4. Telefoni rotti e altre belle cose

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La cameriera arrivò con le loro ordinazioni, e Adua rubò un pezzo di crostata all'amica prima che lei avesse il tempo di allontanare il piatto. Era un gioco che facevano sempre, scherzando su quanto Vanessa fosse golosa di dolci, e Adua si divertiva a osservare il suo sguardo fintamente arrabbiato.

«Allora, so che – giù le zampe dalla mia torta! Dicevo, so che non vedi l'ora di parlare, quindi spara.» La bionda le diede uno schiaffetto sulla mano prima di iniziare a mangiare, guardandola con i suoi occhi scuri ed invitandola ad iniziare. Adua non se lo fece ripetere due volte, e le raccontò tutto.

«No non ci credo, quindi hai una maglia di Paulo sudata e sporca appesa in camera tua adesso? Fantastico!» ironizzò lei battendo una mano sul tavolo, ma Adua sapeva che dietro la sua – esilarante – battuta si nascondeva felicità per la sua fortuna.

«Già, e pensa che ci ho anche dormito vicino, martedì notte» le disse con un ghigno sulle labbra, ridendo quando l'amica arricciò il naso dal disgusto.

Le ragazze continuarono a chiacchierare e ridere per un'altra oretta, poi si alzarono uscendo dal bar e pronte a salutarsi.

«Scappo che ho dei servizi da fare. Ci vediamo a lezione!» La bionda le circondò le spalle con un braccio e la strinse velocemente a sé, prima di voltarsi e andarsene. Adua si incamminò in direzione opposta, verso la stazione, ma dopo neanche cinque minuti il telefono le squillò.

«Ci siamo salutate due minuti fa, che vuoi?» Rise, mentre Vanessa dall'altro capo sbuffava.

«È solo che non mi ricordo a che ora abbiamo lezione lunedì.» La sua voce era leggermente metallica dietro l'apparecchio.

«Alle dieci e mezza. Ah, se non ci fossi io...» Di tutta risposta l'amica le fece una pernacchia, chiudendole il telefono in faccia.

Adua stava ancora ridacchiando quando girato l'angolo andò a sbattere addosso a qualcuno, o meglio, un ragazzo le venne completamente addosso con la delicatezza di un camion. La ragazza finì poco femminilmente col fondoschiena sul marciapiede, il telefono a pochi passi da lei con il vetro spaccato. Imprecò a mezza voce massaggiandosi la schiena, già pronta a dirne quattro a quel maleducato.

Il ragazzo andava di fretta e per di più aveva le cuffie nelle orecchie, quindi non si accorse di una ragazza che svoltava il suo angolo quando la mandò a gambe all'aria. Si strappò gli auricolari, chinandosi per accertarsi che stesse bene.

«Oh cavolo, mi dispiace, ti ho fatto male? Non ti ho proprio vista, scusa.» Le allungò una mano per aiutarla ad alzarsi, ma la ragazza sembrava immobile per terra.

Adua conosceva quella voce. Di più, Adua conosceva quell'accento, ma era sicura di sbagliarsi perché, andiamo, a chi capita una fortuna del genere?

Deglutendo il groppo in gola alzò lo sguardo sul braccio allungato verso di lei, e poi sul corpo al quale era attaccato.

Oh, cazzo.

«Tutto okay?» Paulo ilcalciatorepiùfigo Dybala era in piedi a pochi centimetri da lei, le sopracciglia aggrottate come se stesse riflettendo sulla sanità mentale della ragazza che aveva di fronte.

Adua si riscosse dalla trance, ingoiando invano la saliva che sembrava scomparsa dalla sua bocca. «S-sì, uhm, tutto okay.» Wow, che risposta intelligente.

Paulo si chinò a raccogliere il telefono da terra, consegnandoglielo con uno sguardo ancora non del tutto convinto. «Sei sicura? Come ti chiami?» Cosa centra questo?, pensava la ragazza non meno confusa.

«Adua.»

«Adua.» La ragazza si godette il modo in cui il suo nome rotolava sulla sua lingua, rabbrividendo sebbene il sole fosse alto e la gente camminasse senza il giubbino. «Io sono Paulo. Senti, se c'è qualcosa che posso fare...»

Lei non lo lasciò finire. «Lo so chi sei» disse in imbarazzo, e prima che potesse trattenersi altre parole uscirono dalla sua bocca. «Veramente ci sarebbe qualcosa.»

Il ragazzo aggrottò le sopracciglia – o meglio, non aveva mai smesso di farlo – probabilmente domandandosi perché questa ragazza aveva accettato un invito che sarebbe dovuto essere solo a titolo informativo.

«Dime

Il suo accento, oddio. «Mi chiedevo, ecco, se... tiandrebbedifareunafotoconme?» Le parole le uscirono come un fiume in piena, e improvvisamente le sue scarpe le sembrarono molto interessanti.

Soltanto la sua risata – una risata calda, profonda, in grado di farla rabbrividire fino alla punta dei piedi – la convinse ad alzare lo sguardo. «Ma certo, anche due» rispose gentile.

Adua gli sorrise – possibile che la dea bendata non l'avesse ancora lasciata da quel martedì? – e con mani tremanti prese il suo telefono, sbloccando la fotocamera.

«Uhm, quel graffio sullo schermo già c'era, vero?» chiese lui sporgendosi sulla sua spalla, e lei non poté fare a meno di inspirare a fondo il suo odore muschiato. Stava per impazzire, lo sentiva.

«Cosa, questo? No, si è rotto ora che sono caduta.» Alzò il cellulare davanti ai loro volti, ma nello schermo vide che lui aveva uno sguardo corrucciato.

«Mi dispiace, te ne posso comprare un altro.» Cosa vuoi che siano in fondo cinquecento euro in più o in meno per uno come lui? Adua sorrise e si limitò a scuotere la testa. Aveva paura che se avesse aperto bocca gli avrebbe detto che probabilmente avrebbe incorniciato quel telefono accanto alla sua maglia sporca di terra in camera sua, perché su quel telefono c'era il suo segno.

Tentò di fare la foto ma Paulo le prese delicatamente il telefono dalle mani – oh cavolo, mi ha toccato, oh cavolo – e ne scattò un paio lui, consapevole che i tremori della ragazza non aiutavano a mettere a fuoco i loro volti.

«Grazie» sussurrò la ragazza, guardandolo negli occhi. Quegli occhi verdi erano la cosa più bella che avesse mai visto.

«Figurati, è il minimo. Allora ciao, Adua.» Le sorrise e agitò teneramente la mano, come un bambino piccolo. Le diede le spalle e si infilò nuovamente le cuffie, le mani nelle tasche dei jeans, allontanandosi da lei.

Il cuore stava per sfondarle il petto.«Ciao, Paulo.» 


Holaaa.
Vi avevo detto che le cose si sarebbero fatte interessanti :') voi che leggete stellinate per favore, ci vuole meno di un secondo e significherebbe il mondo per me ✨
A martedì col prossimo capitolo. Secondo voi cosa succederà? Sono aperte le scommesse!
ps: che ne pensate del cast?

The Mask | Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora