Capitolo 13

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NEW YORK

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NEW YORK

E' passata una settimana da quando Rebecca ha fatto irruzione nel mio ufficio urlando come una pazza ed è scomparsa. Non so se essere contento o stare sempre con le antenne alzate.

Siamo a New York da qualche giorno, io e Grace, che poverina ha sempre queste nausee terribili e la stanno sfiancando. La vedo dimagrita ancora di più, tanto che l'ho portata di peso dal dottore una mattina e il dottore le ha dato delle gocce per attenuare un pò la nausea e devo dire che le ha solo al mattino ora e qualche fastidio quando sente qualche odore forte.

Ora siamo in riunione con il direttore che gestisce uno dei miei hotel e di Mike e con l'amministratore.

-"Riordan,cerchiamo per favore un altro direttore di sala. Questo che abbiamo mi sembra alquanto incompetente. Sta mandando allo scatafascio il ristorante di uno degli hotel più importanti di New York e la cosa mi fa un tantino incazzare" dico severo. Il direttore annuice.

-"Certo signore. Stiamo già da un pò alla ricerca di un candidato. Ne ho visionati parecchi in questi giorni e l'unico è Smeller Travis, un uomo di cinquant'anni che ha fatto in precedenza il direttore di sala al President a Parigi"

-"Ottimo. Convocalo per domani mattina alle otto. Ho qualcosa per quell'ora Grace?"

-"No, nessuno appuntamento. Il primo c'è l'hai alle otto e mezza" risponde mia moglie fissandomi con quegli occhi verdi e cristallini dalla parte opposta del tavolo, proprio di fronte a me.

-"Allora facciamo per le dieci e mezza. Almeno vorrei fare prima colazione con calma con mia moglie" dico a Riordan.

-"John, alle dieci e mezza hai appuntamento con il sindaco" dice Grace richiamandomi all'attenzione. Mi sto irritando.

-"Quando ho un buco?" chiedo spazientito.

-"A mezzogiorno" risponde Grace seria fissandomi irritata per come gli ho risposto.

-"Ok, fatelo venire per mezzogiorno. La seduta è chiusa. Siete liberi" dico alzandomi in piedi e sciogliendo così una riunione durata un'ora e mezza. Tutti si alzano e mano a mano escono dalla sala riunioni dell'hotel. Grace scrive qualcosa sulla sua agenda e io la circondo con le braccia stampandole un bacio sul collo provocandole dei brividi. Mi stacco da lei quando mi suona il telefono e rispondo.

-"Pronto"

-"Sei a New York e nemmeno mi avvisi" risponde Amanda con voce melliflua. Sospiro frustrato girandomi verso le finestre gigantesche e mi avvicino ad esse.

-"Che diavolo vuoi?" dico irritato.

-"Lo sai John caro cosa voglio da te. Voglio cavalcarti ancora, come i vecchi tempi. E sai una cosa? Ora che sei sposato, la cosa mi eccita ancora di più" dice con voce bassa e roca.

-"Finiscila. Smettila di assillarmi. Sono felicemente sposato con mia moglie" ribatto freddo e riattaccando la chiamata mentre guardo Grace che mi sta fissando.

INASPETTATAMENTE INNAMORATO DI MIA MOGLIEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora