarebbe stata in grado di farla passare per telecinesi, se nessuno sapeva quale fosse la sua vera abilità.

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