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NB
Prima di iniziare il capitolo volevo solo ringraziare tutti quelli che continuano a leggere e votare la mia storia e a darmi consigli utilissimi nonostante io (e la mia inesistente voglia di fare) non aggiorni da non so quanto. Comunque vi invito a farmi notare eventuali errori o a darmi consigli su come continuare la storia. Potete scrivermi nei commenti o nei messaggi privati e richiedere di essere citati nei capitoli, se volete ovviamente. ADDIO.

Due giorni e diversi moduli dopo, Mandy aveva organizzato il più piccolo funerale nella storia dei funerali. Mickey era contrario all'idea di avere una tomba col suo nome senza il suo corpo, ma dovette ammettere che l'idea di vedere chi si sarebbe presentato per piangerlo, non lo dispiaceva affatto. Non che si aspettasse una gran folla ovviamente.
Comunque, nel frattempo la vita era andata avanti. Per quanto possa andare avanti in soli due giorni certo.
Yevgeny era tornato dalla mamma che, in seguito alla rottura con Veronica e Kevin, avvenuta mesi prima, aveva deciso di andarsene per un po' e sposare un coglione preso a caso per non dover subire l'insistente pressa dell'Immigrazione. Ian non era d'accordo, ma, come Svetlana gli aveva ampiamente ricordato, sebbene lo considerasse molto più dell'ex marito, lui restava pur sempre una figura secondaria nella cura del bambino, e poi si sarebbero trasferiti soltanto fra una settimana, dopo il funerale per la precisione. Inoltre Mickey era riuscito, non si sa come, a convincere la donna a lasciare Yevgeny con lui due giorni a settimana. Così Ian si era rassegnato e aveva deciso di aiutare Mandy con i preparativi.

"Verranno alcuni zii, più per festeggiare che per piangerlo, ma hanno comunque confermato di voler essere presenti."
Affermò la ragazza guardando il fratello negli occhi, Ian storse il naso, non aveva mai conosciuto i parenti dei Milkovich, non ne aveva la necessità, ma l'idea di stare con loro il giorno del "funerale" di Mickey lo fece innervosire. "Credevo fosse una cosa intima. Mickey deve tornare a girare liberamente per le strade una volta finita questa storia, invitare troppe persone potrebbe essere controproducente, no?" Spostò lo sguardo dall'uno all'altro lasciando cadere la cravatta nera che stringeva ormai da ore. Mickey scrollò le spalle e raccolse la stoffa senza guardarlo "Alcuni lo sanno, lo zio Earl avrà una diecina di tombe sparse per i cimiteri di Chicago. Per gli altri sono morto anni fa, sono quasi tutti dalla parte di Terry e sai che io non sono proprio il suo pupillo." Il rosso tornò a concentrarsi sul tavolino e sbuffò, ad un tratto terribilmente agitato. Continuarono a blaterare su bare, fiori e cazzi vari finché Mickey, che aveva notato il nervosismo del compagno, aveva messo fine alla discussione. Sarebbe stato un funerale finto, non aveva senso sprecare altro tempo per i preparativi. Mandy se ne era tornata a casa e Mickey aveva trascinato Ian in camera dove, con grande rammarico di quest'ultimo, non aveva nemmeno provato a spogliarlo. Mickey aveva posato la cravatta in un cassetto, si era tolto le scarpe e si era messo a gambe incrociate sul letto guardando la figura alta e perfettamente proporzionata di Ian.
"Okay, stronzo, è l'ora del momento gay in cui tu mi dici quelli che provi, io ti dico che andrà tutto bene e finiamo nudi e felici. Vuoi iniziare tu?" In quel momento le sopracciglia di Ian presero inspiegabilmente la forma di quelle del moro e schizzarono all'attaccatura dei capelli. "Vaffanculo." Esordì senza spostarsi di un millimetro "Non ho bisogno del momento gay e anche se fosse subito che tu potresti fare qualsiasi cosa." un sospiro riempì il vuoto tra i due e Ian si ritrovò inginocchiato davanti al ragazzo che gli accarezzava piano i capelli e lo guardava con una strana espressione.
"Mi hai distrutto la cravatta, hai mandato a fanculo Mandy tre volte e non ho ancora sentito nessuno dei tuoi lunghi ed inutili discorsi su quanto questa situazione sia strana. Magari non posso fare niente, ma tu del momento gay ne hai decisamente bisogno" Ian sorrise appoggiando la testa al petto del ragazzo, sospirò e con uno sbuffo si mise a sedere sul letto. "Facciamo che smetti di chiamarlo momento gay e forse inizio a parlare."
Un cenno positivo da parte del moro lo fece continuare "Mi da fastidio che vengano i tuoi parenti. Non perché il corpo è di un altro, ma perché non li conosco. Ci conosciamo da secoli, Mickey, e non ti ho mai sentito nominare uno zio, tranne in alcuni casi certo. Ora tu dovresti essere morto e la gente che ti ha sempre disprezzato verrà qui, entrerà in casa tua, io dovrò far finta che non li odio. E se iniziano a piangere? Come potrò continuare a fingere se iniziano ad elogiarti quando due giorni fa ti schifavano? Non voglio che piangano per te perché non se lo meritano, non meritano di toccare le tue cose, non meritano di parlare di te, non è giusto. Forse non me lo merito nemmeno io perché ti ho fatto soffrire tanto, ma di sicuro loro lo meritano meno di me." si portò le mani tra i capelli e sbuffò esasperato sotto lo sguardo crucciato di Mickey che si apprestò a rispondere: "Dubito che piangeranno. Probabilmente sputeranno sulla lapide e poi andranno via. Ma, Ian, sei davvero incazzato per questo? A chi cazzo frega se quattro vecchi si mettono a far finta di avermi voluto bene? Tu sai che non è così, Mandy lo sa e lo so anche io. Quegli stronzi se ne torneranno a casa prima che la cerimonia sia finita e il giorno dopo torneranno alla loro vita di merda. Se anche dovessero mettersi a frignare tu dovrai ignorarli e se ti vengono a dire qualcosa non rispondere. Quando mio padre ha fatto seppellire mia madre, sempre che sia morta davvero, c'erano parenti di cui non ho mai sentito parlare che fingevano di essere dispiaciuti. Terry non faceva altro che mandarli a cagare e maledire la <maledetta puttana che l'aveva costretto a fare quella pagliacciata>, che poi sarebbe mia madre. E poi pensa a quel poveraccio che sta nella mia bara, non se lo è mai cagato nessuno e ora ha un cazzo di funerale pagato e un sacco di gente che partecipa. Capisci che intendo?"
Ian annuì piano e si voltò a stringerlo tra le braccia prima che Mickey potesse anche solo lamentarsi di quanto sembrava una checca. "I tuoi parenti piangeranno per uno sconosciuto in ogni caso". Scoppiò a ridere e tanto basto a Mickey per fiondarsi sulle sue labbra e affondare le mani in quei capelli rossi. "Pensa che colpo quando si renderanno conto di aver sprecato saliva o lacrime per un barbone con un bel tatuaggio che non sono io."
Scoppiarono a ridere entrambi stavolta e in pochi minuti si ritrovarono entrambi nudi e felici.

RIECCOMI, IL CAPITOLO NON MI PIACE. AMMETTO DI ESSERMI INCARTATA, HO SPRECATO DIECI IDEE PER UNA SOLA STORIA, MA SONO PIGRA E NON VOGLIO INIZIARNE UN'ALTRA.
VOLEVO FARE IL FUNERALE IN QUESTO CAPITOLO, MA HO DECISO DI DEDICARGLI UN CAPITOLO INTERO QUINDI QUESTA CAGATINA È TUTTO.
SALVIACORNI E TANTI MILKOVICH PER TUTTI.
ADDIO.

Aspetterò | GallavichWhere stories live. Discover now