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Canzone in descrizione, consiglio vivamente di sentirla.

Buona lettura!
- Sara


Lydia Martin rimase ferma di fronte alla bacheca della scuola, fissando il modulo delle iscrizioni al provino per entrare nelle cheerleader, mentre una penna attaccata al foglio con un laccetto penzolava avanti e indietro davanti ai suoi occhi.

Dalla prima volta che aveva visto una partita di football con suo padre, la rossa ne era rimasta estasiata: notava come quelle ragazze saltavano, come si muovevano leggere, quasi come il vento, e come ballavano in sincronia, una dietro l’altra.

Aveva sempre voluto entrare nella squadra, solo che, per un motivo o per un altro, che potrebbero definirsi delle scuse, ci aveva subito rinunciato.

Quest’anno, però, era la sua ultima occasione, poiché l’ultimo anno sarebbe stata troppo impegnata negli esami e nella scelta del college per affibiarsi una simile responsabilità; eppure, il solo pensiero di doversi esibire davanti ad altre persone, le faceva salire un brivido lungo la schiena.

Odiava avere paura, eppure l’aveva.

Stiles Stilinski camminava per i corridoi tenendo infilate le mani nelle tasche, che tirava fuori solo quando doveva sistemarsi gli occhiali e, quando notò che nella sua direzione la rossa stava lì, ferma, con aria afflitta ad osservare la bacheca, decise di andarle incontro.

“Ti è morto il gatto?”

Stiles incrociò le braccia e si poggiò di fianco sulla grossa bacheca in sughero, aspettando che lei lo notasse.

“Lo sai che non ho nessun gatto.”

Lydia si girò corrucciata per la sua battuta, poi tornò ad osservare la penna che incessantemente continuava a penzolarle davanti agli occhi, quasi a volerle ricordare lo scorrere del tempo.

Il ragazzo si sporse per poter capire dove fosse rivolta tutta la sua concentrazione, quando notò il foglio delle iscrizioni.

Audizioni per le Cheerleader, Mercoledì dopo la fine della giornata.”

Stiles lesse ciò che era scritto sul foglio, quasi a volerlo dire anche a lei, e la ragazza distolse lo sguardo dalla bacheca mentre si portava dietro l’orecchio una ciocca di capelli biondo fragola.

“Vuoi fare l’audizione?”
“No, no, stavo solo vedendo.”

Lydia sorrise cortesemente verso il ragazzo senza più prestare attenzione alla penna che ormai s’era fermata in equilibrio a mezz’aria.

“Tu vuoi andarci.” Affermò lui assottigliando lo sguardo, quasi come ad aver avuto una grandiosa intuizione.

“Beh, anche se fosse? E’ tardi.”
Continuò lei innervosita, quindi Stiles si zittì per qualche secondo, portando lo sguardo dal foglio alla rossa, e poi alzò le spalle con aria di sufficienza.

“Beh, evidentemente non sei capace. Ho trovato qualcosa che non sai fare, Martin.”

Le diede una pacca sulla spalla con tono saccente, quasi a volerle lanciare una sfida, cosa che Lydia non rifiutava mai.

“Certo che sono capace!”

La ragazza strinse i pugni sbiancando le nocche e aggrottando lo sguardo, sentendo l’orgoglio sgusciarle in petto.

“Hai paura di una penna, Lydia Martin. Tu hai paura.”

Stiles, ghignando, si avvicinò al suo viso in modo che lei non potesse scampare al contatto visivo.

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