Capitolo sesto

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Per la durata dell'intero tragitto, Camilla si sentì combattuta.

La sua carrozza procedeva in direzione del Castello ; il libro sulle sue gambe, dei vestiti logori e sporchi a sostituire l'abito da Lady con il quale era partita da Asper. Al suo fianco, depositato sulla cassa, il cappello di Lawrence.

Tutto era come da principio, eppure niente era più uguale a questo.

Camilla ripensò al momento in cui i soldati avevano preso con la forza il brigante, sferrandogli un pugno allo stomaco, per poi imbavagliarlo e legarlo sotto il suo sguardo impotente. Le avevano detto che nonostante quel brutto inconveniente, presto sarebbe stata a casa. Ma lei sapeva che la parola "casa", nella sua mente, aveva assunto tutt'altro significato.

Il suo destino era stato già scritto, come quello del ragazzo che avrebbe pagato il prezzo dei propri errori.

Camilla rabbrividì a quel pensiero e riaprì il libro lì dove era stata interrotta. Il Cavaliere avrebbe dovuto scegliere tra la salvezza del reame e quella della principessa Teresa.

Sapeva già come la storia si sarebbe conclusa, ma non riuscì comunque a leggere, la sua testa occupata da altri pensieri.

«Mia Lady, siamo arrivati» l'avvisò il cocchiere.

Il maestoso Castello di Blackgrapes spalancò le sue porte, come un gigantesco mostro ormai pronto a divorarli. Camilla nella sua carrozza, e Lawrence nella sua prigione di legno, pensarono la stessa identica cosa :

che cosa ne sarà di me?

*

La ragazza si guardò attorno, stordita. La vita all'interno del Castello spopolava attorno il suo fragile e stremato corpo, abbagliandola con la sua luce. C'erano persone dovunque : soldati, mercanti, artigiani, contadini, servitori....

Tutto si univa in un'unica e chiassosa voce che rimbombava tra quelle mura. Le girava la testa. Il suo sguardo si sforzò di cercare il brigante, e quando lo trovò, trascinato dai soldati e a testa bassa, sentì un profondo dolore riscuoterla fin dentro le ossa.

«Il mio Lord la sta aspettando» la richiamò una gentile voce femminile, costringendola a spostare lo sguardo «mi ha chiesto di condurla nelle sue stanze ; dovrà essere sfinita».

Camilla osservò la ragazza dalla bella pelle ambrata rivolgerle un candido sorriso «sono Diana» si presentò «la tua nuova dama di compagnia».

«Camilla» rispose la ragazza, distrattamente. Si voltò ancora per cercare Lawrence, ma non lo trovò, e ciò la mandò nel panico.

«Verrà condotto nelle prigioni del castello».

«Mh?»

«Il brigante» le rispose la dama «sarà prigioniero fino al giorno della sua esecuzione».

Camilla sgranò gli occhi, immaginando il corpo di Lawrence a penzoloni, come quello del ragazzo che aveva visto impiccato nella Valle.

«Bene» fu tutto quello che disse «adesso scortami nelle mie stanze ; ho un Lord da conoscere».

*

La chiave girò nella toppa della serratura con un clic metallico, e Lawrence si guardò attorno, nella cella, incapace di pensare ad una valida via di fuga. Tutto quello che per anni aveva faticosamente costruito, era andato crollando davanti il suo sguardo impotente. Le sue lotte, i suoi piani di vendetta, i suoi uomini, la sua persona...

Lui aveva scelto quella vita.

Se chiudeva gli occhi, riusciva ancora a sentirle : quelle grida che di notte penetravano nella sua coscienza, assieme alle fiamme, all'odore di capelli bruciati...

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