4.3

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Ehy Benjamin,
mi chiamo Federico ed ho diciassette anni.

Osservo l'orologio al mio polso, sono le 10, e quindi mio padre arriverà fra quattro ore e mezza.

Oggi ho aspettato che tu uscissi dalla classe per andare in corridoio per parlare con Federic, ma non l'hai fatto.

Mi ricordo quel giorno. È stato l'unico giorno di pace che io abbia mai avuto in quel periodo.

Sei rimasto seduto al tuo posto, fermo lì, all'ultimo banco all'angolo, vicino la finestra, mentre la classe si svuotava.

Fissavi fuori dal vetro, senza battere ciglio. Non mangiavi, non bevevi.

Niente.

Eri Federico?

Mi sono sporto dalla porta della classe per vedere in corridoio e Federic non c'era.

TI ho osservato a lungo, sai?

No, non lo sapevo.

Avevi lo sguardo perso nel vuoto ed un'espressione apatica in viso.

Avrei voluto venirmi a sedere all'ultimo banco affianco a te.

Perché non l'hai fatto, cavolo. Io  avevo bisogno di te.

Ma non l'ho fatto per paura che non avresti gradito la mia presenza.

Volevo la tua presenza più di ogni altra cosa al mondo, Federico.

Scusa, forse sarei dovuto venire.
Tuo, Federico.

Thoughts||fenji Where stories live. Discover now