Capitolo 7.2

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Te lo faccio vedere io John del cazzo!!!

Mi chiudo nel mio ufficio pronta ad affrontare una montagna di scartoffie da riordinare e archiviare mentre sento quel bastardo di mio marito uscire dal suo ufficio e tirare dritto per poi fermarsi sulla porta dell'ufficio di Mike. Sento le voci attutide ma ben chiare.

-"John non puoi forzarla per farla rimanere a casa. E' grande e vaccinata e forse le farà bene lavorare" dice Mike.

-"Le farà bene un corno! Deve stare a casa a riposo, ce la porto io di peso e la rinchiudo!" dice ad alta voce John. Io me la rido.

-"Non essere assurdo dai. Hai fatto le tue scelte. Lasciala in pace e tranquilla" risponde pacato il nostro amico.

-"Vi siete coalizzati bastardi. Io vado all'appuntamento  alla Street Food. Tienila d'occhio mi raccomando" dice John serio e dopo i saluti se ne va.



**************


Sono alla Street Food per incontrare Clark Grent, un architetto che si occuperà della ristrutturazione e innovazione dell'ultimo hotel acquisito in Thailandia, quello acquisito poco prima del matrimonio.

Ripenso alla scenata di poco prima con Grace battagliera e allo stesso tempo piccola e fragile.

Mi arriva un messaggio con la speranza che sia lei, ma poi regna lo sconforto quando vi leggo il nome sopra. Rebecca. Che vuole ancora?!


Rebecca: "John dobbiamo parlare di una questione urgente"


Non le rispondo nemmeno perché non ho voglia di risponderle e poi perché è appena arrivato Grent.

-"Ciao Cooper che splendida cera...vedo che il matrimonio ti fa un ottimo effetto" mi saluta sarcastico l'architetto che è come un amico visto che collaboriamo da anni.

-"Ciao anche a te Grent. Diamoci un taglio" dico brusco dopo avergli stretto la mano e seduto di nuovo.

-"Che succede John? Ci sono problemi?" chiede preoccupato Clark studiandomi serio.

-"No qualche piccola rogna di lavoro ma risolvibile. Oh, per quanto riguarda l'hotel in Thailandia puoi partire subito con i lavori. Hai la nostra benedizione e il progetto è stato alla grande appoggiato e autorizzato da tutto il consiglio di amministrazione" dico serio e fiero del nostro team e della nostra azienda.

-"Mi fa un enorme piacere John. Ringrazia tutti da parte mia. Sono orgoglioso dei miei progetti e vi sono estremamente riconoscente per tutte le volte che abbiamo collaborato insieme  e spero che collaboreremo ancora in futuro"

-"Noi non ti cambieremo per nessun altro al mondo Clark e questo lo sai benissimo. Siamo legati da anni da un'amicizia, una solida stima e da un'ottima collaborazione lavorativa e non possiamo che ringraziare te e il tuo team se ora l'azienda mia e di Mike va avanti negli anni e ha raggiunto un successo straordinario"

-"Grazie amico" dice raggiante Clark.

-"Piuttosto...non vedo tua moglie. Come sta? Di solito te la porti sempre dietro..." . Io mi rabbuio all'improvviso e sento subito la malinconia avvolgermi come un mantello e un dolore sordo al centro del petto. Clark se ne accorge ma resta indifferente.

-"Sta bene. Sta lavorando in ufficio ad una montagna di carte e non era necessario che venisse" rispondo breve ma incisivo. Lui annuisce pensieroso e studiandomi. Non dice nulla e parliamo per il resto dell'incontro di vari argomenti e futuri progetti. Gli parlo del progetto urgente della villa fuori Londra destinata a Grace e al bambino, dove potranno vivere comodamente in un ambiente verde e sano fuori dallo smog e dal caos.



*************

E' ora di pranzo e come al solito io, Mike e Isabel ci mettiamo d'accordo su dove andare a mangiare con l'aggiunta di Gavin, spasimante agguerrito di Isabel.

-"Dai vada per l'italiano, basta che la finite voi due. Tanto che ve lo chiedo a fare? Siamo sempre in minoranza contro voi donne" borbotta Mike alzandosi dalla sua poltrona e infilandosi la giacca del completo nero fatto su misura. Io e Isabel ci guardiamo complici e ci battiamo il cinque ridendo. Mike inveisce scherzosamente ancora contro di noi e ci prende a braccetto uscendo fuori dal suo ufficio mentre un Gavin sorridente ci aspetta vicino l'ascensore.

-"Ciao ragazzi" ci saluta allegro. Contracambiamo il saluto ed entriamo nell'ascensore appena arrivato dopo aver fatto scendere una baraonda di persone, che puntualmente mi hanno salutata come la signora Cooper e non Grace. Mi viene da alzare gli occhi al cielo. Fino a qualche settimana fa mi salutavano tutti chiamandomi per nome. Solo perché ho sposato il capo che diavolo è cambiato?! Solo il cognome, e so che è un cognome importante e imponente ma comunque non cambia me. Sono sempre io, la stessa Grace.


Usciamo dal palazzo e sui gradini incontiamo un John pensieroso che subito alza la testa e i nostri occhi si incatenano all'istante. Lui si rabbuia e a me viene da ridere.

-"Tu che ci fai ancora qua? Non ti avevo detto di stare a casa?" chiede severo a bassa voce vicino al mio orecchio nonostante gli altri si sono allontanati un pò per essere discreti. Da lontano potremmo sembrare una coppia che si abbraccia e che il marito dica cose sconce all'orecchio alla sua adorata mogliettina, ma la realtà è tutt'altra. Anche se tiene un braccio intorno al mio corpo lo sento distante anni luce ed è freddo. C'è il gelo tra noi. Lo fisso severo negli occhi, quegli occhi azzurri tanto belli quanto gelidi.

-"Io lavoro caro marito e se vai nel mio e nel tuo ufficio ti renderai contro che adesso brillano e regna l'ordine" dico gelida e sfidandolo con lo sguardo con la bocca ad un soffio dalla sua. Il suo respiro è affannato e sta mantenendo tutto l'autocontrollo per non sbottare in mezzo alla strada mentre sento che mi stringe forte al suo corpo.

-"Sei testarda come sempre. Ma non finisce qui. Sai che c'è ancora quel pazzo di Mark in giro e tu non devi girare liberamente" dice severo con i lampi negli occhi. Io sorrido amaramente.

Già, Mark Spark lo psicopatico è scomparso e non si è fatto più sentire in tutti questi mesi. Fatto sta che comunque ho sempre la sicurezza alle costole e c'è sempre stato lui tra i piedi.

-"C'è sempre la sicurezza con me e lo sai benissimo" rispondo scocciata sempre delle stesse discussioni.

-"Non me ne frega un accidente e lo sai benissimo Grace. Sai quanto io tenga a te e quanto ti amo...Se dovesse accaderti qualcosa sai che non me lo perdonerei mai e che ne morirei" dice con gli occhi lucidi accarezzandomi il viso. Io sono pietrificata e furibonda allo stesso tempo.

-"Si, ho visto quanto ci tieni a me tanto da separarti dalla donna che dici di amare pur di non vedere il frutto del vostro amore crescere dentro di lei" dico gelida. John scuote la testa e sospira sconfortato guardandomi con lo sguardo addolorato.

-"Grace sai bene cosa provo per te e i sentimenti sono reali, credimi. E sai benissimo le mie paure" dice con un filo di voce tenendomi il viso con le mani e baciandomi poi appassionatamente, come se non ci fosse un domani. Le nostre labbra che si consumano e le nostre lingue che si intrecciano e duellano come le nostre anime combattive mentre avvolgo le mie braccia intorno al suo corpo possente sotto la giacca di un completo che non ha indossato interamente visto che indossa i jeans scuri e attillati e sento la sua erezione costretta nei pantaloni. Ci stacchiamo affannati guardandoci negli occhi, occhi che parlano da soli. Scuote la testa con un sorriso amaro e si stacca da me lasciandomi vuota e fredda.

-"Vai a mangiare e stai attenta" dice serio prima di salire i gradini e lasciandomi stordita.

-"Oh Grace, finiscila di guardarlo come una depravata! Andiamo a mangiare!" urla Mike riscuotendomi. Finisco di scendere i gradini come un automa eraggiungo gli altri.



INASPETTATAMENTE INNAMORATO DI MIA MOGLIEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora