XXIX

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Appena leggo il suo 'sono giù da te, ti aspetto' vado totalmente nel panico. Devo solo infilarmi le scarpe ma sono talmente agitata che neanche ci riesco.
Dopo quasi dieci minuti e controlli ripetuti allo specchio, scendo. La sua auto e proprio qui fuori, la vedo e cerco di restare calma.

Nat sta calma, non è niente, ti porta a mangiare un gelato, niente di più.

-Eccomi, scusa il ritardo- dico appena sono abbastanza vicina a lui.
È appoggiato alla sua auto e mi aspetta guardandomi arrivare, sorride quando finalmente ci salutiamo con i soliti baci sulla guancia. Ha una polo nera e dei jeans scuri stracciati sulle ginocchia, i capelli perfetti come sempre e quegli occhi neri che mi trafiggono ogni volta.
Salgo in auto e lui fa lo stesso. Ci mettiamo la cintura e partiamo.
-Sei pronta? Ti avverto che stasera sarà devastante- mi dice appoggiando per qualche secondo la sua mano sul mio ginocchio nudo.
-Io adoro le cose devastanti, soprattutto se si tratta di cibo-
Annuisce e mi sorride malizioso.
-E se si tratta di uomini?- mi chiede.
-Diciamo che nella coppia di solito la devastante sono io- gli rispondo.
-Non posso darti torto- dice e mi guarda gli occhi, la bocca e poi scende perlustrandomi tutta -sei bellissima- conclude tornando ai miei occhi.
-Grazie- dico solo perché come al solito ogni suo complimento mi imbarazza.
-Eccoci arrivati- parcheggia l'auto appena trova un posto libero.
Siamo in una strada che non descriverei come grande ma non è neanche piccola, non c'è niente di che se non un ospedale di fronte a noi e dei piccoli negozietti.
-Dove siamo?-
-Qui siamo a piazza Medaglie d'oro, vedi è quella- mi fa girare e alle nostre spalle in effetti c'è una bella piazza, con dei giardini al centro e dei bar tutti intorno con tanti ragazzi seduti ai tavolini.
-Ok.. bello, non ci sono mai stata-
-Io ci sono venuto qualche settimana fa con Kalidou, è lui che mi ha fatto conoscere il posto dove sto per portarti-
-Ah bene, sono curiosa, andiamo?-
-Vieni- mi prende per mano e mi fa camminare dal lato del muro dandomi subito un senso di protezione -eccoci- dice quando arriviamo fuori ad una gelateria suppongo.
-Qui?-
-Si entriamo, vieni-
Gelatosità si chiama questo posto, è piccolo, c'è a stento il bancone con i gusti per i gelati e qualche frigo con le torte ma c'è talmente tanta gente dentro che non riusciamo a camminare.
Adam mi continua a tenere la mano e mi porta infondo alla gelateria dove c'è la cassa.
-Salve Adam, come posso aiutarti?- gli domanda uno dello staff.
-Per me Mars e Snikers e come topper mi metti le scaglie di cocco, per lei..- si gira verso di me ma io non sono ancora pronta, non ho ancora realizzato.
-Non ci credo! Posso scegliere gli snack che voglio e loro mi fanno il frappé?- chiedo ad Adam e quando lui annuisce sorridendomi soddisfatto gli salto al collo e lo abbraccio.
-Dai bonbon, scegli quale vuoi-
-Devo scegliere? Oddio.. il Bounty sicuramente e il Raffaello.. anzi no- mi correggo mentre Adam e il cassiere se la ridono -voglio il Ferrero Rocher- concludo con lo sguardo innamorato.
-Perfetto, e come topper?- mi chiede il ragazzo con lo strano cappello di carta in testa.
-Cosa sarebbe?- gli domando ma Adam è più veloce di lui, mi tira a lui da un fianco e me lo spiega parlandomi all'orecchio e mostrandomi la vetrina con i topper.
-Voglio le meringhe anzi no, le palline di cioccolato bianco e gli smarties-
-Il topper è uno signorina- mi dice il ragazzo sempre più divertito.
-Ah quindi devo scegliere..-
-Glieli puoi mettere tutti e tre? Pago la differenza da parte- dice Adam lasciandomi a bocca aperta.
-Certamente, non ci sono problemi- risponde il ragazzo e sparisce tra gli snack e i frullati.
-Lo so tu vuoi vedermi con dieci chili in più stasera- dico ad Adam dandogli un colpetto sul petto.
-Anche quindici, saresti bella lo stesso-
-E invece no! Non prenderò nemmeno un chilo perché domani vado in palestra-
-Ecco brava, prima mangi ogni schifezza e poi te ne vai in palestra. Un ragionamento giustissimo-
-La smetti di prendermi in giro? Sei tu che mi fai sempre ingozzare di dolci e ti ricordo che qui lo sportivo sei tu, non io-
-Io mangio i dolci una volta a settimana, bonbon- incrocia le braccia e si mette di fronte a me come per lanciarmi una sfida -come puoi vedere non ho problemi di linea- mi prende una mano e me la mette sul suo addome, e Cristo, no, non ha problemi di linea.
-Neanche io- rispondo e prendo la sua mano mettendomela sulla pancia. Scorre un po' su tutto l'addome e poi annuisce.
-Allora godiamoci in nostro frappé- sorride e prende i due bicchieroni passandomeli e pagando in cassa.
Usciamo dalla gelateria e camminiamo verso la piazza più avanti, che porta verso via Luca Giordano, mi spiega lui. È incredibile quante cose sa di questa città dopo neanche tre mesi che è qui.
-Ho avuto buoni ciceroni- risponde quando gli chiedo come fa a sapere tanti posti e tante cose di qui.
Camminiamo lungo il viale alberato pieno di ragazzi, ragazze, famiglie, anziani. È pieno di gente che ride e si diverte, è pieno di musicisti, artisti e cantanti.
È bellissimo qui, quasi poetico.
-Una panchina libera, sembra quasi un miraggio-
-Sediamoci prima che la occupino-
Ci sediamo continuando a bere la nostra bomba di calorie e chiacchieriamo.
-Ma davvero non ci eri mai stata qui?-
-Si ci sono stata ma di mattina, di notte ha un altro sapore-
-Si è vero, di notte è tutto più bello- risponde e non mi vorrei sbagliare ma i suoi occhi si posano sulle mie labbra che avvolgono la cannuccia, ancora intente a succhiare il contenuto del bicchierone.
-Dai finiscilo che devo portarti da una parte- dice improvvisamente spezzando il gioco di sguardi che si era creato.
-Dove?-
-È inutile che te lo spiego, tra poco lo vedi- risponde alzandosi e mettendosi di fronte a me mi squadra ancora da capo a piedi -mi dispiace solo che hai la gonna, però è meglio per me- dice e mi sorride.
-Che c'entra la mia gonna in tutto questo?- mi alzo e butto il bicchiere vuoto, lisciandomi la gonna di jeans che mi copre metà cosce.
-Ora lo vedi- mi prende di nuovo la mano e iniziamo a camminare tornando indietro da dove siamo venuti.

thisCrush | Adam Ounas Where stories live. Discover now