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Ehy Benjamin,
Mi chiamo Federico ed ho diciassette anni.

L'altro ieri in classe, visto che avevamo due ore di buca, hanno messo un film alla Lim.

Al finale di esso, il padre che aveva sempre giudicato il figlio, e lo aveva costretto ad abbandonare la sua passione, ovvero il canto, per aiutarlo a spacciare droga...lo vede morire davanti ai suoi occhi, e solo in quel momento si accorge di quanto lo amava e di quanto era orgoglioso della sua voce.

Hai iniziato a piangere, Benjamin, e la supplente ti ha chiesto se volessi andare in bagno.

Hai annuito e sei uscito.

Non appena hai chiuso quella porta, sono tutti scoppiati a ridere ed hanno iniziato a chiamarti "frignone" o "piagnucolone" finché la professoressa non ha intimato loro di stare zitti e smettere di fare tutto quel caos.

E so che hai sentito tutto.

E così anche oggi a ricreazione sono uscito in corridoio e ti ho visto parlare con Federic.

Altre tre lacrime sono sfuggite al tuo controllo e ti hanno rigato le guance.
Andavano ad aumentare.

<<Non ci devi star male. Te ne devi fregate degli altri>> continuava a ripeterti Federic mentre ti abbracciava.

Le tue lacrime si sono asciugate ma il tuo viso ha assunto un'espressione vacua, apatica.

<<Non è solo il parere di una persona che condiziona. È il parere di tutta la scuola, di tutta la società>>

Avrei voluto dirti che ti trovo molto sensibile ed emotivo, e che io adoro le persone con queste caratteristiche, dato che ne se sono poche in questa generazione.

Avrei voluto dirti che però é arrivato il momento di indossare l'armatura, e che ti avrei aiutato a farlo.

Ma sono rimasto zitto, per paura di dire qualcosa di sbagliato.

Scusa, forse avrei dovuto dirtelo.
Tuo, Federico.

Thoughts||fenji Where stories live. Discover now