Capitolo 4

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Emily's P.O.V

Il post sbornia che ebbi il giorno dopo fu devastante, avevo un mal di testa fortissimo non riuscivo nemmeno a tenere gli occhi aperti.

Tralasciando i conati di vomito che mi avevano accompagnato per tutta la notte.

Odiavo bere per questo, ma quella notte volevo andare oltre il limite, esagerare un po'.
Era da tanto che non lo facevo.
Rimasi a letto tutta la giornata fino a quando non sentii bussare verso le 15:30.

Scesi di sotto molto lentamente senza rischiare di cadere con la faccia per terra.
Aprii la porta e davanti a me c'era l'unica persona che non mi sarei aspettata di vedere quel giorno.

Harry.

Emanava un forte odore di alcol e aveva gli occhi arrossati insieme alla bocca socchiusa.
"Sei ubriaco" lo guardai attentamente scrutando ogni minimo particolare del suo viso.
"Fammi entrare" disse in modo rude e mi diede parecchio fastidio ma non potevo iniziare una discussione con un ragazzo ubriaco.
Aveva le iridi più scure rispetto alla sera precedente come se in lui fosse presente qualcosa che lo rendesse non so... apatico?
Ma non riuscii a capire cosa.

Ma del resto era la stessa emozione che vedevo spesso all'interno delle sue iridi verdognole.
Per quel poco che ho conosciuto ovviamente.

Lo feci entrare in soggiorno, lui si sedette sul divano dopo esser inciampato sul tappeto due volte.

"Non so perché sono venuto qua" disse lui dal nulla sempre con tono rude.

"Fantastico" dissi sarcastica fissandolo abbastanza seria.
"Il tuo tono rude mi fa salire il nervoso" dissi gesticolando, "Mi dispiace" rispose abbastanza serio sollevando le spalle come se la mia affermazione non lo avesse toccato minimamente.

"Ti accompagno a casa tua?" chiesi seria.
Non volevo che stesse a casa mia, perché non mi andava molto a genio l'idea di dover dividere casa mia per un giorno con un bipolare apatico ubriaco e anche maleducato.

Che poi la sera prima era diverso, non era così esageratamente rude.
Era distaccato dal mondo e serio ma non mi trattava così.

"Voglio restare qui" rispose fissando il vuoto.
"Perché?" Chiesi.

"Perché mi va" rispose senza nessun imbarazzo o qualsiasi altra emozione, sul suo volto c'era solo l'indifferenza.
Stava iniziando ad irritarmi, non poteva fare quello che voleva.

"Sai il mondo gira intorno a una stella chiamata Sole non intorno a te." Gli dissi abbastanza scocciata dalla conversazione avuta con lui.

"Voglio stare qua forse.. perché ci sei tu." disse come se fosse una domanda che si stesse ponendo da solo, in volto aveva un'espressione mista alla confusione e all'indifferenza come al solito.

"Sopra ho una stanza puoi restare a dormire se vuoi."
Affermai con sufficienza, mentre sistemavo alcune cose nelle mensole alla ricerca di un qualsiasi medicinale per il mio emicrania.

Non ricevetti nessuna risposta, così mi girai e ritrovai lui a pochi centimetri dal mio viso intento a fissare i miei occhi con i suoi due pozzi verdi.

"Non so per quale motivo ma tu mi mandi in confusione." sussurrò fissando la mia bocca, il suo alito sapeva di alcol e questo mi fece storcere il naso.
"Perché?" gli sussurai fissando un qualsiasi punto che non prevedesse i suoi occhi.
"Mi porti ad evitare le mie barriere, quelle che mi tengono lontano dalle persone.
Ma tu -disse soffiando sulla mia bocca- mi rendi diverso" sussurrò avvicinandosi sempre di più alla mia bocca fino a sfiorarla con la sua. Rimasi basita al sentire ciò, non mi aspettavo da lui queste parole.
E sicuramente nemmeno questo contatto così affrettato.
Sicuramente era tutta colpa dell'alcol.

Perfect Disaster -Harry Styles  Where stories live. Discover now