12. Friendship.

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It's our time to make a move
It's our time to make amends
It's our time to break the rules
Let's begin

And I say hey, hey hey hey
Living like we're renegades
Hey hey hey
Hey hey hey
Leaving like we're renegades
Renegades, renegades

🍃

-Oddio scusami- dissi alzando lo sguardo verso il ragazzo a cui mi ero appena scontrata.

-Giuly?- chiese lui.

-Lorenzo...- dissi.

Se non era amore, tra noi c'era di sicuro dell'attrazione fisica.

Mi sembrava di essere una calamita, sapendo che era nelle vicinanza finivo sempre da lui.

Lo capii dal modo in cui i miei occhi chiari si immergevano nei suoi scuri facendoci restare a lungo a fissarci.

I suoi capelli scuri gli cadevano sulla fronte e quasi gli coprivano l'occhio destro.

Sentii una mano calda sulla spalla e con la coda dell'occhio vidi Sascha e Stefano passarci accanto.

Sospirai riportando immediatamente lo sguardo sul moro.

Non dissi nulla ma avrei voluto dirgli un sacco di cose.

Suonò quella maledetta campanella, mi ricomposi, guardai un' ultima volta il ragazzo e mi voltai camminando verso la classe.

Sentii un sospiro e poi dei passi dietro di me.

Non serviva voltarmi, sapevo già che era lui, quindi cercai di ignorarlo.

Entrarono anche Sa e Ste, seguiti dal professore di diritto, così ci accomodammo sulle sedie dopo aver cordialmente salutato l'insegnante.

La lezione cominciò subito, con l'interrogazione orale di Carlos e un'altra compagna, Greta, una di quelle che mi ha sempre presa in giro.

Come volevasi dimostrare non erano preparati e presero un'insifficienza, ben gli sta dopotutto.

Finito l'orale il professore proseguì con una normalissima e noiosissima lezione che, ovviamente, non seguii molto.

Toccò poi a geografia e a matematica.

Guardai l'orologio, mancavano solo un paio di minuti alla merenda.

-Sei annoiata Giuly?- domandò isterica la professoressa.

La rivolsi uno sguardo pieno d'odio finché non suonò la merenda.

Guardai l'insegnante e mi alzai, facendo spallucce.

Camminai fino alla panchina dove crollai a sedermi.

Portai indietro e appoggiai la testa, guardando il cielo limpido.

Le nuvole erano bianche e creavano strane figure con lo sfondo azzurro chiaro del cielo mentre il sole le dava un colore ancora più bianco, come il bianco candido della neve.

-Ahhh. Cosa devo fare con te...? Giuly Giuly- disse sedendosi accanto a me.

-Ciao Sa- dissi.

Abbassai la testa e guardai Sascha, che a sua volta mi rivolgeva uno sguardo preoccupato.

Appoggiai la guancia sulla sua spalla, portai le mani al suo petto e mi rannicchiai quasi addosso a lui.

Lo sentii sospirare lievemente.

-Sai Sa, vorrei perdonarlo ma è difficile...- dissi, dopo minuti di silenzio,chiudendo gli occhi.

Una mano calda mi accarezzò la testa per darmi conforto.

-Devi seguire il tuo cuore. Niente di più- rispose.

Annuii proprio al suono della campanella.

Sbuffai alzandomi, seguita dal mio carissimo amico.

Prima di incontrarlo avevo sempre pensato che l'amicizia non servisse per sopravvivere, perché alla fine le persone che tu credi "amiche" si rivelavano false.

Questo era ciò che pensavo prima di trovare Sascha, uno dei pochi ragazzi a cui piacciono altri ragazzi.

Con lui normalmente mi divertivo a parlare di maschi, come qualsiasi ragazza farebbe con la propria amica del cuore.

Sascha fungeva proprio da perfetta amica del cuore.

Avevamo qualche idolo in comune, come il fighissimo Mariano di Vaio e altri ragazzi boni come la nutella.

Rientrammo insieme in classe e ci accomodammo ai nostri posti mentre entrava l'odiosa insegnante di italiano.

Durante la seconda ora di italiano una pallina di carta arrivò sul mio banco.

Mi guardai attorno e poi aprii il bigliettino.

"Ci vediamo oggi a casa tua.
Solita ora.
Lorenzo"

Mi alzai, seguita dallo sguardo minaccioso della prof, per buttare quel pezzettino di carta, che avevo fatto a pezzi dopo averlo letto.

Mi sedetti come se nulla fosse facendo continuare le lezioni, e così, le ultime ore di italiano e scienze passarono.

La campanella finalmente suonò e tutti si portarono lo zaino in spalla e corsero fuori dalla classe, o almeno... tutti tranne io e Lorenzo.

Mi sbrigai ad uscire e camminai con passo più spedito degli altri giorni, vogliosa di tornare a casa.

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La domanda è:
Che succederà? Muahahah

Scusate il solito ritardo ma il lunedì è sempre una giornata di merda ❤

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E noi ci rivediamo ad un prossimo capitolo, bellah ragazzi! 💎

Not Only Sex || Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora