CAPITOLO 13

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-Grazie!-, dico salendo in moto.
Lui non risponde e mette in moto.

La strada scorre veloce hai mie occhi, e in pochissimo tempo arriviamo a destinazione: Seattle.
Parcheggia la moto in un parco e scendiamo.

-Allora cosa vuoi fare?-, dice mentre mette a posto i caschi.

-Possiamo andare in biblioteca mi devo comprare un libro!-, sono eccitata, è da tantissimo che non vengo a Seattle, e Seattle al posto di Forks è una metropoli.

-Ehy, questa volta hai rubato la moto?!-, una ragazza con capelli lisci biondo rossiccio, pelle chiara con qualche lentiggine dorata sparsa fra le guance e il naso e occhi color cannella, si rivolse a Jacob.

-No, questa è mia!-, gli rispose Jake, lo sputò come una vipera sputa il suo veleno. Perché gli ha risposto in modo così acido?

Io non stavo capendo: si conoscono?

Guardai Jake con aria confusa e lei non perse l'occasione di presentarsi, -Io sono Mandy, piacere, tu sei sua sorella?-.

La guardai strano e iniziai a parlare, -Ehm...-, ma Jake mi parlò sopra, -No, è la mia ragazza-, lui era convinto, io un po' meno infatti gli occhi mi uscirono dalle orbite dalla sorprese.

Lei era sorpresa quanto me.

Jake per farmi capire di reggere il gioco mi prese la mano e mi fece un occhiolino che agli occhi umani era impercettibile.

Dato che Jake mi prese la mano gli feci capire i miei pensieri con tutte le domande rispetto alla ragazza, lui mi guardò, -Dopo-, lei era sempre più confusa, ma non fece molto caso alla nostra "conversazione".

-Serio?-, chiese la ragazza sbalordita riferendosi al nostr improvviso fidanzamento, -Si, perché c'è qualcosa che ti turba?-,rispose Jake.

Lei ci studiò per un secondo e poi rispose con tanta tranquillità,-Nono, state benissimo-, e fece un sorriso falso che anche a migli si potrebbe capire.

-Senti noi dobbiamo andare, ciao-, disse Jake e senza aspettare una sua risposta mi trascinò con lui, la ragazza da dietro ci saluto con acidità.

Camminammo per un po' e poi ci infilammo in un vicolo dove non arrivava la luce, -Spiegami su-, dissi.

-Nulla di particolare è una ragazza che ho visto una volta quando venni a Seattle per non ricordo quale motivo ma se non sbaglio avevo una macchina o moto che non era mia,sinceramente non so neanche come faccia a ricordarsi di me-, fece spallucce.

-Ah...non c'è e non c'è stato nulla tra voi, vero?-, domandai con voce scettica.

-No, perché sei gelosa?-, domandò venendo verso di me e facendo il suo sorriso beffardo.

-No...chi io?-, mentre lui veniva avanti io andavo in dietro, ma solo dopo mi resi conto che il vicolo era piccolo e che dietro le mie spalle c'era un muro di mattoni.

-Sicura?-, domandò di nuovo mettendo il suo braccio accanto alla mia nuca.

-Sicurissima!-, sembravo anche convinta, mi congratulo con me stessa. In realtà ero un po' gelosa ma, d'altronde, non ne avevo motivo, quindi meglio tacere.

Calò il silenzio e ci guardavamo e basta, distolsi lo sguardo e guardai intorno a me per vedere se poteva esserci qualcosa con cui distrarmi, ma non c'era nulla, quindi improvvisai:-Andiamo a comprare il libro, senno le biblioteche chiudono?-.

-Okay, andiamo-, tolse la mano dal muro e uscimmo dal vicolo.

Io non conoscevo molto bene Seattle quindi mi feci guidare da lui, arrivammo alla biblioteca entrai e scrutai attentamente tutti i libri, sembrerà starno ma quando entro in una libreria mi sembra di essere a casa dato che adoro leggere e adoro l'odore dei libri cartacei.

Dentro alla biblioteca ci stiamo un bel pezzo e mi sa molto starno che ancora non si sia lamentato, anzi mi ha seguito per tutto il tempo e mi ha consigliato anche quale libri preferirebbe lui, anche se ha giudicato dalla copertina perché non aveva voglia di leggere il riassunto della trama.

Alla fine ne scelsi due, andai a pagare e poi uscimmo fuori.

Appena fuori dalla porta della libreria, mi travolse un vento gelido, anche perché ero vestita in modo molto leggero, non avevo neanche il giacchetto. Jake se ne accorse e mi diede il suo giacchetto di pelle, -Grazie-, dissi guardandolo.

-Tranquilla, non c'è problema-, speriamo non abbia freddo...

Ancora non me ne ero resa conto del bellissimo cielo che si era creato sopra di noi, saranno state circa le 18:30, e il sole stava finendo di tramontare.

-Vieni con me-, mi disse iniziano a camminare per un luogo che non so dov'è.

Io lo segui e in meno di cinque minuti arrivammo a un giardinetto, ma devo dire che quel giardinetto riservò una bellissima sorpresa, infatti c'era un panchina in legno e davanti a noi il tramonto più bello che io abbia mai visto.

Ci mettemmo a sedere nella panchina e stemmo lì a parlare e a guardare il sole che scompariva dietro alle montagne.

Nel momento in cui il sole scomparì del tutto stemmo in silenzio con il suo braccio caldo sopra alla mia spalla.

In quel momento mi assalirono i pensieri e i dubbi, e la prima cosa che mi venne fu l'impriting, infatti diventai cupa, e lui se ne accorse.

-Che hai?-, chiese, girandosi verso di me.

-Niente-, risposi sorridendo, lui non ci credette ma non mi chiese altro.

Dopo aver parlato per un po', lui guardò l'orologio. -Che ore sono?- chiesi.

-Sono quasi le otto-, rispose, è bellissimo quando il tempo ti passa tanto velocemente quando sei con le persone a cui vuoi bene.

-Che dici, andiamo a casa che altrimenti papà si arrabbia?-, chiesi, lui acconsentì e ci alzammo dalla panchina e ci avviammo verso la moto.

Arrivammo a casa verso le 20:30 e ad aspettarmi davanti alla porta c'era mio padre, -Sei in ritardo, signorina!-, lo so lo so, non iniziare con la predica.

-No, non inizio, ma di chi è quel giacchetto?-, di Jake, -Perché ce l'hai tu?-, perché avevo freddo e mi ero scordata il mio giacchetto.


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⏰ Laatst bijgewerkt: Nov 17, 2018 ⏰

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IF YOU KILL HER, YOU KILL ME ||Renesmee-Jacob|| [PAUSA] Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu