Chapter 10.

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"Esci dalla mia camera, maniaco!" Urlò Laura, tirandomi addosso una delle sue maglie, come se contasse qualcosa.
"Ma non è colpa mia!" Mi difesi, voltandomi.
"Sei entrato nella mia stanza! Senza permesso!"
"Ma sai che ormai è un'abitudine! Saresti dovuta rimanere in bagno!"
"Ah sì?! Adesso è colpa mia?!" Intuii che mi stesse guardando in cagnesco, rossa in viso.

Diciamo che ero entrato in camera sua al momento sbagliato.
Lei era appena uscita dalla doccia ed aveva i capelli bagnati, che le ricadevano sulle spalle, in ciocche scure. Per coprirsi aveva solo un asciugamano, che le arrivava circa a metà coscia e lasciava buona parte del petto scoperta.
Oh, inoltre se lo stava per levare, quando sono entrato.
"Ti giuro che non ho visto niente!" Esclamai, rivolto sempre contro la porta.
"Sarà meglio! Non permetterti neanche!"
"Ma anche se fosse?! Hai due limoni." Commentai, pronto a sentire la sua reazione infuriata. Adoravo farla arrabbiare.
Mi girai appena e la vidi paonazza in volto. Le braccia erano tese lungo i fianchi e le mani strette a pugno. Tremava come un riccio pronto ad attaccare.
"Sei un idiota!" Esclamò lei, afferrando alcuni vestiti, appallottolandoli, per poi marciare verso il bagno. "La proprietaria dei due limoni se ne va. Prova ad entrare anche in bagno e ti assicuro che ti uccido, una volta per tutte!"
Scoppiai a ridere, quando lei sbattè la porta del bagno, con rabbia.

Mi stesi sul suo letto, poggiando le mani dietro alla testa, rilassandomi.
Ero abituato ad andare in giro con i miei amici molto spesso, stare ogni pomeriggio ed ogni sera in casa era tremendo. Non ero il tipo al quale piaceva la vita casalinga. Mi piaceva uscire ed andare a fare un giro in città o persino vicino al bosco.

Laura uscì dal bagno, quasi mezz'ora dopo. Aveva i capelli sistemati nei suoi caratteristici boccoli chiari ed i ciuffi più corti ai lati del viso, che formavano dei ricciolini. Aveva indosso una t-shirt grigia, che le arrivava alla vita e dei jeans neri, quelli che iniziai a sospettare fossero i suoi preferiti, siccome li indossava due giorni sì ed uno no.
Lei non mi degnò di uno sguardo e si avviò verso la scrivania, iniziando a sistemare i suoi libri di testo.

"Ti va di uscire?" Domandai d'impulso. Mi vergognai di me stesso e del modo bisognoso in cui lo dissi.
Lei mi rivolse uno sguardo confuso, poi si girò verso la finestra, come per vedere se ci fosse qualcun altro, per riportare gli occhi su di me. Corrugò le sopracciglia, creandosi delle piccole rughe d'espressione sulla glabella.
"Dici a me?"
"Ah, per forza, siamo in due. Non sono scemo, che parlo da solo." Risposi, con sarcasmo, pur sapendo di aver scatenato una delle sue solite reazioni impertinenti.
"Tu parli spesso da solo."
"Sì è vero, ma non mi chiedo di uscire da solo!" Ribattei, mettendomi a sedere.
"E dove vorresti andare?"
"Non lo so. A fare un giro. Mi annoio sempre chiuso in casa."
"Ma se la notte la passi sempre fuori..."
"Ma sono sempre solo! Ti va di uscire allora?" Riproposi, appoggiando le braccia sulle ginocchia, facendo penzolare le mani in mezzo alle gambe, con aria annoiata.
Laura aspettò qualche secondo prima di rispondere. Annuì.
"Benissimo. Mettiti le scarpe ed una giacca."
"Dove andiamo?"
"Che ne dici del Garland park?"

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Mezz'ora dopo ci trovammo al Garland park, camminando sul marciapiede. Laura aveva sempre la scusa delle cuffie, per non sembrare una psicolabile, nonostante fosse piuttosto buffa anche così, siccome spesso mi lanciava sguardi fugaci.
Erano le quasi le sei di sera ed il sole stava iniziando a tramontare, proiettando i colori del cielo sul laghetto alla nostra destra.
Nel parco c'erano poche persone, nonostante l'area giochi fosse sempre assediata dai bambini. Spesso veniva anche la squadra di lacrosse a giocare.

Camminai tenendo le mani nelle tasche del mio giubotto di pelle, mentre Laura teneva le sue nella sua giacca verde militare.
"Molto romantico, Lynch. Il lago, il tramonto. Se volevi un appuntamento bastava chiederlo." Disse la ragazza, ridendo, come se fosse la cosa più divertente del mondo.
"Ma stai zitta."
"Quando mai sto zitta?"
"Touché."

Another Chance || A Raura Fanfic.Where stories live. Discover now