4.

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Ian era tornato a trovarlo molto spesso nelle ultime settimane, ogni volta con un nuovissimo e assolutamente inutile aneddoto del suo fantastico lavoro. Mickey, d'altro canto, non partecipava molto alle conversazioni, era ancora parecchio incazzato col rossino, ma non poteva fare a meno di sorridere nel vedere il ragazzo così entusiasta mentre gli raccontava della sua giornata.
Quel giorno il moro sedeva su un muretto nel grande cortile recintato, intento a guardare gli altri prigionieri che si facevano i cazzi loro. Aveva un gran bisogno di fumare, ma le sigarette che, raramente, passavano le guardie erano di una sottomarca talmente scadente che, Mickey lo sapeva, avrebbe preso il cancro solo a guardarle.
Mentre cercava di pensare a qualcosa per distrarsi, una guardia gli si avvicinò cauta "C'è una visita per te. È urgente." disse piatto, Mickey alzò gli occhi, apparentemente disinteressato "L'orario di visite è appena passato." replicò "Non ho tempo da perdere, Milkovich. Vai da quel cazzo di visitatore e facciamola finita."
La guardia si allontanò sbuffando mentre un Mickey decisamente divertito si alzava per raggiungere il misterioso visitatore.

Dall'altra parte del vetro sedeva un ragazzo dell'età di Ian, la pelle scura messa in risalto dall'uniforme sgargiante dei vigili del fuoco. Raggiunse la postazione e afferrò la cornetta senza distogliere lo sguardo dal viso dell'altro. "Tu devi essere Mickey. Piacere Ca..." "So chi sei" lo interruppe il moro con sguardo di ghiaccio "Il bel pompiere che si fa Ian." l'altro sorrise leggermente "Proprio lui, o meglio lo ero prima che tu rovinassi tutto" disse tornando improvvisamente serio.
"Scusami tanto, non volevo rovinare la tua fottuta storia d'amore, Cenerentola" replicò Mickey duramente. Qualcosa nel suo tono fece sussultare Caleb che assottigliò gli occhi per scrutarlo meglio "Puoi odiarmi quanto vuoi, ma non sono io quello che ti ha rubato Ian. È stata la malattia e sempre la malattia lo ha riportato da te. Quando anche questa fase passerà se ne andrà di nuovo, vuoi davvero vivere così?" Mickey tremò leggermente, stringendo la cornetta fino a rendere le nocche bianche "Sai che Ian prende le sue cazzo di medicine? Ogni mattina. Va dallo strizzacervelli regolarmente e sta facendo progressi. Vuoi sapere perché so queste cose? Perché lui me le racconta, le racconta a me perché sa che a me frega di lui. Che sia solo una fottuta fase o la sua ripresa io ci sarò come ci sono sempre stato. Lo stesso non si può dire di te, vero pompiere? A te non frega un cazzo di lui. È solo una bocca calda per te." Disse con la voce simile a un ringhio, la rabbia che continuava a crescere dentro di lui. Sapeva che presto sarebbe esploso e allora addio all'uscita per buona condotta. Doveva andarsene all'istante "Se abbiamo finito, io andrei" aggiunse cercando di ritrovare il respiro.
"Sai cosa mi ha detto di te?" Lo fermò Caleb, gli occhi ridotti a due fessure. Mickey si bloccò, attento. "Si, Mick. Mi ha parlato di te quando l'ho conosciuto. Mi ha detto che lo picchiavi prima di scopartelo, stando a quanto dice lui, non eri un bravo ascoltatore. Sei un tipo violento eh? Comunque sono passato solo per conoscere la ragione di tanta confusione. È stato un piacere, Mickey."
il ragazzo si alzò sorridendo soddisfatto e se ne andò, lasciando Mickey seduto dall'altra parte del vetro a fissare confuso il vuoto.
Stava bleffando, Ian non avrebbe mai detto quelle cose su di lui o forse le aveva dette per colpa della malattia, non c'era altra spiegazione. Eppure continuavano a tornargli in mente.
Forse aveva sbagliato tutto. Forse Ian aveva mentito e quella era davvero solo un'altra fottuta fase della malattia e poi se ne sarebbe andato di nuovo, lo avrebbe lasciato lì a marcire da solo un'altra volta.
"Brutto stronzo" urlò al ragazzo che si allontanava verso l'uscita. In preda alla frustrazione si alzò e calciò con forza la sedia su cui era seduto un attimo prima.

Quella notte non riuscì a dormire. Aveva assolutamente bisogno di una cazzo di sigaretta.

Aspetterò | GallavichWhere stories live. Discover now