Capitolo 10

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Dopo quell'incontro e quella inaspettata conversazione con Harry, mi precipitai sotto le coperte per riuscire a prendere quel poco di sonno che mi rimaneva.
Quelle sue parole mi avevano fatto provare un po' di pena nei suoi confronti, non so cosa gli fosse accaduto, non sapevo cosa davvero lo tormentasse, ma speravo in cuor mio, di riuscire a scoprirlo.
Volevo conoscere realmente Harry, comprenderlo a pieno, carpire il suo vero io oltre quella corazza che tanto si curava di mostrare.
Perché tanto da lì a poco le nostre vite sarebbero state unite da questo strano "segreto".

La mattina seguente venni svegliata di soprassalto da dei rumori provenienti dal corridoio.
Mi alzai lievemente per guardare l'orario dalla sveglia posta sul comodino vicino al letto.
6:34 AM
Era tremendamente presto e avrei voluto solamente coprire la mia testa con il lenzuolo per continuare a dormire. Però sapevo che a breve mi sarei dovuta svegliare, per capire cosa Harry volesse fare, e cosa sarebbe stato questo allenamento di cui aveva parlato il giorno precedente.

Vidi la porta della camera aprirsi silenziosamente e una testa riccioluta sbucare fuori da essa, per accertarsi se stessi dormendo o meno.

"Sono sveglia." Dissi con tanto di sbadiglio, stropicciandomi gli occhi, successivamente Harry entrò in stanza, e mi accorsi che era vestito con dei pantaloncini da tuta e una maglietta bianca di quelle con tessuto traspirante da palestra.
"Buongiorno, speravo lo fossi, non mi piace svegliare le persone. Ti aspetto così ti preparo la colazione giù." Disse scrutando attentamente i miei movimenti mentre mi alzavo dal letto.
Mi voltai cercando di rifargli il letto, come per ringraziarlo delle sue premura nei miei confronti.

"Puoi lasciarlo anche così, non preoccuparti."
"Oh beh.. non ci sto nulla nel farlo, ho già finito." Dissi mentre ripiegavo l'ultima parte di coperta, mi voltai e lo vidi fissarmi attentamente con un accenno di sorriso che gli circondava il viso.
Ma dopo poco si accorse che vidi la sua espressione e si affrettò a muoversi per uscire dalla camera.

Feci lo stesso e lo seguii fino alla cucina.
"Capisco che la colazione è il pasto più importante, però non serve che ti disturbi, puoi dirmi dove trovare le cose e penso a tutto io." Provai sorridendogli mentre lui era intento nel cucinare qualcosa sui fornelli, probabilmente uova.

Vidi le sue spalle inarcarsi e lui si voltò verso di me con un'espressione seria.
"Faccio tutto io così perdiamo meno tempo e possiamo iniziare subito."
Subito dopo sistemò i piatti con le uova strapazzate e il bacon, versò del succo d'arancia in bicchieri di vetro e mise tutto sull'isola.

Lo vidi sedersi e iniziare a mangiare senza aspettarmi. Così velocemente presi posto anch'io e iniziai a mangiare quello che lui si era tanto affrettato a preparare.
Di tanto in tanto posavo il mio sguardo sul suo viso,  marcato da lineamenti duri dati probabilmente dal suo stato pensieroso in quel momento, infatti aveva la fronte e le sopracciglia corrucciate.

"Lo so come ti senti, confusa e sola, lo capisco veramente, ma non c'era altra soluzione altrimenti."
Spezzò il silenzio all'improvviso mentre ero intenta a bere il succo d'arancia.

La mia pazienza era fuggita via già da un po' di tempo, non avevo bisogno di stupide frasi fatte, avevo bisogno di serie spiegazioni. Volevo che mi chiarisse tutto il casino di cui avevo fatto parte.
Avevo bisogno di capire quanto grave fosse la situazione e quanto potesse sconvolgere la mia vita.
Ma giudicando l'avvenimento della sera precedente in quella casa, potevo già presagire che non ne sarei uscita tanto facilmente.
Ero anche abbastanza nervosa e contrariata nei suoi confronti, mi trovavo in disaccordo con quello che disse perché è sempre presente un'altra scelta, in qualsiasi situazione.

"Non credo sia così, c'è sempre un'altra soluzione Harry." Dissi abbastanza rudemente fissandolo nei suoi occhi chiari, lo vidi stringere i pugni sul tavolo e guardarmi con sguardo torvo.

"Tu non capisci, vero? Credi che sia un gioco? O qualche cazzata da film del cazzo? Ma hai visto quelle persone ieri? Stavano per spararti in testa e tu cerchi un'altra soluzione? Davvero Emily?"

Era davvero furioso, ma più che arrabbiato con me sembrava amareggiato anche per se stesso, come se non volesse fare realmente parte di quel gruppo di persone poco raccomandabili, ed era furente di rabbia perché io mi ero immessa in questo assoluto casino. Si alzò dallo sgabello accanto all'isola, prese il suo piatto e lo lanciò dentro la lavastoviglie vicino il frigo, causandomi uno spavento per il forte impatto che quasi ruppe il piatto.

"Io non so che cazzo sia tutto questo e dove cazzo sono finita, devi essere tu a spiegarmelo.
Se solo avessi saputo che tu avessi a che fare con gente simile, non mi sarei mai avvicinata a te, puoi starne certo."
Mi pentii subito dopo di tale affermazione, anche se era la verità, se avessi saputo che Harry avesse avuto a che fare con pistole, droga e gente che gira con coltelli a farfalla in tasca, mi sarei tenuta lontana da lui e soprattutto dai dannati guai.
Pensavo fosse solo introverso e non che nascondesse qualcosa di tanto grande e pericoloso.

Lo vidi guardarmi serio stringendo la mascella, poi allontanò il suo sguardo dal mio, continuando la discussione.
"Avresti fatto bene a starmi lontana."
Si avvicinò a me ancora seduta sullo sgabello accanto all'isola, prese il mio piatto e lo posizionò in lavastoviglie accanto al suo.

"Non sono il ragazzo semplice che credevi, non voglio fare tanti giri di parole, faccio parte di una sottospecie di banda che si occupa di affari loschi e non sicuramente legali, che coinvolgono mezza Europa e anche parte degli Stati Uniti. È un giro molto grosso, e diciamo che.. non sono persone con le quali poter ragionare."

Lo guardai seriamente impaurita e sconvolta da tale rivelazione. Ma una domanda avevo in mente.
Perché faceva parte di questo giro se sembrava non volesse farne parte?
"Con te si può ragionare invece? Da come ho sentito anche tu non ti fai scrupoli e sei non so.. un boss? Un capo? Un gangster? Chi sei Harry!?"
Mi avvicinai a lui, quasi urlando.
Lui mi guardò serio in pieno viso.

"Io non ho scelto di farne parte, non provo piacere nell'uccidere o nel ricoprire questo ruolo, ma è il lavoro che mi hanno dato, e come tale devo rispettarlo. Non mi faccio scrupoli con queste persone, se non sei cattivo più di loro finirai per morirci." La sua voce alla fine si addolcì e si avvicinò ancora di più alla mia persona, stringendomi le braccia con le sue grandi mani delicatamente.

"Non potevo lasciare che uccidessero un'innocente come te, le scelte c'erano ed erano due.
Lasciare che ti sparassero o salvarti la vita e prepararti per fare parte di questa banda. Ho preferito salvarti." Disse duramente incrociando con il suo sguardo serio, il mio impaurito nei suoi confronti.

"Perché.. mi avrebbero ucciso?" La mia voce flebile  era quasi impercettibile.

"Tu non hai capito il pericolo di questa gente, non risparmiano nessuno lungo la loro strada, se qualcuno prova, anche per sbaglio, a trovarsi sul loro cammino, viene inevitabilmente spazzato via, è un giro pericoloso e non sono persone che si impietosiscono o che possiedono un briciolo di umanità." Si allontanò da me per sedersi su uno sgabello vicino la finestra.

"Perché allora sei uno di loro Harry?" Chiesi sinceramente con occhi lucidi per la paura che attraversava ogni parte del mio corpo.

"A volte la vita è dura e non ti pone davanti tutte le scelte che avresti voluto, ho dovuto adeguarmi, sono uno di loro e non posso tagliarmi fuori. Non credere che io non abbia colpe, anzi, per essere considerato come un pezzo forte tra questa gente, anch'io ho dovuto fare cose spiacevoli, e non credere che non sia pericoloso." Con braccia conserte e voce profondamente roca, mise in chiaro chi davvero fosse, o chi era dovuto essere.

Mi avvicinai a lui esitando, impaurita dalla persona che avevo davanti.
Non credevo che Harry in realtà fosse tutt'altro, specialmente un individuo così pericoloso che era arrivato pure forse ad uccidere.
Non volevo pensare altro su di lui, e non ero pronta in quel momento a sapere davvero di quali colpe si fosse macchiato.

"Dove sono finita.." Sussurrai più a me che a lui con tono appena udibile. Ma lui sembrò sentirmi.
Mi guardò attentamente con i suoi due occhi verdi che avevano assunto un colore più scuro del solito. Si alzò per giungermi esattamente di fronte. Anche se la sua figura sovrastava completamente la mia, essendo molto più alto di me.

"È un giro d'affari Emily, una volta che ci sei dentro non puoi più uscirne, o muori o resti dentro."
Rispose guardando i miei occhi.

"Ho paura Harry.."

"Devi averne"

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⏰ Last updated: Jan 24, 2022 ⏰

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