12 - Luke

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"Prenderò la macchina, farò venti ore ma andrà bene la mia macchina" magari venti stancanti ore di viaggio in macchina mi avrebbero fatto elaborare bene la mia missione.
Andrò prima da Luke per prendere le chiavi della cella di Charlotte.
E magari mi fermerò da qualche parte a riposare se proprio ne sentirò il bisogno.
Ho passatto molte notti in bianco ma non per guidare, o meglio, ci sono state delle notti in cui ai video giochi guidavo, ma non credo sia la stessa cosa.
Sono riuscito anche a sbarazzarmi del navigatore umano dalle lunghe gambe Lydia.
Ora penso si aspettino un lavoro da cinque stelle, probabilmente sospettano anche qualcosa, dato tutte le mie richieste.
Oppure penseranno che sia uno che pensa di saper far tutto senza l'aiuto di nessuno, ma che non conclude niente.
Cosa buona, vivrò più a lungo.
"Bene, se non rientri entro lunedì la tua missione sarà annullata così come il tuo contratto. E farai meglio a non esser trovato" Megan è accanto alla mia macchina con le braccia incrociate mi osserva caricare il bagagliaio.
"Direi che è rassicurante" parlo ironico incastrando una borsa frigo tra il borsone delle armi e quello dei miei vestiti. Lascio un'ultima borsa frigo piena di bibite nei sedili posteriori e chiudo finalmente il bagagliaio sospirando per aver finito di trasportare robe pesanti.
Non ho nemmeno il tempo di battere un ciglio che mi ritrovo contro la mia auto con il fiato sospeso.
Gli occhi truccati di Megan sono chiusi vicino al mio viso e le sue labbra colorate da un rossetto bordeaux probabilmente lasceranno del colore sulle mie.
"Farai meglio a tornare" passa il pollice sulle mie labbra incastrando i suoi occhi ghiaccio nei miei blu distogliendo poi lo sguardo allontanandosi per raggiungere la sua macchina e tornare alla sua base.
"Ancora più rassicurante" borbotto riprendendo a respirare.
Superato il piccolo chock salgo al posto di guida e imposto il navigatore per la mia meta.
Il ciondolo al mio collo sembra farsi sentire contro la mia maglietta e non posso far a meno che aprirlo e sospirare: "non vi raggiungerò oggi" scuoto la testa grato, sono ancora vivo e sto tornando a casa.
Metto il ciondolo sotto la maglietta lasciando che il freddo metallo mi tocchi la pelle facendomi venire i brividi e parto per la mia lunga strada.
Kilometro dopo kilometro tutti i paesaggi mi sembrano uguali. Gli occhi si stanno chiudendo ma la musica alta e l'aria condizionata ghiacciata mi fa rimanere un minimo sveglio...
La strada è tranquilla, non ci sono troppe macchine e spero di non prendere nessuna coda vicino a casa, non potrei sopportarlo.
Sono riuscito a dormire solo un'oretta perché sembrava che il sole non volesse più sorgere, l'impazienza e l'agitazione di arrivare a casa era troppa per poter dormire tutta la notte.
Come avevo programmato nella mia testa, arrivo da Luke che sembra stare in un appartamento a venti kilometri da casa.
Spero solo che il numero che Cole mi ha dato sia giusto, così mi fermo al 47/B di una delle tante stradine di questa città enorme e scendo dall'auto con un po' di timore guardandomi in torno. Mi assicuro di avere le mie armi a portata di mano prima di avvicinarmi al citofono.
Megan avrebbe dovuto dire a Stalker di non seguirmi, eppure non riesco a fidarmi.
Riconosco il nome di Luke insieme a quello di un'altra persona il che mi fa dubitare della sua vita sentimentale da single disperato.
"Chi è?" Una voce femminile mi risponde al citofono.
"Sono un'amico di Luke" parlo nella speranza che mi faccia entrare.
"Quale dei tanti?" sospira annoiata.
"Larracuente" dico severo, sono stanco non ho voglia di perdere altro tempo.
"Vieni, terzo piano" sbuffa di nuovo e la porta si apre. Per quanto il comportamento della donna mi sembri sospetto entro nell'ascensore schiacciando sul bottone del piano a cui sono diretto e aspetto appoggiandomi al muro stanco come non mai, non ho la voglia e la forza di prepararmi ad un possibile scontro. Ma se mai si presentassero con pugni e armi, sono più che pronto: un quarto del mio peso attuale è solo di pistole e altre varie piccole armi, tra cui, alcune che non so nemmeno usare, ma... Mi inventerò qualcosa.

Appena uscito dal ascensore alla mia destra trovo Luke intento a mandare un bambino piuttosto piccolo dentro casa. È il periodo degli accoppiamenti questo? Tutti con neonati, bha.
"Adam? Cosa ci fai qui?" Ridacchia nervoso tirando la porta di casa sua ma non chiudendola.
"Sono venuto per le chiavi della cella di Charlotte" la sua espressione da agitata diventa spaventata, come l'espressione di ma madre quando le ho chiesto se potevo andare ad una festa un po' di tempo fa: terrore, come se una festa potrebbe uccidermi.
"Per quale motivo?"
"Non ho tempo per spiegazioni, Luke, quindi ti prego di darmi le chiavi prima che perda la pazienza" sospiro portando una mano tra i capelli e tirandone un po' le punte.
"Ma..."
"Nessun 'ma' Luke, voglio quelle dannate chiavi!" Mi avvento sopra di lui schiacciandolo al muro.
"Adam, quella ragazza è malata... Ti pentirai di esser entrato lì -boccheggia alla ricerca d'aria per colpa della mia mano sul suo collo- possiamo parlare come persone civili ed entrare dentro? Probabilmente adesso tutti i vicini ci stanno ascoltando" supplica stringendo il mio polso per farmi togliere la mano.
Lo lascio respirare guardandolo con sospetto, appena entrati chiude la porta alle sue spalle con la chiave il che mi fa pensare a qualche suo piano per mettermi al tappeto. Fa strada verso il piccolo accogliete salotto che profuma di biscotti, e mi fa accomodare al tavolo.
"Voglio solo le dannate chiavi Luke" sbuffo reggendo il capo con le braccia appoggiate al tavolo.
"Non ti conviene entrare là dentro, l'ho vietato a tua madre non per strani problemi mentali, anzi, Ivory sta più che bene, ognuno ha il suo lato oscuro. Charlotte parla, ogni volta che la controllavo parlava di un suo piano per distruggere tutti voi, e ti assicuro che non è tanto carino ciò che ha in mente" una donna con un timido sorriso ci porta del caffè e dei biscotti appena sfornati che senza tante pretese assaggio.
"Ma dai -lo guardo quasi offeso- stai raccontato le pazzie di Charlotte a me? Ho vissuto tutta la mia infanzia insieme a lei, e parla, lo so, parla anche senza pensarci, tutto ciò che le passa per la testa sono cose mai finite, a quest'ora saremmo dovuti essere morti e putrefatti, ma il suo malvagio piano non è giunto a termine"
La sua espressione preoccupata mi fa quasi ridere.
Prendo un sorso di caffè assaporando come il caldo liquido scivolasse lungo la gola, ci voleva proprio.
Lancio un'occhiata a Luke che trafficando con un mazzo di chiavi ne estrae una poggiandola davanti a me: "Non è sola, Adam, vi distruggerà tutti"

E niente, cosa succederà? Ahaha
Mi odierete
Lo so

Lily&Guns - The KingWhere stories live. Discover now