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Ehy Benjamin,
mi chiamo Federico ed ho diciassette anni.

Oggi sei tornato a scuola.
Ti ho visto da lontano e ti ho sorriso con un cenno della mano come saluto.
Che tu, prontamente, non hai ricambiato.

Era la prima volta che mi salutavi.
Cosa avrei dovuto fare? Magari mi avevi salutato solo perché ti facevo pena.

Magari mi volevi fare del male anche tu.

Come avevano fatto gli altri.

Sei pallido.
Tanto pallido.

Sei bianco. Come il latte.

Sai, dopo qualche rifiuto, dopo qualche coltellata alle spalle, in faccia...non credi più nel lieto fine,
né nelle persone e né di poter tornare felice.

Indossavi una sciarpa e le maniche lunghe nonostante siamo ancora a Marzo.

Avevo freddo.

Mio piccolo, dolce Benjamin, perché ti fai del male?

Perché ero un errore. E forse lo sono ancora.

Tuo, Federico.

***

Ehy Benjamin,
mi chiamo Federico ed ho diciassette anni.

Oggi Michele, nell'ora d'arte, ha provato a parlare con te. Ma tu l'hai ignorato.

Io volevo te, Federico. Perché non lo capivi?

Eppure la mia migliore amica, Alice, dice che lui è un bel ragazzo.

Ho sempre odiato Alice.

Lei era la tua migliore amica e ci stavi tutto il tempo, invece, io non riuscivo nemmeno a salutarti.

Perché respingi sempre tutti?

Perché avevo smesso di fidarmi delle persone.

E poi amavo te.

Ma tu questo, vedo che non l'hai mai capito.

Tuo, Federico.

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