04.Mi sei entrato nei pensieri..

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Sabato 16 settembre

Mi svegliai, distesa sul pavimento, con un dolore indescrivibile alla schiena. Poggiai il viso tra le mani reggendomi coi gomiti, e vidi Christelle che dormiva beata. Sorrisi della posizione che assumeva il suo corpo mentre dormiva. Mi alzai. Sentii un po' di freddo e indossai un maglioncino bianco. Scesi le scale e quando arrivai al piano inferiore; notai fuori dalla finestra un biglietto, poggiato sul davanzale con una pietra che lo tratteneva. Uscii fuori e chiusi piano la porta dell'ingresso per evitare di svegliare Christelle. Avanzai verso il davanzale e raccolsi il biglietto, mi sedetti sulla sedia a dondolo. Portai il biglietto al petto e lo strinsi talmente forte che quasi non lo strappai. Lo portai sotto il naso e lo odorai, profumava di pino e cannella. Chiusi gli occhi e mi venne in mente lui, il ragazzo dal berretto blu. Rabbrividì a quel pensiero, rabbrividì al solo pensiero della sua voce, e a quei suoi occhi così celestiali. Non capivo il motivo delle mie reazioni, nel pensarlo o nel vederlo. Non mi era mai capitata una reazione del genere, prima d'ora. I suoi sguardi, lui in persona, faceva accadere tutto ciò al mio esile corpo: brividi, pensieri costanti, battiti accelerati, fiatone. Vorrei parlare con lui, vorrei conoscerlo, vorrei sapere tutto di lui. Sentivo di essere stata una stupida, ad essermene andata così, ieri mattina, quando con gentilezza mi raccolse il mio diario. Mi presi di coraggio e aprii quel biglietto, e lessi:

Sai che sei meravigliosa quando arrossisci?

Mi troverai dove ti porterà il cuore..

Rabbrividì nel leggere quelle parole. Chissà chi era l'artefice di quel folle gesto. Rilessi ancora una volta il biglietto, e non riuscivo a comprendere. E se fosse stato uno scherzo? Pensai. Non sapevo se crederci o meno. Infilai il biglietto in tasca ed entrai, mi diressi in cucina ed iniziai a preparare la colazione. Nel frattempo Christelle si svegliò e scese in cucina.

«Buongiorno bella addormentata!». Esclamai sorridendo.

«Buongiorno a te! - sbadigliò - Che stai combinando qui?!». Mi chiese fissando la colazione.

«Ho preparato i pancake alla nutella e del caffè, ti piacciono?». Si fiondò sul tavolo ed inizio a mangiare i pancake.

«E me lo chiedi? Li amo!». Disse mente ingoiava pezzetti di pancake. Le sorrisi e mi sedetti, iniziando a mandare giù il tutto. Ad un certo punto, tirai fuori il biglietto dalla tasca e glielo passai.

«Cos'è?». Mi chiese perplessa, senza capire.

«Mi sa che ho un ammiratore segreto». Le spiegai ridendo.

«Maddai, dici sul serio?! Vediamo un po' - mi tolse il biglietto dalle mani e lo lesse - Allora... "Sai che sei meravigliosa quando arrossisci? Mi troverai dove ti porterà il cuore" ...». Riuscì a vederle un tocco di luce nei suoi occhi, di felicità, ovviamente.

«E se fosse lui?». Le chiesi, mentre sentivo le mie guance andare letteralmente a fuoco.

«Non saprei Ally, sa per caso dove abiti?». Scossi la testa e abbassai lo sguardo. Poi mi venne un illuminazione.

«Senti, e se mi stesse stolkerando?». Dissi con sorriso malizioso.

«Ma cosa ti passa per la testa Allison!?». Gridò e poi scoppio in una risata fragorosa. Arrossì, e portai le mani sul viso coprendomi gli occhi con esse.

«Che ne dici se andiamo al mare e ci rilassiamo un po'?».

«Sì dai andiamo a cambiarci, ti preso qualcosa io!». Andammo al piano superiore, e mi diressi davanti l'armadio presi un paio di costumi e ne diedi uno ad Christelle. Dopo esserci cambiate presi lo zaino con tutto l'occorrente che ci potesse servire, ci incamminammo verso la porta d'ingresso, presi portafogli e telefono sulla consolle dell'entrata, ed uscii di casa chiudendomi la porta alle spalle. Superai la staccionata verde e mi diressi verso la macchina. Entrammo, e la prima cosa che Christelle fece fu accendere la radio. Pensai a come era diventata la mia vita da quando Christelle ne faceva parte. Imparai ad essere più fiduciosa, anche se non del tutto. Ero stata sempre una studentessa modello, mai un brutto voto, e pensavo che i miei genitori ne sarebbero stati entusiasta. Ma in quel momento volevo pensare solo a me stessa. Volevo pensare alla mia felicità.

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