Capitolo primo

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La carrozza proseguiva a singhiozzi lungo le tortuose strade di Blackgrapes. Forse mancavano qualche decina di miglia, forse molte di più ; Camilla non osava chiedere, stretta nell'angolo della cassa che le faceva dolere ormai da giorni il fondoschiena. Quel viaggio si era rivelato la cosa più straziante che nella sua breve vita avesse mai sperimentato. Dormiva a stento, di notte, protetta dalle due guardie di cui sentiva i passi riecheggiare sul fogliame, e passava l'intero giorno a leggere.

Quando il cocchiere imprecò per via di un sasso che scosse l'intera carrozza, lei alzò gli occhi al cielo e maledisse il giorno in cui aveva ceduto alle lusinghe del padre. Il libro, che conosceva ormai a memoria, scivolò via dalle sue gambe e lei si chinò per raccoglierlo.

La sua mente non riusciva a formulare un solo pensiero che non includesse l'incerto destino che oltre quelle strade l'attendeva. Era già lontana dalla sua amata contea di Asper, nella quale aveva trascorso tutta la vita, da che ricordasse. Ma quel posto stava morendo, e col passare del tempo, se non avesse accettato la richiesta del padre, la sua gente sarebbe stata decimata dalla fame e dalla sete.

Camilla si ripeteva di essere come il nobile cavaliere dall'armatura nera del suo libro, ma dentro di lei, secondo dopo secondo, la paura si radicava sempre più subdolamente e la lasciava sfinita a chiedersi, se quello che fosse più giusto per gli altri, fosse in realtà il più giusto per lei.

«Mia Lady, i cavalli sono esausti» gridò il cocchiere, lasciando che le bestie rallentassero il passo.

«Possiamo fermarci, Mika» gridò di rimando la ragazza, cercando un appiglio per sollevarsi.

L'intera carrozza si arrestò. Camilla sentì le guardie scendere per prime, seguite dal cocchiere ; i loro passi si fermarono davanti la microscopica porta, che si aprì per permetterle di scendere. Lei si sollevò il vestito con entrambe le mani, ed alla luce tiepida del sole, tirò un sospiro di sollievo. Le girava la testa e doleva lo stomaco per tutto quel trambusto, ma non appena mise i piedi a terra, si sentì come rinvigorita ; davanti a lei si estendeva un'immenso paesaggio di verde e nient'altro che verde, tra arbusti e fiori selvatici le cui corolle svettavano timidamente come per richiamarla a sé. Sorrise, col libro ancora in mano e fece il giro per accertarsi che sia i cavalli, sia il cocchiere stessero bene.

Mika le fece un cenno con la testa, mentre accarezzava la criniera di una delle due bestie «Philip è il più stanco dei due» spiegò «deve aver colpito qualcosa lungo la strada, magari una pietra particolarmente affilata».

«Philip?» Camilla accennò un sorriso.

«E' il nome di mio fratello. Ho pensato che sarebbe stato buffo, per un cavallo».

«Lo è».

Il ragazzo era giovane, forse poco più grande di lei, ma aveva un viso genuino ed un corpo dall'aria solida e robusta, com'era solito per gli abitanti di Asper. Camilla pensò che, forse, la sua scelta avrebbe aiutato anche lui, che magari avrebbe impedito alla sua famiglia di morire di fame prima che quel coraggioso cocchiere ripartisse per un altro viaggio.

Una delle guardie le toccò la spalla e le chiese se avesse sete, offrendole una borraccia piena di acqua. Lei scosse la testa e, ai margini della foresta, si perse nel suono della natura. Non aveva mai visto tanto verde in vita sua.

«Non dovrebbe allontanarsi, mia Lady, non è sicuro» l'avvertì la seconda guardia.

«Resterò in zona e tornerò a breve».

L'uomo storse la bocca perplesso, poi le fece cenno di proseguire.

Camilla incespicò un paio di volte, nel tentativo di passare oltre arbusti che erano più vecchi di lei. Le immense radici di un albero, sembrarono il luogo ideale su cui riposare e continuare la lettura del suo libro. Un tetto di foglie, brillante di verde, le assicurava totale protezione dal mondo e dal caos che imperversa lì dove non esisteva pace.

E fu allora che li vide : grappoli d'uva nera come la pece.

Con un guizzo felino si alzò per raggiungere la pianta, nascosta oltre un cespuglio qualche metro più in là. Sorrideva come una bambina davanti una nuova bambola. Le sue piccole dita staccarono un solo chicco e lo fissarono, esaminandolo con estrema attenzione, prima di portarlo alla bocca.

«Fossi in te non lo farei».

Il suo corpo sussultò, inorridito, lasciando cadere a terra il frutto.

«Voltati» ordinò la voce.

I battiti riecheggiavano nella cassa toracica della ragazza, che paralizzata teneva lo sguardo fisso davanti a sé, indecisa se scappare oltre la foresta, o se voltarsi e cercare rifugio nella carrozza.

Per un istante, il mondo intero si fermò, in attesa della scelta che avrebbe segnato il suo destino.

Prima che se ne rendesse conto, Camilla iniziò a correre ; il suo fiato sospeso nell'aria, misto ai granuli di polvere ed al pulviscolo della luce. Oltre agli sterpi che le sbarravano la strada e le si impigliavano al vestito, o ai tronchi che era costretta a saltare come una di quelle lepri che gli uomini di suo padre infilzavano con le frecce. Pensò che magari avrebbe fatto la loro stessa fine e che doveva correre più forte, fino a non sentirsi più il cuore o a sputarlo via. Non si girò neppure un istante, e quando il terreno divenne scosceso ed il suo piede si scontrò con un masso, capì che da qualunque cosa fosse fuggita, non aveva più via di scampo.

Batté la testa sul dorso delle mani ferite e guardò il libro volare oltre quello che sembrava un dirupo.

«Figlia di una cagna» annaspò qualcuno alle sue spalle «sei maledettamente veloce!»

La ragazza si voltò, dolorante, ed impallidì.

«Ed io che credevo che voi Lady foste delle rammollite».

Gli occhi del ragazzo, ancora chino su se stesso, incrociarono i suoi : erano verdi e limpidi come una delle pietre che spesso aveva visto sugli anelli della madre.

«Il mio nome è Lawrence» si presentò il brigante «ma forse mi conosci come il "Giaguaro"»

Il cuore di Camilla perse un battito.

«e tu, dolce donzella, sei mia prigioniera».

*

Carissimi, vorrei dire soltanto un paio di cose :

Innanzitutto, se siete arrivati fin qui, vi ringrazio per aver letto! E' una storia che dentro di me ha preso vita giorno dopo giorno, e non riuscivo più a rimandare il momento in cui l'avrei scritta...per cui, eccomi qui!

Seconda cosa, e vi prego di prestare attenzione a quello che sto per dire :

I nomi dei personaggi sono stati "alterati" al fine del funzionamento della storia. Come qualsiasi altra fedele shipper, so benissimo che il nome di Camila è scritto con una L sola, ma per rendere più veritiero il tutto, ho pensato di dargli un tocco di completezza in più, poiché ci troviamo comunque in un'epoca ed in un luogo immaginario in cui alcuni nomi non esistevano affatto (così come altro).

Terza cosa, e forse l'ultima, vi chiedo di farmi sapere il vostro parere e, se la storia vi è piaciuta e continuerà a piacervi, di consigliarla ad eventuali amanti del "genere", a mo' di cortesia personale.

Vi state chiedendo se Lauren è in realtà un uomo? Questo lo scopriremo insieme. Seminerò all'interno della storia degli indizi che, a degli abili lettori, non sfuggiranno (e mi riferisco anche ai nomi dei personaggi).

Ancora grazie e alla prossima!

Un bacio,

Weirdink_

The Jaguar of BlackgrapesWhere stories live. Discover now