Capitolo 8

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Sono chiuso nel mio ufficio triste e furibondo allo stesso tempo con Grace. Vederla mi fa battere il cuore all'impazzata e mi fa perdere letteralmente la ragione ma allo stesso tempo mi fa male. Non ho saputo resistere prima, l'ho dovuta baciare perché è stato come respirare l'ossigeno che mi tiene in vita e senza mi sento perso. Sono anche molto preoccupato perché fuori gira ancora quello psicopatico di Mark Spark da quando l'ho licenziato. Dopo le varie denunce e uomini alle calcagna si è dato per disperso ed è sempre pericoloso, può sempre apparire da un momento all'altro e far del male alla donna che amo follemente. Non sto in pace. Saperla fuori con un soggetto in giro a piede libero ma fa stare in ansia, mi si gela il sangue, anche se so che con lei c'è Mike e ci sono gli uomini della sicurezza pronti ad intervenire.

E come aveva preannunciato lei, al mio arrivo ho trovato il mio e suo ufficio puliti e ordinati da cima a fondo e belli profumati.

Mi arriva un messaggio e per l'ennesima volta sbuffo quando leggo il nome.


Rebecca: "John, maledizione! Rispondimi o chiamami. Si tratta di una cosa urgente!"


Io: "Si può sapere cosa diavolo vuoi ancora dalla mia vita? Sono un uomo sposato ora e devi lasciarmi in pace!!!!"


Rebecca: "Si tratta di una questione della massima delicatezza e non possiamo parlarne per telefono. CI dobbiamo vedere di persona. Subito!"


Sbuffo come un toro e mi alzo mettendo subito il telefono in chiamata.

-"Tra mezz'ora all'hotel" dico brusco appena risponde e riattacco senza darle tempo e come una furia mi avvio verso l'ascensore.



*************


Quando torniamo in ufficio mi affaccio in quello di John e vedo che è vuoto. Strano. Non aveva nessun appuntamento fino alle quattro.

Chiamo la segretaria all'ingresso e mi riferisce che mio marito è uscito a fare una commissione urgente e che non vuole essere disturbato.

Strana cosa, perché le commissioni, urgenti o meno, le svolgiamo sempre noi assistenti e segretarie.


************


Appena raggiunto  l'hotel vengo informato che Rebecca mi sta aspettando al bar. Raggiungo velocemente il bar e quando la vedo mi blocco di colpo. E' cambiata in questi pochi mesi che non ci siamo visti. E' ancora più bella e ha un'aura radiosa. Sorride. Ha i capelli scuri più lunghi e mossi. Sembra aver messo qualche chilo ma sta bene. Non mi fa alcun effetto però, non ho più quel batticuore che avevo prima, no. Ora quel batticuore speciale, bello c'è l'ho solo per la mia Grace, che se in questo momento sapesso dove mi trovo chiederebbe il divorzio immediatamente.

-"Ciao John" saluta calorosamente pronta ad abbracciarmi ma io la fermo alzando una mano come a dire di non farlo. La saluto con un cenno e mi accomodo sullo sgabello. Si accomoda anche lei seria, togliendosi il sorriso raggiante che aveva addosso e sento l'aria tesa diventare sempre più densa.

-"Facciamola finira Reb, dimmi cosa vuoi" dico brusco fissandola cupo. Lei mi fissa e ride aspramente.

-"Sei cambiato tantissimo Jo, non ti riconosco quasi più...posso dire che il matrimonio non ti sta giovando tanto..." dice sarcastica. La fulmino.

-"Lascia stare fuori il mio matrimonio che è una cosa sacra per me e lascia stare anche mia moglie. Sono cose che non ti riguardano" dico gelido. Fa un sorriso amaro.

-"Mi auguro diventerai un pò più docile con il tuo futuro figlio..." lancia la bomba con un sorriso perfido e tenendo la cosa in sospeso mentre mi guarda trionfante. Mi gelo tutto. Mi si gela il sangue di colpo ed inizio a sudare freddo. Non riesco a respirare. Mi strattono i bottoni della camicia e cerco aria da respirare. Mi alzo di colpo con la testa che mi gira. Rebecca chiede subito  un bicchiere d'acqua per me. Prontamente vengo servito e bevo un sorso, ma non riesco nemmeno a deglutire.

-"Quale bambino?" dico stordito e con voce atona. Lei ride come se la cosa fosse ovvia.

-"Il nostro" sentenzia seria scrutandomi. Scuoto la testa. Impossibile. Abbiamo usato sempre le precauzioni.

-"E' impossibile. Ho usato sempre il preservativo nell'unica volta che ci siamo visti" dico ancora incredulo e confuso.

-"Invece è possibile, com'è possibile anche che qualcuno non era buono. Non lo so" spiega pazientemente come se stesse parlando ad un deficiente.

-"Non ci credo. Non è vero" dico sconvolto passandomi le mani in faccia.

-"Invece è vero. Guarda qui, sono di dodici settimane e corrisponde proprio al periodo in cui siamo stati insieme" dice fiera mostrandomi l'ecografia con la data e un bambino tutto formato, tanto da mandarmi in panico ancora di più e sudo sempre più freddo.

Oh Dio, la mia vita è finita! Il mio matrimonio è letteralmente finito in tutti i sensi e ho perso letteralmente anche mia moglie. Che cosa ho fatto di male?!

-"Non è vero. Sai benissimo che non è vero. Non può essere mio. I miei preservativi erano buoni" dico serio con voce malferma.

-"Sai anche tu che nello zero virgola zero uno per cento le probabilità di rottura o malfunzionamento ci sono, non è una novità" spiega paziente poggiandomi una mano sul braccio che prontamente scanso in malo modo.

-"Ma non a me!" dico ad alta voce attirando alcune occhiate da alcuni presenti.

-"E chi sei tu? L'onnipotente,  John Cooper?" dice sardonica Rebecca. Scuote la testa. Si alza e ficca le mani in tasca alla giacchina leggera che ha.

-"Io me ne vado. Volevo solo avvertirti della cosa e voglio che ti prendi le tue responsabilità. Avrai un figlio e del tuo matrimonio non me ne frega un cazzo. D'ora in poi dovrai solo pensare a me e al futuro di nostro figlio" dice decisa sfidandomi con lo sguardo lasciandomi atterito.

-"Non ci penso minimamente. Voglio fare le analisi e confrontare se ciò che dici è vero" dico brusco. Lei sorride sorniona.

-"Fai con comodo, non ti preoccupare. La scienza darà ragione a me" dice ridendo e si allontana lasciandomi senza parole e scosso. Rimango a fissare il pavimento per non so quanto tempo. Imbalsamato.

Mi alzo di colpo e tutta ad un tratto mi sento venire meno le forze, la voglia di vivere, mi crolla tutto addosso come se una montagna si stesse sgretolando. A fatica mi avvio verso l'uscita del bar e avverto il receptionist di chiamare in azienda mia moglie e di dirle che mi sento poco bene e se all'appuntamento ci può andare il mio socio.


******************


Ecco. Ci risiamo di nuovo. John che scompare e che suola gli appuntamenti. Che diavolo ha?! E come sempre Mike gli para il culo. Sono nell'ufficio di mio marito a passeggiare nervosamente avanti e indietro con una tazza di the allo zenzero in mano visto le potenti nausee che mi hanno assalita da dopo pranzo. Isabel alla fine ne è al corrente visto che mi ha vista vomitare almeno quattro volte fin'ora e sprizza di gioia da tutti i pori. Da brava asssitente subito si è procurata il the allo zenzero e me l'ha preparato.

Chiamo John per l'ennesima volta e non risponde. In hotel mi hanno detto che era bianco come uno straccio e che era salito in camera. Basta che non si è beccato qualche virus strano.

-"Ti calmi Grace? Non fa bene né a te né al bambino" dice Isabel angustiata.

-"Fosse così facile...devo gestire l'agenda di John per domani e non so come organizzarla visto che non so nemmeno come starà....e tra l'altro mi manca.." piagnucolo e inizio davvero a piangere da quale donna con l'ormone impazzito sono e sbatto anche i piedi a terra. Isabel sorride e mi abbraccia forte cercando di tranquillizzarmi.

INASPETTATAMENTE INNAMORATO DI MIA MOGLIEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora