Capitolo quinto

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La creatura avanzò con passo deciso, i denti scoperti e le bocche grondanti di quella stessa bava nella quale era finita per sbaglio. Grande come i leggendari Leoni, ma con due enormi teste dal muso schiacciato e canini lunghi come le sue dita.

L'avrebbe divorata in un solo morso...dopo un solo balzo.

Ci volle diverso tempo prima che la ragazza si riscuotesse dalla paralisi nella quale era sprofondata per via dello stupore. Orchi, Cavalieri Fantasma, e adesso questo. Era un chiaro segnale di come qualcuno avesse già scritto la sua fine.

Annaspando indietreggiò, l'espressione inorridita, fino a che non si ritrovò coi palmi a terra e senza via di fuga.

«B-buono, cagnolino».

L'immensa creatura abbaiò ; un verso che la scosse fin dentro le viscere. Strisciò ancora all'indietro, chiuse gli occhi.

«Non così, ti prego...non così!» supplicò in un tremito.

Sentì le possenti zampe staccarsi dal terreno ed aspettò di sentire le zanne perforarle la carne.

Ma tutto quello che udì, fu il suo grido ed il suono confuso di una voce familiare che gridava il suo nome.

Non era possibile, pensò. Aprì gli occhi e lo vide, la spada spinta contro la gola della creatura che si dimenava, sferrando graffi e tentando di azzannarlo.

«Vattene via da qui!» urlò il ragazzo, sul punto di essere sopraffatto.

Ma Camilla non aveva alcuna intenzione di lasciarlo morire così, sacrificandosi per lei. Estrasse dallo stivale il pugnale ed avanzò per aiutare il ragazzo. Il suo cuore era come impazzito, i suoi respiri insufficienti. La bestia morse il braccio di Lawrence, che fu costretto a mollare la presa, e spostò la sua attenzione sulla Lady.

«Camilla!»

Il salto fu rapido, come un fulmine scoccato dal cielo. Il suo pelo era ispido, il suo corpo caldo e pesante...e bagnato. Camilla aspettò per dei lunghi secondi di poter vedere l'aldilà, ma tutto quello che sentì, fu il suo corpo tremante e zuppo di una strana sostanza umidiccia.

«Oh mio Dio, Camilla!» gridò qualcuno, la sua testa ovattata.

Il corpo caldo e sudicio della creatura venne spostato di peso dal suo, e la prima cosa che la ragazza vide, furono un paio di occhi verdi che la scrutavano pieni di preoccupazione.

«Stai bene?»

Camilla si toccò il volto, sporcandolo involontariamente di sangue nero, e realizzò di essere ancora viva. Sgranò gli occhi ed afferrò la mano del brigante, che dopo averla sollevata da terra, l'abbracciò.

«Sono viva» mormorò la Lady «l'ho ucciso!»

Lawrence si scostò e le sorrise «l'hai ucciso e mi hai salvato la vita, Camilla».

La ragazza saltellò sul posto «ho ucciso quella cosa! Sono un'eroina!»

«Adesso non esaltarti troppo» il brigante tornò improvvisamente serio «se tu non fossi scappata, non saremmo finiti in questa situazione».

«Che cos'era?»

Lawrence sospirò «uno dei Mastini di...uno dei Mastini» rispose, omettendo parte della frase.

Camilla la completò al posto suo «di Megera?»

Il ragazzo sgranò gli occhi «e tu-tu come lo sai?»

La Lady si fissò la punta dei piedi, mortificata, e si rese conto di essere quasi interamente ricoperta di sangue «vi ho sentiti, tu e Castor, mentre parlavate...»

The Jaguar of BlackgrapesWhere stories live. Discover now