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"Tre anni. Tre fottutissimi anni." disse il giovane Milkovich con lo sguardo fisso su un quadro astratto appeso nel lussuoso studio dello strizzacervelli. La stanza era accogliente, semplice e piena di libri complicati che, Mickey sapeva, non avrebbe mai voluto leggere. Negli ultimi anni lo aveva frequentato fin troppo spesso e credeva davvero di aver finito con le sedute, fino alla telefonata del giorno precedente.

Susan Holligan era seduta alla sua scrivania, gli occhi azzurri fissi sul taccuino in cui annotava tutto ciò che il paziente aveva da dirle, e anche qualche disegnino per quando la cosa diventata troppo noiosa per continuare ad ascoltare, aveva instaurato un bel legame col ragazzo, aveva imparato a conoscerlo e capiva alla perfezione i suoi problemi. E anche quel giorno si era ritrovata ad osservarlo, seduto su quel divano con le mani tra i capelli e un'espressione sconvolta stampata sul volto martoriato.
"Mi hai detto che si è definito spaventato." Osservò la ragazza con il suo solito tono calmo. "Ha detto che mi pensa ogni giorno, ha anche detto che il suo nuovo ragazzo è un fottuto pompiere." sputò l'altro come se quelle parole fossero veleno. "Ha detto che gli manco." concluse poi in un sussurro.
La ragazza si alzò per andare a sedersi vicino al più giovane e gli mise una mano sulla spalla. "Mick, i ragazzi sono stupidi. Non sai mai come prenderli e fanno scelte stupide almeno dieci volte al giorno. Sono complicati, a volte anche più delle ragazze. Ian aveva solo paura. Vuole stare con te, ma ha paura. La sua situazione, da quello che mi hai detto, non è facile. È combattuto, spesso non capisce ciò che lo circonda. Ti ha allontanato per proteggere entrambi, ma così facendo ha perso tutto. Non puoi biasimarlo per essersi ricreato una vita." Lo guardò sospirare e riprese "Ma evidentemente non è la vita che vuole. Lui vuole stare con te, ma non può." il più piccolo sospirò "Credevo che alla fine mi avrebbe aspettato comunque" disse in un sussurro "Io ho passato gli ultimi anni a cercare di dimenticarlo e lui torna all'improvviso. Non è giusto, cazzo" diede un colpo secco al bracciolo del divano e Susan gli toccò il braccio per calmarlo, il divano era piuttosto costoso e lei non poteva permettersene un altro. "Non dire cazzate. Hai passato qui dentro praticamente ogni giorno per quasi tre anni e in ogni seduta lo avrai nominato almeno due volte, come fai a credere  di averlo dimenticato?" Mickey abbassò lo sguardo iniziando a toccarsi in modo maniacale la punta del naso. Susan sapeva che quello era il suo modo di evitare di scoppiare in lacrime perciò si alzo e tornò alla sua scrivania in silenzio.
"Brutto stronzo" disse ad un tratto il ragazzo colpendosi il petto con troppa forza "Fottutissimo pel di carota." continuò colpendosi più volte lì dove il tatuaggio, ancora leggermente infetto, giaceva silenzioso ignaro delle proprie colpe. "Così ti farai solo del male. Se richiama, e io sono sicura che richiamerà, chiedigli di venire a trovarti. Dovete parlare faccia a faccia, anche gli stronzi meritano un'altra chance. Oppure chiamalo tu cazzo. Milkovich, fai l'uomo per una volta." Mickey alzò lo sguardo con un misto di disperazione e rabbia dipinto sul volto. Voleva rivedere Ian, ma non era sicuro di riuscire a parlarci senza uscirne distrutto.
"Tu sei pazza." concluse alzandosi di scatto. "Nemmeno tra un migliaio di anni. Non succederà mai cazzo." Si avvicinò alla porta e la spalancò velocemente. "Non se ne parla proprio." proseguì uscendo in corridoio dove una guardia lo aspettava per riportarlo in cella "Ma col cazzo" disse continuando a camminare con la guardia al seguito, senza distogliere lo sguardo dalla destinazione. Susan scosse la testa lasciandosi sfuggire una leggera risata. "Dove stai andando, Mickey?" urlò per farsi sentire dall'altro che, nel frattempo, aveva già percorso metà corridoio. "A chiamare quel pezzo di merda."
Superò le celle e si diresse spedito verso il telefono.





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                                                                   ANGOLO PER ME MEDESIMA

Voglio spiegare qualcosina sulla "storia" che sto scrivendo per farvi capire la situazione. Io non sono una scrittrice e scrivere non rientra nei miei piani per il futuro, ma ogni tanto mi diletto in qualcosa per passare tempo e anche questa volta (Non avendo un emerito ciufolo da fare) mi sono detta -Perché non scrivere qualcosa su qualche serie tv?- ed ecco l'illuminazione, ho sognato (e non solo io, lo so che lo fate anche voi eheh) il ritorno di Mickey sul set di Shameless (perché Mickey è il nostro oscuro signore e noi proclamiamo la sua "resurrezione" che manco Bellatrix con Voldy) e ho pensato a varie alternative (Che FORSE un giorno metterò per iscritto), ma niente, questa mi piaceva di più. All'inizio ho pensato di pubblicare una piccola OS composta solo dal primo capitolo leggermente modificato, ma poi ho iniziato a sentire la mancanza di Mickey e sentivo che anche il mio Ian interiore la sentiva, così ho deciso di continuare. Non so quanti capitoli avrà, ma verranno pubblicati ogni settimana (altrimenti mi rifarò con due capitoli al prezzo di uno. Sempre se qualcuno continuerà a leggerla). Accetto ogni tipo di suggerimento visto che i capitoli li scrivo al momento. E chiudo qui perché so che gli spazi per i chiarimenti annoiano chiunque quindi niente...ciah

BUONA LETTURA, GRAZIE A CHI VOTERÀ E/O COMMENTERÀ, MA ANCHE A CHI LEGGERA' SENZA FARSI VEDERE...vi voglio bene lo stesso.

Che il grande Milkovich sia con voi e con il mio spirito.

Ramen.

Aspetterò | GallavichWhere stories live. Discover now