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«Cooosaa?» urlai contro il telefono che tenevo tra la spalle e l'orecchio.

Diverse persone si stavano voltando nella mia direzione e mi accinsi a sorridergli di scuse.

«Niall no no e no. Che ne sai di quali sono le mie...emh misure? Dovrei provare l'abito prima» dissi.

«Niall?» lo richiamai.

«Emh si s-scusa, dicevi?»

«Come hai fatto a comunicare le mie misure? Dovrei fare delle prove...»

«Credi non sappia come sei? Ti ho guardata e toccata per così tanto tempo che credo di conoscerti meglio di chiunque altro» ammise tutto d'un fiato.

«S-scusa non intendevo dire-...» tentai imbarazzata.

«È acqua passata ormai...comunque, credi che mi sia sbagliato di tanto? Possiamo sempre far ristringere l'abito se non va bene» disse con voce distratta probabilmente scarabocchiando su un pezzo di carta.

Sospirai sonoramente puntando lo sguardo sulle mie scarpe.
Lui non sapeva ancora nulla e non avevo idea di come affrontare l'argomento. Mancavano poche settimane al matrimonio ma sarei dovuta andare prima per fare le prove d'ingresso e d'uscita in chiesa. Avrei finalmente conosciuto Selenia, Niall non parlava d'altro e sembrava essere davvero una splendida persona. Solare, in po' pazza e romantica come lui.

«Che ne dici se anticipassi il viaggio di qualche giorno? M-magari potrei darvi una mano e-...»

«E me lo chiedi? Oh Meg non vedo l'ora di vederti. Sel è così impaziente di conoscerti» cantilenò dolcemente.

Sorrisi anche se non poteva vedermi e scossi la testa. Dopotutto sarebbe stato piacevole rivedere il mio vecchio amico e la sua nuova futura sposa.

«Grazie Niall, per tutto. So che non te l'ho mai detto abbastanza ma io ti sono veramente riconoscente per tutto quello che hai fatto per me, sei un vero amico» sussurra sincera.

«L'ho fatto con piacere e nonostante tutto lo rifarei altre mille volte. A proposito, come sta emh...Harold? Non lo sento da quando stava venendo a Boston da te» chiese gentilmente. Non c'era rancore o risentimento nella sua voce, era sincero e la cosa mi faceva piacere. Significava che fosse andata avanti e non sarei potuta essere più felice per lui.

Cercai di inghiottire il groppo amaro che mi si era formato in gola e sospirai. Il sospiro più lungo e carico di frustrazione che io abbia mai emesso. Più passavano i giorni e più il mio cuore doleva per la sua assenza. Lo sentivo lontano e non solo fisicamente. Il legame che stavamo cercando di ricreare si era slegato di nuovo e questa volta non sarebbe stato così semplice riguadagnarsi la mia fiducia. Sapevo che sempre e comunque ci sarebbe stato il rigonfiamento sul mio ventre a ricordarmelo ma non potevo permettere che i sentimenti che provavo per lui mi schiacciassero.

Ricordo come se fosse ieri il modo in cui i suoi occhi puri, tagliati leggermente a mandorla e contornati da spesse ciglia scure mi avevano guardata. Erano intensi e più profondi di quanto due semplici occhi dovrebbero essere. Magnetici, lussuriossi e penetranti. Avevo passato notti intere ad immaginare come sarebbero potuti essere ma mai, e sottolineo mai, neanche una volta ero riuscita ad avvicinarmici. Così perfetti, così fottutamente straordinari. Avrei potuto passare la vita a perdermici dentro. L'avrei fatto per davvero.

«Harold è...»

«...in realtà non so esattamente dove sia ora, quindi beh...» le parole mi morirono in gola e dovetti chiudere con forza gli occhi per impedire che le emozioni prendessero il sopravvento. Ero così instabile che qualunque gesto sembrava essere diventato difficoltoso da compiere.

Lo sentii sospirare e farfugliare parole incomprensibili sottovoce.

«Perché diamine è andato via? Io n-non dico di sapere qualcosa ma secondo me deve esserci per forza una spiegazione logica» continuò «prima di partire mi aveva accennato che volesse sistemare le cose tra di voi in maniera seria» concluse.

«Non lo so Niall, questa situazione mi sta facendo esaurire, non ci sto capendo più niente» esclamai rassegnata.

Aumentai il passo verso il mio appartamento stringendomi maggiormente nel cappotto. Anche quello iniziava ad andarmi piuttosto stretto e questo voleva dire che presto avrei dovuto comprare capi nuovi.

«Senti, parti questa settimana okay? Stare un po' di tempo insieme e vedrai che starai meglio» annunciò premuroso.

«Stare nella stessa città e rischiare di incontrarlo non credo mi sarà d'aiuto» ironizzai.

Non volevo sminuire le sue buone intenzioni ma sapevo che essere così vicina a lui non mi avrebbe aiutata. Avrei sempre avuto il timore di poterlo incontrare e la cosa non mi entusiasmava. Se aveva deciso di allontanarsi non credo che corrergli dietro sarebbe stata una buona idea.

«S-scuami sono solo un po' stressata...ma certo che vengo, non vedo l'ora di rivederti» enfatizzai le ultime parole. Forse mi avrebbe davvero aiutata passare del tempo insieme.

«Ti aspetto baby, ci vediamo sabato» e riagganciò.

Misi il cellulare nella borsa e salii le scale del palazzo lentamente. Da quanto l'ascensore si era guastato ero stata costretta a fare più movimento del solito e la cosa non mi dispiaceva.

Inserii le chiavi nella toppa ed entrai.

Tutto era rimasto in ordine come l'avevo lasciato poche ore prima se non per un Zayn spaparanzato sul divano, in mutande ed intento a sgranocchiare un pacchetto di patatine.

«Sei pietoso» bofonchiai appendendo ordinatamente il mio soprabito.

Scrollò le spalle continuando a prestare attenzione al programma TV come se fosse la cosa più interessante del pianeta.

«Come mai non sei a lavoro?» chiesi sedendomi di fianco a lui posandogli le gambe sulle ginocchia.

Scrollò nuovamente le spalle.

«Mh, no niente sono solo stato licenziato» disse.

Lo guardai con un sopracciglio alzato attendendo una spiegazione dettagliata.

Mi schiarii la voce e parlai. «Perché?»

Si voltò lentamente nella mia direzione puntando i suoi occhi scuri nei miei. Era palesemente nervoso.

«Vuoi sapere il perché?» chiese retoricamente alzando il tono di voce.

«Perché sono un fottuto disastro e perché ho tinto di viola i capelli di un ottantenne cieca» concluse alterato e rosso in viso.

Ci fissammo per un diversi minuti finché al limite della sopportazione scoppiai a ridergli in faccia.

«Oh ma andiamo, sei-sei serio?» riuscii a bofonchiare tra una risata e l'altra.

Il moro mi guardò in cagnesco finché non terminai il mio teatrino isterico.

«Sembrava una cazzo di melanzana Meg» disse infine lasciandosi andare anche lui ad una risata tutt'altro che virile.

Mi alzai e l'abbracciai posando la testa sulla sua spalla. Nonostante si notasse quanto questo avvenimento l'avesse toccato non potevo risparmiargli la mia presa in giro ma, l'avrei fatto più tardi. Magari avrei atteso il rientro di Lucas, in due sarebbe stato meglio.

«Mi accompagnaresti a comprare qualcosa che non mi faccia sembrare una mortadella sottovuoto?» chiesi alzando lo sguardo ed intercettando finalmente un sorriso sulle sue labbra.

SPAZIO AUTRICE

Ciao tesori!
Vi aspettatevate tutto ciò? Come la prenderà Niall secondo voi? Ma soprattutto, Harold che fine ha fatto?

Alla prossima ❤️

Ig: redkhloewattpad/ _saradevincentiis

Chat With Stranger 2 | HSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora