꧁ IX ꧂

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"Nella demonologia medievale, Astaroth è descritto come un principe dell'Inferno o duca dell'Inferno, a seconda dei vari grimori. Nella gerarchia dei demoni, Astaroth è a capo degli spiriti impuri perturbatori di anime."

<<Ho saputo cosa ti è successo. Per quale motivo si aggira ancora vivo per questa scuola?>>
Chiudo il libro con un tonfo, lasciando che la morbida coperta ricada sulla sua robusta copertina, celandone la visione.
Sento la porta della camera schiantarsi furiosamente contro la parete e tremolare, indecisa se mantenere la posizione assegnatagli dai cardini, o abbandonarla.
<<Non capisco>> mormoro in un sussurro, osservando le sue lunghe unghie laccate di rosso scarlatto, ispezionare il suo comodino alla ricerca di qualcosa.
<<Krayl>>
<<Ne abbiamo già parlato Elvyra, non serbo alcun rancore per lui>> sollevo gli occhi al cielo <<Mi spieghi piuttosto a quale gruppo si riferisce Trevor?>> le domando, sollevando le coperte fin sopra la testa.
Ho sempre adorato rifugiarmi fra le lenzuola, mi sono sempre sentita al sicuro, è come essere cullata dalle braccia di qualcuno. Sembrerà stupido, ma in tal modo è sempre stato come ricevere l'abbraccio materno che necessito da tempo, ma che non avrò più.
<<Devo insegnarti le buone maniere, pennuta>> sbuffa Elvyra,
<<A causa di ciò che è capitato l'anno scorso, il Consiglio ha richiesto la formazione di gruppi di ronda. Essendo i figli di Lucifero, io e mio fratello dobbiamo appartenere ad un gruppo con Demoni e Angeli potenzialmente superiori alla media>> borbotta, come se niente fosse <<È percepisco la tua energia a miglia di distanza Silver, perciò verrai con noi>> sostiene infine.
Lancio le coperte lontano dal mio corpo, stupita e al tempo stesso terrorizzata dalle sue parole. Percepisce la mia energia? Come può percepire tanto una magia ormai assopita da tempo?
<<Elvyra, tu non capisci, dev'esserci certamente un malinteso: io non so usare la mia magia, non riesco a->>
<<A controllarla, lo so, voi Angeli mettete da parte la magia per non abusarne ed è una cazzata, ma ti guariremo noi dalle loro inutili regole>> mi rassicura, recandosi verso l'armadio.
<<No, intendo dire che non ho mai usato la mia ma->>
<<Magia per attaccare, so anche questo: voi Angeli preferite cimentarvi nella difesa>> mi interrompe nuovamente, facendomi grugnire interiormente.
<<Mi cambio e poi andiamo a mangiare>> sostiene poi, visibilmente annoiata.
Approfitto della sua ritirata in bagno, per indossare altri abiti: stamattina mi sono addormentata sul letto con la divisa tutta sgualcita ed ora, sulla scrivania, è comparsa una maglietta nuova identica alla precedente.
Senza pormi domande, la sistemo nell'armadio, preferendo indossare dei morbidi jeans chiari e un top bianco in pizzo con un lieve scollo a V, che, coperto dai miei lunghi capelli color neve, è appena visibile.
Non ho mai posseduto tutti questi abiti: indossavo ciò che gli umani riuscivano a creare, ma i tessuti avevano una qualità più scarsa.

<<Sai che i rapporti fra Angeli e Demoni sono vietati, vero?>> mi domanda retoricamente la Demone, appena uscita dal bagno.
<<Cosa?>>
<<Intendo dire che sarai a tavola con i miei amici e li conosco, vuoi per caso fare colpo su di loro?>> ride, divertita dal rossore sulle mie guance.
Continuo a non comprendere il senso di porre questo veto, quasi avessero paura che le due specie possano influenzarsi. Se la fede di un Angelo è sincera e pura, non esiste Demone, perfino Lucifero, in grado di portarlo sulla cattiva strada.
D'altro canto ho vissuto con gli umani fino a pochi giorni fa, quindi non penso di poter comprendere queste regole.
Sento un brivido di irritazione: ho sempre detestato prendere ordini da qualcuno.
<<Tu rispetti le regole?>> le domando confusa, uscendo dalla camera seguita da lei.
<<No, ma potrei usare quei pennuti al massimo per una scopata, se solo non fossero così fastidiosamente casti, ma non andrei oltre. Mio padre mi decapiterebbe>> ride.
Fossi in lei non riderei affatto: non ho mai conosciuto mio padre, non conosco il suo nome né tantomeno il suo volto, ma non penso sia una figura che dovrebbe essere in grado di compiere una simile azione.
<<Noi demoni poi abbiamo un concetto diverso di amore, sono pochi coloro che amano davvero e li compatisco>> scrolla le spalle, con una smorfia disgustata.
<<Allora in questo luogo è ipocrita chi sostiene che all'amore non si comanda>> commento sottovoce.
<<Non è da ipocriti, penso che questa regola esista per impedire loro di innamorarsi, ma in ogni caso non sarebbero capaci di generare una prole, il Dio che ami tanto non l'ha reso possibile>> ragiona ad alta voce, fermandosi un istante prima di entrare nella mensa, per abbassare il cortissimo top e sollevare i pantaloncini a vita bassa che indossa.
<<Sei troppo pura, non capiresti>> mi rimprovera per l'occhiata che le rivolgo, trascinandomi per il braccio fino al tavolo imbandito.

Nemesys: Angeli e DemoniWhere stories live. Discover now