Capitolo 8

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"Vivere come se qua
non ci fosse un domani
che torni all'alba e ti scordi
anche come ti chiami."

Emily's POV

11:56 PM

Ero seduta beatamente sul mio morbido divano posizionato in salotto, quando d'un tratto sentii dei forti rumori provenienti da una casa vicino la mia.

Data dalla mia troppa curiosità, cercai di capire cosa stesse accadendo in quel momento fuori nella via di casa mia.
Così uscii fuori indossando velocemente un capotto al volo.

Uscii dalla porta principale della mia abitazione, iniziando così a dirigermi verso il gran baccano che sentivo.

Durante il tragitto scorsi delle persone tutte difronte una grande casa simile alla mia, non poté scorgere altri dettagli per via della poca visibilità.

"Quante cazzo di volte vi ho detto di non venire a casa mia?" Sentii dire in modo molto arrabbiato ad una voce che mi sembrava quasi familiare, però non riuscii bene a capire chi stesse parlando in quel momento.

"Lo sappiamo che è pericoloso ma sai la situazione." Disse un'altra voce maschile.

"Devi aiutarci." Questa voce mi sembrava di averla già sentita quella notte mentre origliavo in quel vicolo.

"Non ho intenzione di aiutare nessuno, se non ve ne andate subito vi sparo in faccia." Era la voce della persona che poco prima aveva parlato, sempre con un tono molto rude.

"Ci hanno fottuto cazzo aiutaci." Questa voce sembrava molto disperata.

Il grande vocio che poco prima era presente si calmò in un istante. Fu tutto un susseguirsi di grandi sussurri.

"La scadenza era quella, il carico era già stabilito." Riuscì a notare che la persona che aveva appena parlato aveva un ombra molto familiare, mi sembrava di conoscere questa persona ma non riuscivo a capire bene chi fosse esattamente.

"Se ci hanno fottuto il carico di droga, non è colpa nostra cazzo!" Sbottò un'altra voce maschile.

Non dovevo ascoltare tutto questo.
Si parlava di cose illegali e di malavita, non avevo intenzione di restare ad ascoltare ancora.

Mi sporsi appena verso la strada, mi girai e iniziai a incamminarmi verso la mia abitazione.
Però il rumore delle mie scarpe fece eco lungo tutta la via.

'Cazzo' sussurrai tra me e me.

Istantaneamente quel gruppo di ragazzi si voltò verso la mia direzione e purtroppo mi videro.
"Abbiamo visite." Sentii sussurrare a un ragazzo non di mia conoscenza.

"Cazzo ha sentito tutto." Borbottò un ragazzo alto fissandomi.

Subito dopo due di loro mi presero per le braccia spingendomi con molta violenza, portandomi dentro quell'abitazione.

Mi misero con forza su una sedia tenendomi ferma.

"Cazzo lasciatemi." Sbottai con molta rabbia.

"Dolcezza hai sentito i nostri discorsi non possiamo farti andare via." Mi disse un ragazzo dalla voce molto roca.

Aveva dei capelli di un nero intenso e poté notare come i suoi occhi fossero di un azzurro molto ammaliante.
Ma la cosa che mi fece rimanere a bocca aperta, fu la cicatrice che si ritrovava sul volto.

Una cicatrice che andava da una parte all'altra del viso.
Questo ragazzo non aveva un'aria molto affidabile.

"Non ho sentito nulla!" Urlai di tutta risposta.

Perfect Disaster -Harry Styles  Where stories live. Discover now