Chapter 19.

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"Lo dici come se mi interessasse."
"Ma stronzo! Deve interessarti!" Esclamò Laura, roteando gli occhi.
"Non per forza."
Lei si rigirò fra le mie braccia, per darmi un pugno sul petto, che ovviamente non mi face nulla.
La strinsi di più contro il mio petto, per darle fastidio.
"Non iniziare, Ross!" Protestò lei, cercando di evadere dalla mia presa, inutilmente. Si divincolò più volte, scuotendo le braccia, per poi arrendersi, appoggiandosi sulla mia spalla.
La sentì inspirare profondamente. Portò la mano sul mio petto, all'altezza del cuore. Lei si concentrò, tentando di cogliere un suono da esso, ma ero consapevole che era inutile.
Avvicinai il viso al suo capo, dandole dei buffetti con il naso. Sentii un buonissimo profumo di ciliegia e vaniglia, provenire dai suoi capelli e sorrisi.
"Ho scoperto una cosa." Mormorai vicino al suo orecchio, con voce divertita.
"Uhm... cosa?"
"Che ora posso sentire il tuo profumo." Risposi, ridacchiando, pronto a vedere un'espressione confusa sul suo volto.
Lei alzò il volto, portandolo a poca distanza dal mio ed inarcò un sopracciglio, proprio come avevo immaginato.
"Cosa?"
"Dopo ieri sera, ci siamo avvicinati di più come persone. Ora posso sentire il tuo profumo. Come quando sono riuscito a sentire il calore che emanava il tuo corpo."
Lei sembrò rifletterci per qualche istante, poi ricambiò il mio sorriso divertito.
"Merda, adesso dovrò stare attenta a non mettere troppo profumo, altrimenti finirò per intossicarti!"
Scoppiammo a ridere tutti e due, per una cosa che non avrebbe divertito nessun altro; ma non era quello a farci ridere. Era la naturalezza del momento, la dolcezza con la quale ci eravamo guardati e, forse, anche i sentimenti che stavo iniziando a provare per lei.

Mi spaventò tutto ciò. Iniziare a provare dei sentimenti per lei mi spaventava. Merda, l'avevo praticamente insultata per questo ed io stavo facendo la sua stessa cosa.
La situazione però era completamente diversa. Lei aveva paura dell'amore, in generale; io avevo paura di innamorarmi di lei, perché non avrei potuto fare nulla. Non avevamo un futuro insieme, lo sapevo, eccome. Sapevo che fra di noi non sarebbe potuto succedere nulla. Io ero imprigionato in una realtà che mi sembrava quasi fantasia, il mio corpo perso da qualche parte e solo questo brandello di anima. Lei era viva e vegeta. Nelle sue vene il suo sangue scorreva ancora, il suo cuore batteva ancora, l'aria entrava ancora nei suoi polmoni. Lei avrebbe compiuto gli anni.
Per quanto desiderassi che lei ricambiasse quello che provavo, non era giusto. Per nulla. Lei meritava qualcuno che non avrebbe avuto per sempre la stessa età, che non poteva più vivere. Lei meritava qualcuno che l'accompagnasse lungo la vita, crescendo ed invecchiando con lei.
Non meritava ciò che avrei potuto offrirle io: semplice e terribile sofferenza.

//

Da quel letto non ci eravamo mossi.
Laura era ancora distesa sul mio fianco sinistro, assorta nei suoi pensieri.
Con la punta delle dita accarezzava il mio addome, dolcemente. Io stavo facendo lo stesso, sulla sua schiena.

"Tua madre è al lavoro?"
"Sì."
Okay, non voleva parlare di sua madre.
"Sai che dovrai parlarle, prima o poi."
"Purtroppo lo so. Sta sera le parlerò, poi tornerò da mio padre. Non ho intenzione di passare un'altra notte in questo posto." Rispose, senza guardarmi negli occhi. Che stesse provando a nascondere il dolore?
Avrei solo voluto dividerlo con lei, per farla stare meglio.
Guardavo quella ragazza e vedevo una persona che aveva smesso di contare sulle persone, fin da quando era piccola, perché un giorno ci sono e quello dopo non puoi saperlo. Vedevo una persona che si era costruita un muro invisibile, tutto intorno a sé, per proteggere il suo cuore, tanto grande quanto fragile.
Vedevo una persona che aveva assistito al crollo della sua famiglia, delle persone a cui teneva, della sua casa... che aveva fatto di tutto per restare in piedi.

Lei sospirò, pesantemente.
"Ti va di ascoltare un po' di musica?" Domandò lei, lanciandomi uno sguardo. "Mi annoio."
"Certo."
"Mi passi il cellulare?" Allungai il braccio verso la cassettiera, afferrando il suo telefono, per poi porgerlo alla ragazza.
"Grazie mille."
Lei digitò la password ed andò su youtube, per cercare qualcosa.
"I Def Leppard? Sul serio?" Le chiesi, buttando uno sguardo alla sua cronologia.
"Che vuoi? Sono un classico della musica!"
"Mai detto il contrario..."
"Metto Avalanche dei Walk the moon, solo per te." Disse, ridendo.
"Oh che gentile."
Ascoltammo insieme la canzone, canticchiando di tanto in tanto.
Il suo sorriso era così bello e radioso. Mi riempiva di gioia sapere che, per quanto breve potese essere questo momento, lei era felice.
"Hai mai pensato di cantare davanti ad un pubblico? Hai una bella voce." La guardai come se fosse matta.
"Io? Cantare su un palco?" Le chiesi, scoppiando a ridere. "Non credo proprio."
Lei mi fissò negli occhi, per qualche secondo, poi rise a sua volta. "Hai ragione! Sarebbe come se io facessi l'attrice!"

Another Chance || A Raura Fanfic.Where stories live. Discover now