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Silenzio.

Lo sguardo di Lucas si abbassò ferito e forse anche colpevole per aver nascosto a nostra madre la verità. Lasciò il mio fianco de incrociò le braccia al petto come a volersi estraniare dalla situazione.
Ma orami era troppo tardi e c'eravamo dentro entrambi.

Riabbassai cautamente la maglia e attesi qualcosa. Un qualsiasi tipo di segnale da parte di mia madre..che però non arrivò. I suoi occhi erano ancora fissi increduli sul ventre ormai coperto e le labbra leggermente schiuse. Non parlò e né si mosse per i minuti successivi e noi, di conseguenza, attendemmo.

Poi, inaspettatamente e senza preavviso, avvertii un forte calore all'altezza della guancia.
Rude, prepotente e carico d'odio. Questo era il messaggio lanciato dallo schiaffo appena sferratomi dalla donna di fronte a me.

Portai una mano sulla parte dolorante ed inalai avidamente un po' d'aria per cercare di ritornare a respirare correttamente. Massaggiai la guancia avvertendo il sangue fluire sotto di essa e, per un attimo, vidi la vista annebbiarsi. Faceva male ma non quando il disprezzo che leggevo nei suo sguardo indifferente.

«Un figlio gay ed una sgualdrina incinta» sputò velenosa.

«Dove diamine ho sbagliato, mh?» chiese puntando lo sguardo al cielo con le braccia aperte.

Ed è lì che anche l'ultimo briciolo di speranza si disintegrò. Il momento che ogni donna aspetta da tutta la vita di condividere con la propria madre, era stato quello che mi aveva portato ad odiarla. Mia madre, la donna che mi aveva messa al mondo e supportata in ogni mia scelta, mi stava voltando le spalle con una tale semplicità da farmi venire il mal di stomaco.

«È capitato, non l'avevo p-previsto...» sussurrai in lacrime «io non-...»

«Fuori da casa nostra» si intromise questa volta Lucas sovrastandomi.
Non mi voltai a guardarlo, non ne avevo bisogno. Sapevo quanto Lucas tenesse a questo bambino ed aveva cercato di prepararmi all'eventualità che le cose non andassero come sperate con lei.

Lo tirai per un braccio ma si scostò avanzando nella sua direzione.

«Tesoro io non-...» tentò lei.

«NO» negò alzando la voce.

«Stai dando della puttana a tua figlia senza sapere un cazzo e te la stai prendendo anche con me e Zayn» sputò «...o decidi di comportarti come tutte le cazzo du madri oppure facci un favore e tornartene a casa» disse serio puntandole un dito contro. La guardò dritto negli occhi con una tale intensità che persino io mi meravigliai della forza che stava dimostrando davanti alla donna che l'aveva cresciuto.

Guardai la scena in un angolo mentre le lacrime scorrevano sul mio
viso ormai arrossato. La mia famiglia si stava autodistruggendo e la colpa era solamente mia. Mi ero illusa di poter gestire la situazione senza recare danni ed invece avevo scatenato una lunga e dolorosa guerra fredda.

«Mamma» proferì con voce flebile tornando al suo fianco.

Entrambi mi fissarono in attesa che dissi qualcosa e persino Zayn, probabilmente dopo aver sentito il trambusto, era tornato indietro.

Mi misi tra lei e mio fratello tendando di accarezzarle una mano che, prontamente ritrasse.
Sospirai passandomi una mano tra i capelli e rilassai le spalle. Questa probabilmente era la prima vera decisione da adulta e mamma che stavo elaborando.

«Non voglio che tu mi dia soldi né tantomeno che sprechi le tue giornate a fare la nonna. Se pensi che sia stata irresponsabile e che tutto questo sia solo un'errore beh, è un tuo problema. La mia decisione è quella di crescere questa creatura nel meglio delle mie possibilità e non sarai certamente tu a farmi cambiare idea» ripresi fiato e continuai «...quindi se per amore dei tuoi figli tu voglia cercare di essere presente per tuo nipote, noi saremo qui e non te lo impediremo. Sai, speravo che da madre avresti capito cosa sto passando e quanto, ora più che mai, avessi bisogno di te ma, a quanto pare, non è così. Quindi fai ciò che devi perché la nostra vita adesso è questa» dissi inchiodano lo sguardo nelle sue iridi in cui tante e troppe volte mi ero rifugiata.

La vidi sbattere le palpebre diverse volte prima di realizzare il senso delle mie parole. Volevo che capisse quanto la situazione mi stesse aiutando a crescere e ad essere una persona migliore di quella che era abituata ad avere intorno. Nessuno più di lei doveva e poteva avere diritto di parola sulla mia vita ma, fino ad un certo punto. Ero una donna con delle responsabilità non indifferenti da affrontare e se lei non riusciva ad andare oltre il semplice fatto compiuto, allora, non avevo altro da dirci.

«Bene, se è questa la tua decisione io non ho altro da aggiungere» concluse.

E così facendo, nel giro di pochi minuti, prese le sue cose e sparì dietro la porta senza proferire parola.

«Chiamale un taxi» ordinò Lucas.

Solo quando sentii la porta chiudersi capii che stesse parlando con Zayn.

Guardai mio fratello e finalmente iniziai a rendermi conto di quanto accaduto negli ultimi dieci minuti. Avevo esplicitamente detto a mia madre di accettarci o di sparire dalle nostre vite. E così aveva fatto. Aveva scelto la via più comoda esattamente con Harold.

«Vieni qua» sussurrò stringendomi tra le braccia per cullarmi in un lento ballo tutto nostro.

Chiusi gli occhi e nascosi il viso nel suo petto. Allacciai le braccia intorno alla vita e mi lasciai trasportare dolcemente dalle premure di quest'uomo meraviglioso. Non so come avrei fatto senza di lui e gli ero grata seppur non glielo dicessi abbastanza spesso.

«Andrà bene lo stesso»

«Sicuro?» chiesi in sussurro.

«Te lo prometto»

SPAZIO AUTRICE

Hello babies!

Ditemi la verità, vi aspettavate tale reazione da parte di mamma Emma? Scrivetemelo nei commenti.

In più ho creato una bozza di aesthetic, non sono molto pratica ma ci tenevo a mostrarvelo. Che ne dite?

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