CAPITOLO CINQUE

173 11 1
                                    

DATA: 14 OTTOBRE 1962


"VOI DUE non ce la fate a combattere senza quasi uccidervi a vicenda, vero?"

Commentò Charles mentre tentava di sistemare il polso dislocato di Alex e Moira guardava male il viso di Kalypso ricoperto di sangue ignorando ciò che le faceva veramente male – la caviglia alla quale doveva attribuire il merito ad Alex. Era molto più bravo di quanto si aspettasse all'inizio.

Era vero, ciò che disse Charles. Perché nell'istante in cui Alex si riprese dallo shock caricò verso di lei con il doppio dell'intensità e la attaccò con pugni ancora più precisi di quanto potesse calcolare. Doveva ammetterlo, era bravo. Ma lei la era di più. Lui possedeva la tecnica, mentre Kalypso era dotata sia dell'esperienza che della strategia, quindi era naturale che avrebbe vinto.

            "E quando dico combattere, non intendo che vi feriate in modo letale, bensì che combattiate in modo leale e civile" li rimproverò Charles suturando un taglio profondo sul braccio di Alex – uno dei molti risultati dell'essersi spinti oltre ed aver estratto i coltelli a serramanico.

            "È ciò che abbiamo fatto" disse Kalypso voltandosi per guardarlo in faccia. "Abbiamo combattuto in modo leale"

            "Tra l'altro non esiste un combattimento civile. Si tratta solamente di sopravvivere" aggiunse Alex con un ghigno in volto. "E la psycho qui è stata abituata da tempo a combattere per sopravvivere"

            Lei gli rivolse un'occhiata tagliente e diede un calcio al suo sgabello facendolo quasi cadere prima che Charles mollò l'ago e diede modo ad Alex di rimettersi in equilibrio.

            "Spero che sopravviverete all'allenamento di domani. Dio solo sa come andrà a finire a giudicare da quanto siete entrambi letali" disse prima di proseguire con l'operazione di sutura. Alex quasi non se ne accorse e lei si chiese se fosse qualcosa che lui aveva dovuto sopportare prima. Sembrava abituato a questo genere di trattamento.

            "Perché?"

            "Per prima cosa domani mattina voi due ci insegnerete tutto sull'autodifesa"

            "Si, ma ora dovete riposare ed assicurarvi che i punti non si aprano. I tagli probabilmente guariranno entro domani se l'etichetta su questa crema non mente" sospirò Moira chiudendo lo sportello del kit di pronto soccorso con un deciso click. "Il destino dell'America è in pericolo, e non possiamo permetterci che un'azzuffata tra due dei mutanti più potenti metta a repentaglio la sicurezza del paese"

              Kalypso annuì controllandosi le ferite per l'ultima volta – quelle non coperte dalla giacca che era riuscita ad infilarsi in un istante prima che Moira entrasse nel rifugio antiaereo. Alex aveva già dimenticato l'ammonizione di Charles, e stava già salendo le scale diretto verso la sua camera. Poi, come se avesse percepito la curiosità di Kalypso, lui si voltò per guardarla. "Hai bisogno di una mano per fare le scale?"

            "Mi hai slogato la caviglia, quindi si, mi serve una mano per raggiungere la mia camera" rispose lei sardonicamente. Alex non era la persona preferita di Kalyspo, quindi le piaceva farlo soffrire in sua presenza, almeno un pochino. Lui mormorò imprecazioni sottovoce e scese velocemente le scale tenendosi il polso che lei aveva rotto. "Ah, scusami per il tuo polso" alzò lo sguardo sentendo appena un vago senso di colpa in coscienza.

             Solo un pochino.

             "Tranquilla" rispose facendo spallucce. Si trovavano ai piedi della rampa di scale e Kalypso si supportò ad Alex circondandogli le spalle con un braccio.

fight club |ITA|حيث تعيش القصص. اكتشف الآن