Capitolo 13 (Will's p.o.v.)

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Dopo aver sollevato Nico e averlo appoggiato sul letto della sua cella lo saluto, promettendogli di tornare domani, come ogni giorno.
Esco a malincuore dalla stanza, ancora incredulo.
Un semplice e comune figlio di Apollo che non viene rifiutato dal figlio di Ade per eccellenza.
È una cosa sconvolgente (in positivo, naturalmente).
Ovviamente non ha accennato niente su dei sentimenti ricambiati o cose simili.
"Aprire il proprio cuore agli altri" non è una pratica che compete al testardo ed orgoglioso Nico Di Angelo.
Ma per lo meno non mi ha cacciato.
Non mi ha urlato in faccia di andarmene e di scomparire dalla sua vita per sempre.
È già qualcosa.
Alzo lo sguardo e, come mi aspettavo, la donna dal camice azzurro è sempre lì, appoggiata alla finestra del muro opposto, come a voler tenere sotto controllo sia l'esterno che l'interno dell'edificio.
-Ehy, Donna Arcobaleno...- la chiamo, poggiando la schiena sul davanzale, accanto a lei.
-"Donna Arcobaleno"? Questa è nuova, da dove l'hai tirata fuori?- esclama lei, voltandosi verso di me, con un mezzo sorrisetto stampato in volto.
Picchietto la punta dell'indice sulla fronte, con fare teatrale.
-Proviene tutto dalla mia meravigliosa mente piena di fantastiche idee.-
Le lascio il tempo di nascondere una risatina con la mano, sorridendo con lei, per poi tornare serio e continuare a parlare.
-Caroline, come sta Nico?-
La sua espressione s'incupisce di colpo, come di routine quando arriva il fatidico momento di intraprendere questa conversazione, facendole puntare lo sguardo colpevole sul pavimento.
-L'hai visto. Sembra star meglio, ma non ha ancora recuperato le forze. In più mangia veramente poco. Credo che il tuo metodo di sostituire le medicine con dell'acqua normale stia funzionando a poco a poco, ma è rischioso. Un giorno inevitabilmente qualcuno se ne accorgerà, e lì saranno guai.- dice a voce bassa, affievolendo il tono sempre di più.
Sospiro, passandomi una mano sul viso.
Se solo esistesse una parola per descrivere come mi sento adesso...
Sollevato? Sì.
Dopotutto ha appena confermato il miglioramento del ragazzo che mi interessa.
Frustrato? Anche.
Spaventato? Diciamo più che altro terrorizzato...
È folle.
Stiamo facendo una follia.
Ma una follia per un ragazzo che di follie ne ha fatte nella vita, tutte per il bene degli altri.
E poi, questa non sarà niente in confronto alle guerre che abbiamo dovuto affrontare in passato, giusto?
Male che vada potremmo nasconderci al Campo Mezzosangue finchè ai mortali non rimarrà solo un vago ricordo del nostro nome e dei nostri volti.
Alla fine l'unica realmente a rischio qui è proprio Caroline.
-Ti fidi di me?-
La donna annuisce impercettibilmente, puntando lo sguardo sul pavimento.
-Ormai è da molto che vieni quì Will, posso dire di conoscerti bene e so che sei un bravo ragazzo. Sicuramente quello che stai facendo nei confronti di Nico è a fin di bene, ma sei giovane e se ti dovesse succedere qualcosa... io non me lo perdonerei mai.-
Sorrido, gettando la testa all'indietro e alzando gli occhi verso il soffitto.
Come pensavo: questa donna si preoccupa solo e unicamente degli altri.
-Ti prometto che non ci succederà niente. Ne a te, ne a me, ne a Nico. Ma dobbiamo farlo uscire. Lui non è pazzo! Dobbiamo aiutarlo in qualche modo!-
Dopo aver notato l'espressione rassegnata della rossa mi guardo intorno, sentendo le guance andare a fuoco, sotto lo sguardo di quasi mezzo manicomio.
Devo averlo detto troppo forte.
-Questo lo so...- sussurra lei in un'implicita richiesta di abbassare il tono di voce -...ma i suoi incubi, le sue urla... non sono normali. Fanno quasi paura.-
Si prende il mento tra indice e pollice, parlando verso le piastrelle bianche e monotone dell'edificio.
-Lo hanno portato quì per aver sguainato una spada contro il nulla nel bagno di una scuola. Io... non riesco proprio a capire!-
Allarga le braccia, sbuffando frustrata, e le lascia ricadere lungo i fianchi sottili.
-Stai dubitando della sua sanità mentale. In un certo senso ti posso capire, è difficile credergli, ma capisco anche Nico, e sono totalmente dalla sua parte. Io mi fido di lui.- dico, mantenendo la calma.
È difficile convivere con i mortali quando tutto ciò che vediamo o sentiamo sono cose totalmente differenti.
Loro possono vedere uno stormo di uccelli volare sopra un campo di grano alla ricerca di cibo come noi possiamo vedere un gruppo di Benevole svolazzare allegramente alla ricerca di prede.
Due cose non troppo diverse in effetti, ma con un rischio leggermente maggiore se si tratta di Semidei.
E comunque, se io non fossi figlio di un dio, anch'io mi farei due domande sullo stato mentale di Nico.
-Ma no, non sto dubitando di quello. È solo che... forse gli serve veramente una mano a superare questo periodo.- scrolla le spalle, facendo ricadere una ciocca di capelli color vermiglio sulla fronte.
-E tu pensi che lasciarlo quà lo aiuterebbe? Ragiona, Caroline. Non riesce neanche a reggersi in piedi da quando è qui. Non era mica così quando era al ca...- mi blocco di scatto, lasciando la frase a metà, maledicendomi mentalmente.
Perchè non sono capace di tenere la bocca chiusa?
Spero vivamente lei non abbia voglia di approfondire l'argomento, altrimenti temo di dover prendere in considerazione l'opzione di cucirmi insieme una volta per tutte queste dannatissime labbra.
Come se fosse capace di leggermi nel pensiero, l'infermiera mi lancia uno sguardo perplesso, incitandomi con occhi curiosi ed interessati a terminare la frase interrotta.
-... a... a casa.- dico incerto.
-Quando viveva a casa sua intendo. N-non ci incontravamo spesso, ma a me sembrava sempre in forze!-
Sospiro leggermente, senza farmi notare.
Dopo qualche attimo di esitazione sembra convincersi della veridicità delle mie parole, nonostante di vero non abbiano molto.
Infatti, il fatto che ci vedevamo raramente è assolutamente falso.
Al contrario, io lo vedevo molto spesso quando era al Campo Mezzosangue.
Forse perchè quel posto non è poi così grande come si pensa o forse perchè, tra tutti i Semidei che ci sono, la mia attenzione veniva sempre catturata da quel ragazzino che se ne stava in disparte, la quale pelle lattea metteva in risalto la sua figura esile, nonostante l'abbigliamento e i capelli corvini lo aiutassero a mimetizzarsi bene nell'ombra.
E non è vero che ai miei occhi appariva sempre in forma ed energico.
Era sempre forte.
O meglio, si sforzava di essere forte.
Era agile, sì.
Veloce.
Molto più di altri mezzosangue.
Ma dentro era distrutto, e questa crepa che gli spaccava in due il cuore lo faceva sembrare stanco, debole, quasi come ora.
-Mi hai convita. Ti aiuterò.- dice Caroline dopo minuti di silenzio, risvegliandomi dai miei pensieri.
-Davvero!?- solleva una mano, frenando il mio entusiasmo.
-Sì, ma non fare le cose di fretta. Hai un piano ben preciso? Hai calcolato la presenza delle telecamere? Credo che il momento migliore per fare questa cosa sia di notte, ma ci sono comunque infermieri che fanno dei turni notturni per controllare i pazienti.-
Le sue domande sparate a raffica mi fanno ridacchiare, allentando leggermente la tensione.
No, il piano è leggermente diverso da quello che ha in mente lei.
-Ho già pensato a tutto. È più semplice di quanto pensi.- comincio a spiegare, gesticolando leggermente per farmi capire.
-Ci serviranno solo tre persone... io, te e Nico Di Angelo. Nessun'altro deve venire a conoscenza di questa cosa.-
Caroline annuisce, con sguardo sicuro.
-Dobbiamo impegnarci il più possibile per far sembrare il tutto realistico. Quindi dovremo recitare bene...-
La rossa continua ad alzare e abbassare il capo, bloccandomi però a metà discorso.
-Ho capito, Will. Ma vuoi spiegarmi questo piano, sì o no? Non abbiamo tutto il giorno.-
Schiocco le dita della mano destra, dandole ragione e riprendo la parola, spiegandole per filo e per segno l'idea che avevo in mente.
Una volta terminato la guardo negli occhi, aspettando il suo ennesimo consenso.
Seguo con lo sguardo la sua mano arrivare fino al mento e un angolo delle sue labbra inarcarsi, incerto.
-È veramente roba da pazzi. I rischi che potremmo correre sono più di tutti i miei anni di vita... non so proprio come farà quel ragazzo a fingere così bene da non destare sospetti. Qualcuno potrebbe accorgersi che sta recitando, ma... alla fine direi che potrebbe anche funzionare. Non abbiamo granche da perdere.-
Sorrido.
-Ero sicuro di potermi fidare di te. So bene che non mi deluderai!-
Alzo un pugno in un momento di euforia, provocando una sonora risata da parte dell'infermiera e qualche occhiataccia dalle persone che ci circondano.
-Perfetto. Ora non resta altro che riferirlo al diretto interessato.- ragiono ad alta voce.
-Pensi che sarà d'accordo? La sua testardaggine può essere disarmante a volte. Se non riuscirai ad essere convincente al primo tentativo sarà veramente difficile persuaderlo dopo.-
Già...
Devo ricordarmi di chi stiamo parlando.
Nico Di Angelo: quel tizietto scorbutico e depresso che tutti temono per le sue occhiate da brivido.
In effetti per una questione differente non credo avrebbe accettato.
Nella sua concezione qualunque cosa rappresenti una seccatura o una perdita di tempo è severamente proibita, ma dubito farà storie se si tratta di farlo uscire da questo manicomio.
-Credimi, lo so. Ma non si ribellerà. È sempre stato un tipo spericolato e ribelle. E poi è lui il primo a voler andarsene.-
La donna sembra convincersi, abbassando lo sguardo e mugulando un lieve "Mhmh...".
-Bene!- esclama dopo qualche secondo, battendo una volta le mani, facendomi sobbalzare -Vedo che sei tutto meno che disorganizzato. Allora andrà bene... spero.-
Sorrido lievemente, lanciando un'occhiata al pavimento bianco e poi ai suoi piedi, che nei pochi secondi in cui sono assalito dai pensieri hanno già cambiato direzione, cominciando ad allontanarsi nella direzione opposta alla mia.
Lo spero anch'io...

I'M BACK BITCHES!!!

INDOVINATE CHI NON È ANCORA MORTA!

Ma vi ricordate almeno di cosa parla questa storia?

Quanti mesi sono passati? Cinquattredici?

Non lo voglio neanche sapere.

Comunque il capitolo è COOORTISSIMO.

Questo perchè, come vi ho detto qualche mese fa, sta diventando sempre più complicato scrivere questa storia e mi ci vuole molto più tempo per mettere insieme le idee (che ho già approssimativamente in mente :þ) e scriverle in modo comprensibile e poco ripetitivo.

ATTENZIONE!

Questo non vuol dire che cancellerò questa storia, ne la bloccherò, quindi siate happy!

Ma ciancio alle bande, ecco la News del giorno:

Ho un nuovo gatto...
È nero...
Ha le orecchie bianche...
Gli occhi marroni...
È uno stronzo...
E l'ho chiamato Nico...
E ora sta dormendo sulle mie gambe...
E io lo amo...
...
E basta...

Mi dispiace veramente tanto per aver aggiornato con così tanto ritardo e per questo capitolo di passaggio veramente corto.

Ci Solangeliamo alla prossima!

Bye!!!♡

𝐍𝐨 𝐖𝐚𝐲 𝐎𝐮𝐭 ||𝐒𝐨𝐥𝐚𝐧𝐠𝐞𝐥𝐨||Where stories live. Discover now