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Ehy Benjamin,
mi chiamo Federico ed ho diciassette anni.

Oggi in classe sei stato tutto il tempo con una sciarpa e il viso girato completamente verso la finestra.

Non ti sei fatto guardare in faccia nemmeno un secondo.

Quando la ricreazione è suonata, sei rimasto lì, fermo. Non hai mosso un muscolo.

È arrivato Mathis, che a quanto pare aveva intenzione di chiarire e cercare di fregarti un'altra volta facendo il finto depresso. Ma tu l'hai respinto. Ti sei fatto valere.

Lui insisteva e tu, in un impeto di rabbia, ti sei girato di scatto verso di lui, mentre la sciarpa ti cadeva dal collo per la velocità del movimento improvviso, ed hai urlato che non l'avresti mai più voluto vedere né sentire.

Avevi un enorme livido sul collo, Benjamin.

Chi te lo ha fatto?

Avrei voluto stringerti a me, e medicarti quel maledettissimo segno violaceo. Avrei voluto sapere chi te lo avesse fatto.

Ma sono rimasto zitto e fermo, per paura di fare o dire qualcosa di sbagliato.

Scusa forse ne avevi bisogno veramente di qualche abbraccio.
Tuo, Federico.

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