You aren't alone

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L'ultimo abbraccio che ho ricevuto è stato da mia sorella.
Non riesco a fermare le lacrime. Era da tanto che non piangevo senza trattenermi. Sono le 7:41. Tra poco ci sarà la colazione.
Mi giro a guardare Nico che si alza e mi abbraccia. Sinceramente io l'avrei respinto, ma ne avevo bisogno. In più lui sta solo cercando di essere gentile con sua sorella.
-Un incubo?- chiede poi.
Mi stacco dall'abbraccio. Dovrei dirglielo? In fondo se è come sua sorella vuol dire che mi posso fidare. Io di Bianca mi fidavo.... E comunque è mio fratello,ha diritto di sapere...credo.
-No,non era un incubo. Ho rivisto la morte di mia sorella. La morte che è avvenuta a causa mia...-
-Ne vuoi parlare?- chide con una dolcezza che non credevo possedesse. L'ho sempre visto come um ragazzo duro e freddo con tutti. Will fa miracoli.
-Okey...- dico in un sussuro
-Stavamo pranzando in un fast-food, lei mi ha chiesto se le prendevo il gelato. Le ho detto che se finiva glie lo prendevo. Dopo che glie l'ho preso mi sono seduta su una panchina ad ascoltare la musica. Lei aveva 4 anni.Era piccina,una combina guai. Dopo poco non la vedevo più. Era sotto la mia responsabilità. Se le fosse accaduto qualcosa sarei stata nei guai. Dopo un po la ritrovai sul marciapiede a ridere dicendo che mi aveva fatto uno scherzo. In un primo momento ero arrabbiata,ma poi ho riso con lei e le ho dato una spinda per vendetta. Solo dopo mi sono accorta dove l'ho spinta....- le lacrime hanno ricominciato a scendere e io non le blocco. Nico mi sta ascoltando senza interrompermi.
-L'avevo spinta sulla strada mentre stava passando un camion. È morta. È morta per colpa mia...dovevo starci attenta....era la mia sorellina e io l'ho uccisa....-
Stiamo qualche minuto in silenzio....
-Non è colpa tua, è stato un incidente-
-Non è quello che ha pensato mia madre quando mi faceva picchiare dal fidanzato. Io venivo picchiata e lei mi incolpava. Poi mi sono stancata...non sopportavo di vivere così.... allora ho inscenato il suo suicidio. Non potevo denunciarla...sarebbe andato in prigione il fidanzato e non lei. Sarebbe stato inutile. Poi il fidanzato mi ha denunciato perché pensava che mia madre si fosse suicidata perché mi odiava. Quindi sono finita in orfanotrofio visto che la giuria non pensava che fosse necessario il carcere minorile....- mi blocco.
Stanno bussando alla porta.
Mi alzo e vado in bagno a sciacquarmi la faccia. Dalla camera sento la voce di Jason. Ignoro quello che stanno dicendo e mi cambio. La mia solita maglia nera che da dietro mi arriva fino al ginocchio e davanti fino alla vita con sopra scritto Love is the new black, poi mi metto un pantaloncino di jeans nero e delle nike bianche.
Esco dal bagno con i miei capelli neri e lisci che mi ricadono fino al seno. Will dice che dovrei tagliarli un po ma non voglio,mi piacciono così.
Esco senza salutare Jason e Nico e mi dirigo in mesa. Faccio colazione con un muffin al cioccolato. Appena ho finito vado nell'arena. Vorrei capire che poteri ho. Visto che sono sola non mi devo preoccupare degli sguardo di altre persone.

Riesco a fare un viaggio-ombra da un punto dell'arena all'altro. Non riesco a evocare morti,ma non mi importa. Poi dietro di me appare un uomo sui quarant'anni, con la barba e i capelli neri come gli occhi. La carnagione e come la mia.
-Padre- dico con tono duro. Solo ora si viene a presentare? In 14 solo ora ha il coraggio di venire?
-Figliola,sono venuta a portarti un regalo visto che hai compiuto gli anni da poco. E sono anche venuto a conoscerti.Mi dispiace non essere venuto prima-
-Ti dispiace? Per cosa? Per non avermi detto niente della tua esistenza? O per non essere mai venuto a trovarmi in questi 14 anni? Hai mandato Apollo a controllarmi invece di venire tu stesso-
-Lo so e mi dispiace ma non posso lasciare gli Inferi troppo spesso-
La scusa reggie.
-Okey- mi limito a rispondere. Non saranno delle scuse e un regalo a far in modo che io lo perdoni.
-Tieni- mi porge una spada e uno scatolo molto grande.
-Detto questo io vado. Salutami Nico-e scompare.
Guardo la spada. È completamente nera. Ferro dello Stinge. Apro lo scatolo che mi ha lasciato e trovo una faretra con delle frecce e un arco di quercia scura. È quasi nero. Ho sempre amato il tiro con l'arco e, avendo avuto Apollo come maestro,sono molto brava.
-Belli i regali di tuo padre,di solito regala zombie- non so a chi appartiene questa voce e quindi mi giro di scatto. Davanti a me c'è un ragazzo con i capelli corti e biondo platino,gli occhi celeste chiaro e la pelle abbronzata. Un figlio di Apollo.
-Piacere,sono Angel figlio di....-
-Apollo- lo interrompo.
-Si nota?-
-Si-
Prendo le mie cose e inizio ad andare in cabina a lasciare le cose. Durante il tragitto incontro Nico e Will.
-Ehy sis,dove hai preso l'arco e la spada?-mi chiede scrutandomi attentamente.
- Un..un regalo di papà. A proposito, ti saluta- rispondo continuando per la mia strada.

Lascio le cose sul letto e prendo un libro. Amo leggere e fortunatamente non sono dislessica.
Resto a leggere per un po finché non arriva l'ora di pranzo.

-Non hai finito la storia. Più tarti vuoi continuare?- mi chiede Nico appena arrivo.
-Ehm....-ci penso un po su.
Ormai ho iniziato,tanto vale finire.
-Okey- rispondo in fine.
Lui fa un sorriso accennato e io gli rispondo con un mio sorrisino piccolo.
Ripenso ad Angel....non sta al tavolo quindi starà in infermeria.
Aspetta! Perché mi interessa di lui?
La mia vocina interiore mi riporta alla realtà.
Che mi importa di lui? Niente,non mi importa assolutamente niente di lui.....credo.
Andiamo,lo consco appena. È un ragazzo come tanti altri. Giusto?

Don't Worry||Daughter Of Hades||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora